di Aldo Potenza
Ci sono tante ragioni sopratutto per i socialisti che non intendono rassegnarsi al declino che c’è stato almeno dal 1994. Ma anche per essere nuovamente protagonisti e per affermare il diritto di partecipare alle decisioni politiche del proprio partito e del paese in cui si vive.
Sostiene Bernard Manin che dalla democrazia dei partiti si è giunti ad un nuovo assetto dove “gli elettori diventano passivi come il pubblico di uno spettacolo, in cui è concesso solo di reagire con il consenso o il dissenso, ma non più di partecipare realmente come avveniva nella stagione dei partiti“. Di fatto le leadership politiche competono sulla ribalta elettorale senza più collegamenti rilevanti con la base dei militanti, avanzando proposte che hanno semmai l’obiettivo di scatenare fra gli elettori reazioni e applausi di un pubblico che rimane distante.
La direzione dei partiti a opera dei capi plebiscitari determina la proletarizzazione spirituale e politica dei cittadini.
I socialisti sono sostenitori della democrazia partecipata e contro la smobilitazione della politica per questo devono tornare a svolgere il ruolo di un tempo, sconfiggendo i rituali di una democrazia che tra leggi elettorali truffaldine, movimenti leaderistici, tentativi di modifiche costituzionali in senso oligarchico rischia di trasformarsi nell’opposto di ciò che i Padri costituenti vollero affermare con la Costituzione.
Ci vorrà tempo è vero, sarà un compito difficile concordo, ma se i socialisti non si uniscono, non ci sarà mai nemmeno il tentativo.
Anche per questo Livorno merita un viaggio.
Sarà, se ci impegnamo tutti senza riserve, un primo passo verso il risveglio del socialismo italiano.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.