QUEL GIORNO CON PIETRO NENNI A TARANTO

Nella foto si intravedono appena Liliana e Giuseppe Stea

di Giuseppe Stea

Mio padre Marco, negli anni ’40, ’50 e ’60 del secolo scorso, oltreché segretario della sezione PSI di Palagiano, fu, tra le altre cose, componente del direttivo provinciale, dell’esecutivo provinciale insieme a Giuseppe Bogoni, Luigi Ladaga, Giovanni Dilonardo ed altri compagni, delegato ai congressi nazionali di Venezia, Napoli, Milano, Roma, assessore alla Provincia di Taranto nella prima giunta di centro-sinistra.

Già candidato alla Camera dei Deputati nel 1953, fu candidato, ancora alla Camera dei Deputati, anche nelle elezioni del 1958; sarebbe stato, poi, candidato al Senato della Repubblica nel 1963.

Nella campagna elettorale del 1958 fu annunciato il comizio di Pietro Nenni, leader storico del PSI, a Taranto in Piazza della Vittoria.

Naturalmente mio padre sarebbe stato sul palco; consapevole dell’importanza di quell’evento volle portare con sé anche i suoi due figli: me e mia sorella Liliana.

Non avevo ancora 10 anni, mia sorella quasi 4 anni più di me.

Piazza della Vittoria era stracolma e piena di bandiere rosse: ero emozionato, ma la presenza imponente di mio padre al mio fianco mi rassicurava.

Guardavo con ammirazione Pietro Nenni: ai miei occhi di bambino era come se un mito, di cui tante volte mi aveva parlato mio padre, si materializzasse per incanto.

Pietro Nenni, con la sua voce roboante, entusiasmò quanti erano in Piazza della Vittoria.

La segreteria provinciale del PSI aveva deciso di far consegnare (come si usava allora) un mazzo di garofani a Pietro Nenni, alla fine del comizio: fu mia sorella Liliana, anche lei emozionatissima, a consegnarglielo tra gli applausi festosi dell’intera piazza.

Pietro Nenni si avvicinò a mio padre per salutarlo e gli chiese chi fosse il ragazzino che era con lui; mio padre mi presentò: Pietro Nenni mi accarezzò sulla guancia e dopo aver preso un garofano dal mazzo che gli era stato donato, me lo regalò dicendomi: “mi raccomando, portalo sempre nel tuo cuore”.

Son passati 60 anni da quel comizio, ho seguito altre strade in politica, sempre a sinistra e con una visione ed una pratica unitarie, ma il ricordo è ben vivo in me e soprattutto son ben vive quella carezza e quelle parole.