[avatar user=”Socialismo XXI Secolo” size=”thumbnail” align=”left” link=”https://www.socialismoitaliano1892.it/” target=”_blank” /] di Socialismo XXI secolo
Da Livorno 2018 siamo usciti con un impegno, provare a dare una forma compiuta ad una delle cose più belle a cui abbiamo dato vita in questi anni, la voglia dei socialisti di tornare ad essere attori del cambiamento, ripartendo dalla propria Storia per costruire il futuro.
Innanzitutto una PREMESSA
L’evento di Livorno ha segnato un profondo cambio di prospettiva, fino al 23 marzo avevamo dei dubbi e tanti, il 24 non li ha del tutto dissolti, ma ha contribuito a fare maturare una convinzione: costruire una rete di circoli socialisti è possibile.
Questo obiettivo deve però scontare alcune debolezze che dobbiamo avere ben presente.
- La presenza di giovani e donne è ancora limitata, questo fatto deve spronarci affinchè entro la data di Rimini2018 la questione sia, se non risolta, almeno avviata un percorso di ringiovanimento dell’organizzazione.
- L’altra debolezza è quella di una presenza diffusa a macchia di leopardo. Vi sono regioni in cui la struttura è solida, altre in cui si sta costituendo con rapidità ed altre in cui i ritardi sono tanti. Infine non dobbiamo nasconderci le difficoltà conseguenti alle scelte fatte per le elezioni del 4 marzo, in particolare con il compagni e le compagne della Lombardia che hanno scelto di aderire al progetto di LeU. E’ una questione importante che andrà affrontata e risolta nei prossimi mesi.
La forma della cosa
La struttura dei partiti politici di sinistra in Italia è sempre stata determinata da una cultura che non ci è propria, quella centralistica tipica del PCI, è una cultura che oggi è giunta alla sua fase terminale, ma non per questo è meno rischiosa per la democrazia, il centralismo autoritario del M5S e della Lega sono l’ultima deriva di quel modello organizzativo, non è un caso che i due leader (Salvini e Grillo) hanno frequentato quel partito (il PCI).
Il nostro obiettivo resta quello di essere una forza politica che rappresenti uno dei tanti aggettivi che accompagna Socialismo, e cioè DEMOCRATICO, pertanto la forma che deve assumere, fin dall’avvio, la nostra esperienza deve essere quella di un movimento aperto ed inclusivo, che si plasma nel contatto quotidiano con le realtà dei vari territori e con la situazione che la società ha assunto in questi 25 anni di trasformazioni, per comprendere la realtà, ma soprattutto per trasformarla da un insieme di individui verso una società aperta e solidale.
La forma possibile
Se le premesse sono condivisibili, la forma che può e deve assumere un Movimento per un Partito Socialista del e nel XXI secolo può essere quella di un’organizzazione che si basa su una rete di circoli aperti ed inclusivi, diffusi sul tutto il territorio nazionale, a partire dalle città capoluogo di provincia, coordinati a livello regionale o sovra regionale. La struttura “nazionale” deve avere il compito di definire i binari ideali e politici su cui si dovranno muovere i treni regionali.
La proposta di fare, prima del consolidamento di una struttura partitica, una Conferenza Programmatica (Rimini 2018) nasce per l’appunto da questa consapevolezza, dalla necessità di portare a sintesi le tante idee e tante proposte politiche che in questi anni i socialisti, ovunque collocati, hanno sviluppato nelle loro esperienze locali, con un lavoro di sintesi condiviso e condivisibile.
Lo stesso termine usato per definire questa strategia politica ed organizzativa, i CENTO FIORI, nasce per l’appunto dalla consapevolezza che ognuno di noi è portatore di un’idea di socialismo che si è formato nella lunga e solitaria traversata del deserto, e che in molti casi le conclusioni che abbiamo tratto dalle nostre esperienze ancora non coincidono.
La stessa ipotesi avanzata più volte da Vincenzo Lorè di una Epinay dei socialisti italiani nasce per l’appunto da questa constatazione, che esistono tante esperienze, e che, come ad Epinay nel 1971, dovranno giungere ad un confronto politico come MOZIONI politiche, le quali si dovranno confrontare in un Congresso aperto che avrà una finalità: definire il Progetto Politico per il Partito dei Socialisti nel XXI secolo.
In nessun caso dobbiamo pensare di definire dal vertice una linea politica ed una forma organizzativa. Siamo consapevoli che sono scelte che dovranno uscire da un confronto politico franco e aperto.
La forma federale
L’Italia è sempre stata il paese dei cento campanili, è una nostra bella prerogativa, e da questa visione, in alcuni casi un po’ anarcoide del nostro paese, dobbiamo partire, ma non è solo una questione storica, è anche e soprattutto una questione economica, sociale e politica.
In questi ultimi 25 anni l’Italia è tornata indietro, verso una possibile e grave frattura, quella tra un nord “avanzato” (e neppure tutto) ed un sud impoverito. Molti cavalcano questa frattura in modo strumentale. Le proposte politiche di Lega e M5S evidenziano queste diversità e addirittura le esaltano. L’idea della flat tax leghista strizza l’occhio ai “ricchi” padani, la proposta di “reddito di cittadinanza” offre una “soluzione” (impossibile) ad un problema atavico del sud, la carenza di una struttura economica e sociale stabile ed in grado di produrre lavoro.
Noi dobbiamo partire da una consapevolezza, le differenze esistono, ma non debbono essere solo rappresentate. Occorre ripartire da una analisi concreta delle situazioni concrete, senza però considerarle stabilizzate e definitive. Se il socialismo potrà avere un ruolo nel futuro questo nascerà dalla capacità di sviluppare reti di solidarietà e proposte politiche, economiche e culturali che siano in grado di ridurre progressivamente queste differenze.
Non è compito di questa breve memoria sull’organizzazione del Movimento nato il 24 marzo fare proposte su questi temi, questo sarà un compito della Conferenza Programmatica, oggi dobbiamo solo formulare una proposta organizzativa, che tenga conto di questa necessità, di CONOSCERE LA REALTA’ PER TRASFORMARLA.
L’unico modello che ci sembra adatto per rappresentare questa realtà è per l’appunto quello di una “rete federale”, di circoli locali che sappiano trarre, dai bisogni e dai meriti dei vari territori, delle soluzioni valide e buone per il futuro del nostro paese.
In sintesi almeno un circolo per ogni capoluogo di provincia (come da tempo scrive Cariglia), con dei coordinamenti territoriali (regionali o sovraregionali) ed un coordinamento nazionale molto “leggero”
E’ del tutto evidente però che questo sistema deve essere aperto ed inclusivo, non possiamo limitarci a rappresentare coloro che sono stati socialisti, dobbiamo lavorare per convincere quanti più cittadini possibile che il socialismo è l’unica idea in grado di rappresentare per davvero gli interessi di coloro che fanno del lavoro la loro ragione di vita.
Sempre Avanti verso il Socialismo del XXI secolo.
Il Comitato dei Garanti
Aldo Potenza «aldo.potenza@tin.it»
Dario Allamano «allamano@gmail.com»
Massimo Bianchi «bianchimassimo@hotmail.it»
Nicola Cariglia «n.cariglia@gmail.com»
Marzia Casiraghi «casiraghimarzia@gmail.com»
Sergio Labonia «sergio.labonia@fastwebnet.it»
Bruno LoDuca «oducaburlon@gmail.com»
Turi Lombardo «info@turilombardo.it»
Vincenzo Lorè «genova1892@libero.it»
Giampaolo Mercanzin «giampaolomercanzin@libero.it»
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La proposta sopra riportata è stata discussa ed approvata dal Comitato dei Garanti nella conferenza su Skype del 19 aprile 2019
Socialismo XXI – progetto modello organizzativo.pdf
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.