LA MONETA FISCALE E’ VIVA E VEGETA, MA NON IN ITALIA

di  Stefano Sylos Labini

Mentre in Italia i grandi giornali come il Corriere della Sera, la Repubblica e il Sole24Ore hanno pubblicato articoli contro la Moneta Fiscale che è stata stroncata anche dalla Banca d’Italia, la stampa finanziaria inglese sta prendendo molto sul serio questa proposta ritenendola tecnicamente fattibile. Il Gruppo della Moneta Fiscale composto da Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Massimo Costa e dal sottoscritto, ha mandato una breve lettera di commento all’articolo di Martin Wolf uscito sul Financial Times il 13 marzo, vediamo se sarà pubblicata.

Italy is storing up trouble for the eurozone, Financial Times-11 mar 2018

Fiscal money is technically different. But the idea of using one instrument to simulate another is similar: the Italian government would formally issue a credit note and transfer it to each citizen, say €1,000 per person. People could use it to pay their taxes or trade the notes at a discount.

Eurozone Inflation to Undershoot ECB Target, Financial Tribune-12 mar 2018

The fiscal overshoot could fuel debate about a parallel currency as a soft alternative to a euro exit. There is a lot of excitement among some Italian economists about “fiscal money”, as it is also known. The idea is to use the tricks of modern finance to create something that performs functions resembling those of money, but that remains outside the control of the central bank.

Italian election results expose eurozone inadequacy, Financial Times-13 mar 2018

Some Italian economists now argue that the country could obtain a degree of macroeconomic policy freedom by issuing what is known as “fiscal money” — a parallel currency that could be used to pay Italian taxes. This is technically possible. It would surely create hysteria in northern Europe, since it would eliminate the monetary policy monopoly of the ECB. But the very fact that such a radical idea is being discussed demonstrates the scale of the disenchantment in so large and important a country.

Bisogna capire se questo interesse della stampa finanziaria inglese sia legato anche alla convinzione che la moneta fiscale può essere l’unica possibilità concreta per scardinare l’egemonia tedesca sull’Europa monetaria. Un’egemonia che da una parte sta determinando l’impoverimento e la destabilizzazione dei paesi del blocco mediterraneo e dall’altra parte permette alla Germania di ottenere vantaggi enormi sul piano commerciale. Credo che la moneta fiscale per affermarsi debba avere un sostegno internazionale anche alla luce del fatto che nessuno permetterà mai l’uscita dell’Italia dall’euro e quindi la disintegrazione della moneta unica. E’ uno scenario troppo rischioso per il sistema finanziario mondiale.

Noi proponiamo la moneta fiscale per creare potere d’acquisto evitando di chiedere soldi sui mercati e diciamo ai tedeschi: vi ricordate di Hjalmar Schacht e delle cambiali MEFO come mezzo di pagamento parallelo al marco? Sapete che in questo modo in pochi anni fu possibile ricostruire le infrastrutture, rilanciare la produzione industriale, abbattere la disoccupazione e purtroppo creare le condizioni affinché Adolf Hitler scatenasse la seconda guerra mondiale ? Ecco noi vogliamo fare la prima parte del programma e non la seconda perché siamo persone pacifiche, quindi non ostacolateci con i vostri ricatti e le vostre intimidazioni – la BCE chiude i rubinetti alla banche commerciali e smette di comprare titoli pubblici per tenere bassi gli interessi – e soprattutto riflettete sul miracolo economico della Germania nazista.

Perché all’inizio degli anni ’30 Hjalmar Schacht lanciò le cambiali MEFO come strumento di pagamento alternativo/parallelo al marco ? Perché il Governo tedesco non poteva disporre delle leve di politica monetaria a causa del blocco imposto dai creditori che controllavano la banca centrale e perché avrebbe ricevuto prestiti sui mercati finanziari con un altissimo tasso di interesse. Per questo il Governo creò una società (MEFO, società per la ricerca in campo metallurgico) che emetteva cambiali garantite dallo Stato per pagare i fornitori statali.

E’ la stessa situazione in cui si trova oggi l’Italia che avrebbe la possibilità di emettere titoli garantiti dalle tasse per rilanciare la domanda interna evitando di chiedere prestiti sui mercati finanziari.