di [avatar user=”Aldo Potenza” size=”thumbnail” align=”left” /] Aldo Potenza
Dopo un inizio a dir poco irrituale, che ha promosso un Governo nato da un contratto privato e ha espresso un Presidente evanescente, incominciano seri problemi.
Il più eclatante riguarda i contrasti che accompagnano la nomina del responsabile delle azioni necessarie per restituire agli sfrattati una abitazione e un giusto risarcimento, a Genova una infrastruttura strategica. Seguono a ruota le contese per il reddito di cittadinanza e per la flax tax, per non parlare delle iniziative europee con Orban.
Insomma forse Lega e M5S sapranno trovare un compromesso che speriamo non devasti il bilancio dello Stato, ma è evidente l’esistenza di due linee politiche conflittuali e la scelta di stare insieme per mancanza di alternative, resa ancora più evidente dalle iniziative di Salvini che continua a curare il rapporto politico con il centro destra secondo la logica che “del domani non c’è certezza“.
Ciò che preoccupa è la mancanza di una credibile opposizione.
Il PD, che ancora rappresenta la compagine politica che raccoglie maggiori consensi, non riesce a darsi una politica condivisa; è attraversato da profonde divisioni e c’è chi sostiene che sia necessario rifondarlo.
Malgrado quanto accaduto, ancora non si scorgono nel PD serie riflessioni sulle ragioni del disastro e si continua a credere che la scelta di far convivere storie politiche che affondano le radici in culture molto diverse possa rappresentare una risorsa e non una difficoltà.
Se questo è il quadro politico che schematicamente rappresenta le difficoltà italiane, non si può tacere la complessità della condizione che caratterizza l’unione europea tra sovranismi in crescita, trumpismo destabilizzante, simpatie più o meno evidenti per Putin e le azioni condotte dalla Cina che si scopre globalista occupando spazi strategici come in Africa e non solo.
Insomma stiamo attraversando una stagione di instabilità nella quale occorrerebbe una grande capacità di disegnare il futuro e di rilanciare su basi diverse l’Europa, invece si assiste ad un peggioramento delle relazioni e a una mancanza di leadership. Tutto ciò accade per giunta nel pieno di profondi cambiamenti che la robotica promuoverà nel mondo del lavoro e quelli derivanti da una insensata disattenzione sullo stato di salute del nostro pianeta.
Manca in Italia la capacità di riannodare i fili politici e culturali che costruirono grandi forze rese coese grazie ad una comune sensibilità sociale.
Il nostro compito è di lavorare affinchè si superino le confuse aggregazioni che nascono a causa degli errori politici commessi da una sinistra incapace di fare i conti con la storia.
L’elettorato italiano o si rifugia nell’astensione o verso movimenti populisti autoritari caratterizzati da orientamenti programmatici contraddittori a causa della profonda sfiducia verso un ceto politico usurato dal tempo a dalle azioni compiute.
A Rimini, pur consapevoli della nostra limitata forza, cercheremo di offrire una risposta razionale al cambiamento che è in atto, ma per governarlo non per bloccarlo. La “decrescita felice” non è nella nostra cultura, noi siamo per il Progresso del popolo.
Lo faremo rivolgendoci alle forze sindacali a quelle politiche più vicine alle nostre sensibilità sociali a cominciare dal popolo socialista oggi privo di un riferimento coerente con la sua storia politica e valoriale: l’obiettivo è superare l’anomalia italiana e restituire al nostro Paese una forza di orientamento socialista.
Lo dobbiamo all’Italia, alle nuove generazioni e a quanti hanno perso persino la speranza di una vita migliore.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.