A PROPOSITO DELL’APPELLO AI SOCIALISTI DI NENCINI

[avatar user=”Aldo Potenza” size=”thumbnail” align=”left” /] di Aldo Potenza

Ho riflettuto a lungo sulla opportunità di intervenire su questo appello, poi ho deciso che i compagni socialisti meritano rispetto indipendentemente dalle esternazioni di chi momentaneamente li guida.

Orbene, un segretario che ha condiviso e fatto condividere tutte le scelte più rilevanti compiute dal PD; che ha rinunciato non solo all’autonomia di pensiero ed azione del proprio partito, ma ha compiuto scelte in contrasto con la cultura socialista sposando le idee neoliberali che erano la stella polare del PD; che ha trascinato il psi nel disastro del pd; che presenta dimissioni farlocche ad una riunione composta da segretari regionali e dai membri della segreteria nazionale, ovvero ad una riunione che non ha alcun potere in proposito; che ad oltre un mese e 20 giorni dalla cocente sconfitta elettorale, che ha ridotto il psi ad un fantasma, non ha ancora convocato il consiglio nazionale del partito; adesso si esercita a fare “l’autocritica al pd”.

Tal segretario dichiara che i soggetti politici minori, tra i quali c’è il psi, rischiano di essere privati anche del diritto di cittadinanza e allora sostiene pomposamente che “i socialisti ritengono sia giunto il momento di far pesare il loro patrimonio politico-culturale troppo a lungo negletto dalle altre componenti dell’aera del centro sinistra”.

Una affermazione che suona come una condanna non per le altre aree del centrosinistra, ma per chi ha guidato il psi. Infatti chi se non il psi avrebbe dovuto far pesare il proprio patrimonio politico-culturale? Perchè questo è stato a lungo negletto? Chi aveva il dovere di difenderlo con le azioni svolte fuori e dentro il Parlamento?

Nencini si autoassolve, gli errori sono degli altri. Oddio in un certo senso ha ragione. Infatti avendo rinunciato all’autonomia politica, avendo accettato di svogere acriticamente il ruolo di sostenitore “esterno” del pd, accusa quet’ultimo del disastro, ma così conferma ciò che da sempre abbiamo sostenuto, Nencini ha trasformato il psi in una corrente del pd e ha politicamente distrutto il partito.

Non mi addentro nelle proposte che avanza. Ne cito solo una: “la legislatura abbia un taglio costituente”. Noto che non fa più riferimento alla costituente, ma si evince l’intenzione di affidare a questo Parlamento, eletto con una legge dai tanti profili incostituzionali, il compito di riprendere il confronto sulla riforma istituzionale.

Infine mi sembra “stupefacente” la conclusione del suo appello: “L’impronta riformista cui non sono stati estranei i governi della passata legislatura (udite udite) con il torto di non averla implementata a sufficienza, prima ancora che nella gestione operativa, nella motivazione politica culturale va resa ancora più incisiva….” Insomma pare di capire che l’impianto politico culturale di quelle “riforme” venga ancora apprezzato da Nencini, così quindi il job act, la buona scuola, il tentativo di riforma costituzionale etc….sono considerati politicamente e culturalmente buona cosa.

Ogni ulteriore commento mi sembra superfluo.