SOCIALISMO CRITICO

di Fausto Fareri

Ringrazio i compagni dell’incontro franco alla Garbatella sabato scorso e sarò franco ancora nel pormi in sintonia con loro.
Il germe socialista ha certamente” infettato” la nostra cultura già centanni orsono, ma deve rinnovarsi e mutare non Dna, ma modi di aggredire la oligarchia. Per aggredirla, fuor di metafora, non è pensabile non ritrovare una via italiana al riformismo che è però priva di senso storico e politico se non si radica nella matrice resistenziale.
Nel pensiero dei Galli, Bobbio, Ruffolo si è spesa la migliore intelligenza socialista, ma questo percorso si è arenato nella opinione pubblica, complice non solo la crisi economica ma la crisi morale e sociale del nostro modello di sviluppo ed integrazione in Europa.

L’Europa è un percorso oggi difficile, imbriglia un mercato allargato saturo che ha delle “ingessature” burocratiche consone al perpetuarsi di una weberiana burocrazia che non fa autocritica perchè non ha il pungolo della cultura d’opposizione.
Cultura di ascendenza mazziniana, per la quale ben si comprende un Nenni ed il suo lungimirante operato negli anni’60, tenne il timone per evitare la svolta autoritaria, opposizione essenziale attraverso la dialettica cooperazione di Mancini e Lombardi, nonchè la lucidissima analisi critica demartiniana.
Oggi nel post-fallimento non solo del Psi degli ultimi dieci anni ma nello sperpero di consenso che il Pd, vera oligarchica macchina, sta attuando del suo elettorato, la nostra avventura d’impegno politico ha due alternative concrete: o riprendersi il partito, malconcio ma presente, oppure colpire al cuore il Pd con una iniezione di critica per far emergere i dissuasi dall’impegno interno.

Ma entrambe le strategie (breve e lungo termine ) sono condizionate da una svolta all’azione, una serie di iniziative sul territorio per ostacolare con dissenso attivo le scelte del Governo Conservatore.
Il Governo Conte muterà pelle, presto, attraverso un rabbonimento dell’autocratico Salvini, che dovrà fare un passo indietro (vedi critiche Ministro Trenta), dovrà modulare il Decreto Dignità per non far leva sul ricatto imprenditoriale, dovrà rispondere ai partners europei su due questioni: quale futuro per i Fondi Ue in Obiettivo 1 e quale riperimetrazione della sovranità. E lì, come insegnava il Prof. Bruno Conforti, uomo lungimirante e certamente poco aduso alla propaganda culturale, la nostra Carta è insuperabile nei principi cardine di ordine sociale e politico ed internazionale, solo va adeguata con leggi-quadro attuative.

Infatti il nocciolo, insisto sempre, è potenziare la 300/70 attraverso una serie di provvedimenti legislativi per settori-macro, unitamente ad una legge sulla rappresentanza sindacale attuativa del disposto art. 39 Cost, tempi maturi per rilanciare la dialettica sindacale.
Da lì ricostruire, lentamente, un percorso con le realtà socialiste e laiche italiane e non trascurare un board internazionale su quattro macro-aree: cultura, difesa, migrazione, lavoro.
Migrazione come confronto-ricchezza, migrazione che è la necessità di non lasciare esplodere l’Africa ma chiamare i Governi del Magreb ad un patto di civiltà. Il modello di integrazione però deve rispondere al concetto di autodeterminazione di quelle etnie (nulla di nuovo) ma certamente non attraverso un a nuova colonizzazione già in atto da parte del modello capitalista del 2000.

E’ una nuova schiavitù, è un nuovo dominio che non ha solo l’esigenza delle fonti energetiche, ma anche la necessità di creare un grande mercato potenziale nelle classi medie in ascesa, in quei paesi, lentamente conformato su modelli da tribali ad oligarchici. E’ il dramma dell’Africa, è il dramma dei nostri errori.

Un Fronte Laico riformista è auspicabile, ma come scelta federata e naturalmente lenta, progressiva, ma mediata da un elite intellettuale che elabori una formula politica flessibile ma coerente con auspicabile cogestione aziendale, autogestone locale di servizi sociali essenziali, fiscalità con zone franche (vedi ZES) e reddito d’inclusione ancorato al contratto collettivo ultimo applicato.
Azione Socialista che potremmo porre come nuovo soggetto politico federato, per una sintesi tra pensiero azionista e socialismo critico.