COS’E’ LA “SINISTRA”?

A sforzarci di cercare elementi socialisti caratterizzanti la sinistra italiana nei partiti di sx è cosa ardua; vuoi per le tematiche politico-culturali carenti, vuoi per la distorsione politica che ne fanno diversi leader, ma soprattutto per la scarsa attenzione alla diminuzione dei diritti, dei principi di eguaglianza, di solidarietà, di inclusività e di redistribuzione del reddito.
C’è in atto un lavorìo politico di nascite di nuove formazioni politiche, frutto di divisioni e incompatibilità personali, che non saranno effettivamente utili e funzionali alle necessità italiane se dalle convulsioni politiche situazione che non concorrerà a formare un soggetto politico nuovo, aperto, ”socialista”, aggregante e di prospettiva movimentista, forte elettoralmente.
Al momento non lo vedo percepito e né ipotizzato, forse non voluto, perché ognuno vuole ritagliarsi il proprio orticello politico pensando a spazi politici quasi personali, tentano di condizionare la discussione politica al fine di ottenere qualcosa in ritorno diretto, nei fatti ingessano l’aggregazione e l’apertura politica di prospettiva per un futuro migliore dell’Italia in generale, e della politica italiana nella fattispecie evolutiva.

Non si può più esercitare la politica criminalizzando l’avversario, ma spostando il confronto sul piano politico-programmatico oggettivo e anche di leadership (anche se attualmente c’è carenza di leader, quelli che sulle proprie intuizioni ragionano con il proprio partito e con il popolo e ne acquistano il consenso vero, non quello dei pacchetti di voti o delle truppe cammellate). Tutto viene giocato sullo scontro personale e si è capito che non porta più grandi risultati elettorali lo schema “il nemico da abbattere”.

L’emergenza politica e la crisi in generale delle forze politiche della sinistra detterebbero la necessità di una forza “nuova e diversa” dalle formazioni attuali, che non avesse gli stessi vizi di primogenitura che in altri tempi hanno tentato di sperimentare nel caso catto-comunista del PD, ma unire inter pares e similis cum similibus aree politiche similari, su progetti politici importanti, sui valori di un riformismo, non certamente della “rottamazione” Che idea politica è? Cosa si vuole costruire con la semplice rottamazione? Che poi non è stata peraltro praticata.

Ora tenterà di rottamare addirittura il PD e di fare il partito del leader alla Macron. Tutto ciò che era vecchio veniva buttato e con esso anche l’esperienza, non serve? In tempi in cui il “riuso”, il “riciclo”, ” il “differenziare”, l’economia circolare”, ci impongono di ridare nuova vita a ciò che apparentemente può sembrare non abbia più funzioni , e magari utilizzare dei politici “longevi” il fattore” esperienza” come grande risorsa politica aggiuntiva.
Cosa ha prodotto il “nuovismo” se non una misera banalizzazione fatta di slogan, luoghi comuni, e frasi fatte?

Tutto questo perché dalla Bolognina una certa sinistra ha scelto la società civile, governi tecnici, antipartitismo liquidando i partiti sono venuti fuori il trasformismo e l’irrazionalità del culto del capo affabulatore, e non il Socialismo Europeo. Ancora oggi, una certa sinistra persevera nel voler mettere addirittura a Capo di un movimento politico della sinistra un magistrato? La bussola non funziona più ed è impazzito l’ago politico!
Spesso sento disquisire sulle cadute degli ideologismi e della non esistenza di destra e sinistra e via dicendo.
Penso invece che le differenze esistono ed esisteranno sempre, potranno essere definite in altro modo; negarne l’esistenza, oggi, è solo funzionale al gioco politico dei governanti attuali che così facendo hanno spazi di manovra più ampi, facilitano gli inciuci, le connivenze, gli spostamenti inverosimili di Parlamentari (Nominati) senza obbligo di mandato, senza che rendano conto del loro operato.

Addirittura in questa legislatura c’è stata una migrazione transumante di circa 400 Parlamentari -a cui sarebbe necessario porre rimedio-; capite bene che si viene eletti per fare una cosa e poi se ne fa un’altra, si viene eletti per rappresentare una fascia di popolo su programmi chiari, per poi fare l’esatto opposto, dove siamo finiti ? Dove stiamo andando? Approvano leggi e provvedimenti non per gli italiani, ma per convenienze particolarissime, elettoralistiche, per interessi diretti, a discapito dell’andamento generale e dell’intera comunità, generando sacche di povertà assoluta e dissipamento di risorse.

Il problema potrà essere risolto solo e se le forze politiche in campo capiranno che vanno ripristinati i valori etici e morali della “Buona Politica”, rispetto assoluto dei programmi che raccolgono il consenso, con grande coerenza, ed infine se verranno “abbattuti i recinti” per aree similari.
Tutta la sinistra, nel suo insieme, a mio avviso, dovrà fare un passo indietro per una revisione storica, trovare gli elementi culturali socialdemocratici come elementi di forza per una riprogrammazione progettuale di Governo, e successivamente avanzare tutti insieme facendo due in avanti, abbracciando ed accompagnando nuove prospettive politiche per un futuro migliore.

E’ necessario fare squadra su un progetto aperto, inclusivo, che racchiuda insieme “Riformismo e Progressismo“ nell’ equilibrio “socialdemocratico”, non subalterno alla destra dell’austerità, e di grandi prospettive espansive; sicuri che l’unità progettuale di una sinistra moderna che facesse tesoro del “riformismo socialista”, diventerebbe motore di sviluppo e di progresso per l’Italia. Sarebbe l’unica via possibile e praticabile, anche se richiede notevoli sforzi, intelligenze e grande entusiasmo.
La società sente la necessità, l’esigenza di cultura –politica –socialista -riformistavera”, quella che incide, che cambia in meglio, che migliora lo Stato nelle sue funzioni regolatrici e lo modernizza.

Attualmente nessuna forza politica riesce ad interpretare e rappresentare adeguatamente questa necessità. Non basta fare “riforme”, veloci, tanto per fare riforme,”le riforme devono essere utili a cambiare in meglio”,”devono modernizzare e rendere efficiente lo Stato”, “devono far fronte a nuove emergenze e dare prospettive”. Le forze che hanno la “Cultura di Governo” sono scarsamente organizzate, altre ne hanno una infarinatura, altre ancora non hanno radici culturali, altre confusamente miscelano il netto contrario. Il quadro è davvero preoccupante.
Quando si parla di democrazia, di libertà, di giustizia sociale, non si può stare che da una parte sola!

Non è ipotizzabile avere posizioni politiche in Italia, diverse in Europa, nonché a livello Internazionale. Soprattutto per la sinistra che dovrà necessariamente ritrovarsi nell’internazionalismo socialista.
La riflessione su questi temi è quanto mai opportuna e necessaria, serve a stimolare un ragionamento politico sia sulla cultura politica di visione, che di prospettiva, che di “sparigliamento” del quadro politico ingessato su tre o quattro blocchi, per trasformarlo in aree movimentiste e aggregative aperte che si misurino su programmi socialisti, riformisti, e progressisti da una parte, contra conservatori dall’altra.
Il socialismo ha l’essenza politica, intramontabile, aperta, di unire la società e le classi. Possiamo farne a meno? No!
Che sia il ritorno del Socialismo?

Umberto Ranieri