Claudio Treves nacque a Torino il 24 marzo 1869. Giovane studente partecipò alle esperienze politiche del radicalismo torinese e, nel 1888, aderì prima al Fascio radicale universitario, poi all’Unione operaia indipendente più direttamente influenzata dalla Lega socialista fondata a Milano da Turati. Nel 1892 si laureò in giurisprudenza e fece il suo ingresso nella milizia socialista. Membro del comitato direttivo della federazione regionale piemontese del Psi, nel 1894, in seguito all’applicazione delle leggi eccezionali, fu condannato a due mesi di confino. Per alcuni anni viaggiò all’estero, prima due anni a Berlino, poi a Parigi e poi ancora in Svizzera, Olanda, Belgio e Scandinavia, inviando vivaci corrispondenze da questi paesi all'”Avanti!”.

Collaborò, inoltre, a vari giornali e periodici, tra i quali “Per l’idea”, “Grido del popolo”, che diresse dal 1896 al 1898, ed ancora “Critica Sociale”, “Lotta”, “Lotta di classe”, “Rassegna popolare del socialismo”, “Riscatto” ed, infine, “Università popolare” della quale fu membro del consiglio milanese dell’omonima istituzione fino al 1915. Nel 1899, trasferitosi a Milano, iniziò a dirigere il quotidiano “Il Tempo”, che divenne l’organo della democrazia e del socialismo riformista italiano. Stretto collaboratore di Turati, nel 1906 fu eletto deputato a Milano. Dopo il congresso di Milano del 1910 venne nominato direttore dell’ “Avanti!”, carica che lasciò nel 1912 prima a Bacci e poi a Mussolini. In seguito alla scissione tra massimalisti e riformisti, nel 1922 con Turati e Matteotti diede vita al Psu e fu nominato direttore dell’organo del nuovo partito, “La Giustizia”, soppresso nel 1925.

Nel novembre 1926 scelse la via dell’esilio, emigrando in Svizzera e poi in Francia, dove fu tra i collaboratori più assidui del quindicinale del Psli, “Rinascita socialista” e, dall’aprile 1927, direttore de “La Libertà”, organo della concentrazione antifascista. Nel 1930 fu sostenitore dell’unificazione del Psli e della corrente fusionista del partito socialista massimalista. Sempre attento all’evoluzione del socialismo europeo, partecipò al congresso laburista del 1930, al congresso internazionale sindacale di Madrid del giugno 1931 e al congresso dell’Internazionale socialista di Vienna del luglio 1931. Morì a Parigi l’11 giugno 1933 e nel 1948 le sue ceneri furono traslate a Milano.

Fonte: Fondazione Filippo Turati

La Libertà