Sebastiano Bonfiglio nacque il 23 settembre del 1879 a San Marco Valderice, figlio di Nicolò Bonfiglio e Francesca Tosto. Il padre lo avviò subito al lavoro artigiano. Bonfiglio da giovanissimo partecipò con il padre al movimento socialista dei fasci dei lavoratori, avviando così la sua opposizione alla politica e al potere esercitato dal clero e dalla borghesia del Comune capoluogo Monte San Giuliano, vasto comune del trapanese. Bonfiglio rappresentò per molti l’esempio dell’artigiano contadino che attraverso lo studio arriva a superare le barriere dell’analfabetismo e a conquistare una certa conoscenza tecnica e politico-sindacale dei problemi agrari e delle maestranze artigiane.
Nel 1901 si svolse nella zona un compatto sciopero agricolo che obbligò la famiglia latifondista dei Fontana a scendere a patti con i socialisti che organizzavano il movimento contadino. La partecipazione di Bonfiglio allo sciopero agricolo del 1901, segnò l’inizio della sua attività di dirigente e nel 1902 assunse la guida della federazione provinciale del Psi di Trapani e nel 1903 del giornale “La voce dei socialisti”. Nel 1904 Bonfiglio lasciò improvvisamente la Sicilia e si trasferì a Milano, dove trovò lavoro nella fabbrica di mobili Stigler. A Milano, prese contatti con sindacalisti ed esponenti del Psi (Lazzari, Turati, e altri). Ritornò in Sicilia nel 1906, ma dopo poco tempo, accogliendo l’invito di suoi parenti, si recò negli Stati Uniti d’America.
Bonfiglio, assieme ad altri compagni, organizzò la sezione socialista di Brooklyn e una cooperativa di consumo (1909). Nel 1911 venne chiamato a dirigere il giornale “La voce dei socialisti” di Chicago. Tornato in Sicilia nel 1913, Bonfiglio condannò la scissione riformista (Bissolati) nel Psi e venne incluso nel Comitato promotore per il rafforzamento del partito in Sicilia. Sempre nel 1913, guidò lo sciopero dei contadini. Venne arrestato e condannato a cinque mesi di reclusione. Uscito dal carcere nel 1914 si schierò decisamente contro i fautori della guerra. Durante il primo conflitto mondiale Bonfiglio fu arruolato nel Corpo sanitario ma, a causa delle sue idee sovversive, venne trasferito a Cirene (in Libia), dove dette un segno tangibile della sua solidarietà internazionalista e anticolonialista, aprendo una scuola per bambini arabi. A guerra finita, ripresa la sua attività politico-sindacale fra i contadini e la guida del Psi nel trapanese. Seguace della linea massimalista (Serrati-Baratono) al Congresso nazionale di Livorno del 1921, venne nominato membro della Direzione del Psi.
Il 3 ottobre 1920 i socialisti vinsero clamorosamente e in maniera schiacciante le elezioni amministrative del Comune di Monte San Giuliano (oggi diviso nei Comuni di Erice e Valderice), Sebastiano Bonfiglio venne quindi eletto sindaco. Ma il 10 giugno 1922, mentre Bonfiglio tornava a casa da una riunione della Giunta municipale, venne ucciso da un sicario appostato dietro un muretto.
La mafia, in difesa degli interessi dei latifondisti ed agrari, era già intervenuta con ferocia, là dove più acuti erano i conflitti agrari: a Salemi, Castelvetrano, Paceco, nell’Agro Ericino, uccidendo amministratori, capilega e dirigenti di cooperative. Alla schiera di questi martiri, il 10 giugno 1922 si aggiunse quello di Sebastiano Bonfiglio, sindaco socialista di Monte San Giuliano.
Valderice lo ricorda oggi con un monumento eretto nella frazione natale di San Marco.
Fonteweb
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