L’OTTIMISMO DELLA VOLONTA’

di Dario Allamano

Sabato scorso per motivi personali non sono stato presente alla Garbatella, mi spiace molto perché era un appuntamento a cui non volevo mancare, sono  però contento perché a detta di tutti coloro che hanno partecipato al seminario è stato un incontro di alto livello politico e culturale.

E’ la conferma che  il percorso avviato questa primavera, con l’evento di Livorno del 24 marzo, ha una sua validità intrinseca. L’aver scelto la ripartenza dal “basso”, senza attendere le direttive di se-dicenti leaders funziona, c’è un mondo diffuso di tanti compagni e compagne che nei vari territori rappresenta il meglio del socialismo italiano, gente che ha traversato un deserto senza mai abbandonare la rossa bandiera su cui splende il sol dell’avvenir.

Il seminario della Garbatella era una prima verifica sulla solidità del movimento che si era auto-generato a Livorno, ed è stata una verifica assolutamente positiva. Alcuni hanno ceduto, per stanchezza o per inseguire brutti sogni, ma chi c’era era rappresentativo di tutti i territori italiani.

E’ da questa base solida che occorre partire per costruire i pilastri della nuova casa socialista, senza nasconderci che ci sono delle questioni ancora irrisolte. L’obiettivo che ci eravamo dati a Livorno 2018 era esplicito, un circolo in ogni città nel più breve tempo possibile, purtroppo ad oggi siamo presenti a macchia di leopardo.

In alcuni luoghi siamo forti (un esempio Roma ed i Circoli dei castelli romani), in altri luoghi in cui potevamo procedere con rapidità ci siamo fermati (penso alla Toscana ed al Veneto), c’erano dei buchi che si stanno colmando (la Lombardia) e regioni che, pur essendo un po’ in ritardo ormai viaggiano a mille (l’Emilia Romagna). Umbria-Marche, Sicilia e Piemonte erano territori in cui il radicamento era già solido prima di Livorno e stanno confermando la loro presenza nel movimento.

Dall’elenco sopra descritto emerge con nettezza un fatto, siamo molto deboli nel sud (ad eccezione della Sicilia), ed è una questione che va affrontata con determinazione. Un movimento politico socialista per il XXI secolo non può essere zoppo, non può essere assente in regioni e territori fondamentali per il futuro dell’Italia.

Non possiamo e non dobbiamo accontentarci di alcune sparute presenze individuali, magari di alto livello, molto impegnate nella riuscita del Progetto ma troppo isolate. L’impegno di Vincenzo Lorè e Giovanni Oranges è ammirevole, ma non debbono e non possono essere lasciati soli.

Sabato scorso è un punto di arrivo ed un punto di ri-partenza. Dobbiamo però comprendere sino in fondo il secondo messaggio lanciato a Livorno: “non esiste un vertice di comando del Movimento per il Socialismo XXI secolo”, lo sviluppo della nostra iniziativa sarà forte se saranno robusti i livelli locali. La scelta dei coordinatori regionali, che organizzeranno il viaggio verso Rimini (ed anche dopo), non compete al Comitato dei Garanti (che deve solo garantire l’ordinato svolgimento delle attività fino a Rimini), è una scelta che compete all’autonoma decisione di ogni regione, è l’applicazione concreta del messaggio che abbiamo lanciato a Livorno: l’autonomia dei territori in una struttura nazionale di modello federale.

Socialismo XXI non è un Partito centralistico in cui esistono alcuni se-dicenti leaders che “danno la linea”, ma tanti compagni e compagne che si organizzano per costruire qualcosa di veramente innovativo in risposta ad una fase in cui centralismi burocratici ed autocratici la fanno da padroni.

Noi dobbiamo essere qualcosa di diverso, una VERA ALTERNATIVA POLITICA ED ORGANIZZATIVA ai modelli dominanti.

Non dobbiamo poi fare l’errore che DeMartino fece (mai più al Governo senza PCI). Non possiamo inseguire altri (di destra o di sinistra) sulle loro posizioni politiche, l’esperienza del 1976 deve insegnarci che essere subalterni ad altri non porta nessun vantaggio, di fronte all’appiattimento su posizioni altrui l’elettorato sceglie il primo marchio, non la copia.

Questo è il compito che ci siamo assunti con la decisione di fare a Rimini una Conferenza Programmatica entro fine anno. Sarà l’occasione in cui dovremo definire quali saranno i contenuti e le parole d’ordine di un nuovo ed autonomo Progetto Politico.

L’idea delle compagne e dei compagni dell’Emilia di organizzare a metà settembre un evento politico a Budrio è un buon segnale, la loro disponibilità a farlo diventare un incontro dei socialisti del centro nord una atto molto utile per un ulteriore confronto prima di Rimini, ma soprattutto a metà settembre dovremo aver chiaro quali saranno i territori che avranno definito le loro strutture organizzative minime (almeno 3-5 compagni/e per regione disponibili a lavorare pancia a terra per Rimini).

Il salto di qualità nel nostro procedere sarà però determinante se nello stesso giorno riusciremo ad organizzare in una città del sud un evento simile, mi rendo conto che è difficile, ma l’esperienza mi ha insegnato che nulla è impossibile.

Nel 2008 come LabourBuozzi (anzi Labouratorio Piemonte perchè così ci chiamavamo allora) cercavamo un punto di confronto con altri socialisti del nord ovest, con un po’ di presunzione lanciammo, a settembre, un messaggio in bottiglia su cui c’era scritto: “i socialisti del nord ovest si incontrano a Galliate il 18 ottobre”.

Quel giorno al Castello Sforzesco scoprimmo che i socialisti c’erano e non erano pochi, e lì in quella sala lanciammo l’idea del Gruppo di Volpedo, che nacque sostanzialmente due mesi dopo, in un giorno di sole in mezzo a due nevicate da tregenda, ed anche in quel giorno 60 socialisti e socialiste si incontrarono in Piazza Quarto Stato.

In molti casi l’ottimismo della volontà prevale sul pessimismo della ragione.

Sempre Avanti! verso Rimini