DOPO BUDRIO IN ATTESA DI NAPOLI E RIMINI

di [avatar user=”Aldo Potenza” size=”thumbnail” align=”left” /] Aldo Potenza

Dopo un inizio a dir poco irrituale, che ha promosso un Governo nato da un contratto privato e ha espresso un Presidente evanescente, incominciano seri problemi.

Il più eclatante riguarda i contrasti che accompagnano la nomina del responsabile delle azioni necessarie per restituire agli sfrattati una abitazione e un giusto risarcimento, a Genova una infrastruttura strategica. Seguono a ruota le contese per il reddito di cittadinanza e per la flax tax, per non parlare delle iniziative europee con Orban.

Insomma forse Lega e M5S sapranno trovare un compromesso che speriamo non devasti il bilancio dello Stato, ma è evidente l’esistenza di due linee politiche conflittuali e la scelta  di stare insieme per mancanza di alternative, resa ancora più evidente dalle iniziative di Salvini che continua a curare il rapporto politico con il centro destra secondo la logica che “del domani non c’è certezza“.

Ciò che preoccupa è la mancanza di una credibile opposizione.

Il PD, che ancora rappresenta la compagine politica che raccoglie maggiori consensi, non riesce a darsi una politica condivisa; è attraversato da profonde divisioni e c’è chi sostiene che sia necessario rifondarlo.

Malgrado quanto accaduto, ancora non si scorgono nel PD serie riflessioni sulle ragioni del disastro e si continua a credere che la scelta di far convivere storie politiche che affondano le radici in culture molto diverse possa rappresentare una risorsa e non una difficoltà.

Se questo è il quadro politico che schematicamente rappresenta le difficoltà italiane, non si può tacere la complessità della condizione che caratterizza l’unione europea tra sovranismi in crescita, trumpismo destabilizzante, simpatie più o meno evidenti per Putin e le azioni condotte dalla Cina che si scopre globalista occupando spazi strategici come in Africa e non solo.

Insomma stiamo attraversando una stagione di instabilità nella quale occorrerebbe una grande capacità di disegnare il futuro e di rilanciare su basi diverse l’Europa, invece si assiste ad un peggioramento delle relazioni e a una mancanza di leadership. Tutto ciò accade per giunta nel pieno di profondi cambiamenti che la robotica promuoverà nel mondo del lavoro e quelli derivanti da una insensata disattenzione sullo stato di salute del nostro pianeta.

Manca in Italia la capacità di riannodare i fili politici e culturali che costruirono grandi forze  rese coese grazie ad una comune sensibilità  sociale.

Il nostro compito è di lavorare affinchè si superino le confuse aggregazioni che nascono a causa degli errori politici commessi da una sinistra incapace di fare i conti con la storia.

L’elettorato italiano o si rifugia nell’astensione o verso movimenti populisti autoritari caratterizzati da orientamenti programmatici contraddittori a causa della profonda sfiducia verso un ceto politico usurato dal tempo a dalle azioni compiute.

A Rimini, pur consapevoli della nostra limitata forza, cercheremo di offrire una risposta razionale al  cambiamento che è in atto, ma per governarlo non per bloccarlo. La “decrescita felice” non è nella nostra cultura, noi siamo per il Progresso del popolo.

Lo faremo rivolgendoci alle forze sindacali a quelle politiche più vicine alle nostre sensibilità sociali a cominciare dal popolo socialista oggi privo di un riferimento coerente con la sua storia politica e valoriale: l’obiettivo è superare l’anomalia italiana e restituire al nostro Paese una forza di orientamento socialista.

Lo dobbiamo all’Italia, alle nuove generazioni e a quanti hanno perso persino la speranza di una vita migliore.