di Aldo Potenza
Del Bue, su l’Avanti online, sostiene la colpa è di chi ha votato NO alla deforma costituzionale aprendo la strada all’inferno e affossando quel paradiso di “riforme” che il Renzi incompreso aveva costruito. Non conta che Renzi abbia fatto incazzare gli insegnanti; non ha nessuna rilevanza il job act che non sia piaciuto a chi è diventato precario e senza difesa nel mondo del lavoro; non ha alcun rilievo l’arroganza con cui Renzi ha affrontato le modifiche costituzionali e l’approvazione di leggi elettorali incostituzionali (è il caso della prima legge bocciata e modificata dalla Consulta e la seconda pasticciata e con gravi rilievi di incostituzionalità); non importa che proprio Del Bue a Viterbo considerasse la modifica costituzionale insieme alla legge elettorale a rischio di una gestione oligarchica del governo; non importa che Renzi considerasse i sindacati meno di nulla, mentre amasse moltissimo la Confindustria; insomma potrei continuare, ma non servirebbe a nulla, per Mauro la colpa è del popolo bue non di Renzi che ha perso 21 punti percentuali.
Ora per seguire il segretario dalle dimissioni date , ma non accettate da un organo non che non ha questa facoltà, si inventa che anche il socialismo democratico è finito, ma non lo sfiora il dubbio che a danneggiare il socialismo sia stata la scelta di seguire la strada indicata dal neoliberismo della terza via tanto amata da Renzi e da alcuni socialisti europei e nostrani.
Così, senza alcuna vera riflessione sulla natura del disastro, secondo un ragionamento che si può associare alla famosa espressione “destino cinico e baro” il psi si avvia a promuovere la grande novità: una bella ammucchiata di sindaci, liste civiche “democratiche“, terzo settore. Insomma il funerale del socialismo e del psi è servito nella speranza non più di salvare, come ha sostenuto un tempo, una storia e un partito, ma, come in realtà è sempre stato da molti anni a questa parte, un seggio non importa come e per quale obiettivo.
In fondo per Mauro e soci, la colpa di tutto questo disastro è del popolo del NO che ha ucciso il paradiso dell’era renziana. Grillo dove sei? Avrei bisogno del tuo grido di battaglia, io non ho la tua signorilità e non sono capace di gridarlo.
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