RIFLESSIONI SULL’ECO-SOCIALISMO NON NATO

di Antonino Martino | Si è tenuta il 16 u.s., l’assemblea di “Ricostruzione”, lanciata da Articolo Uno Mdp a Roma che ho seguito con parecchio interesse.Le prospettive erano infatti molto interessanti per un fautore del Socialismo del XXI Secolo: si parlava di un partito eco-socialista da costruire partendo dal basso, al di là delle elezioni Europee. Parole che parevano echeggiare le nostre dichiarazioni programmatiche enunciate a Livorno il 24 Marzo scorso e che ribadiremo a Rimini dall’8 al 10 Febbraio prossimi.Dall’ascolto della lunga assemblea sono uscito però davvero sconcertato, essendosi purtroppo realizzate le previsioni più fosche di compagni che erano, oggi dico a ragione, molto più pessimisti di me sull’iniziativa. A cominciare dalla relazione di Arturo Scotto, passando per l’intervento di Perluigi Bersani e la chiusura di Roberto Speranza ho sentito utilizzare il termine “eco-socialista” poche volte e soprattutto l’ho sentito utilizzato per proporre un restyling di ciò che già c’è, una “minestra riscaldata”, con una classe dirigente reduce da 20 anni di errori oggettivi e soggettivi che si ripropone tal quale. Si è parlato, sul palco e nei corridoi, tanto di elezioni, di quanto male stia facendo questo governo all’Italia, di grandi temi di geopolitica, ma ciò che è emerso è una linea politica confusa, abbastanza subalterna a ciò che succede nel Partito Democratico, con i continui appelli a questa forza politica che dovrebbe decidere se essere liberale o socialista. Una subalternità che ha fatto assomigliare i protagonisti dell’assemblea di ieri ad innamorati respinti di fronte ad un interlocutore che, anche nella sua versione più progressista rappresentata da Nicola Zingaretti, non mette in alcun modo in discussione il Partito Democratico per com’è ora configurato, del resto basta guardare i sostenitori di quella mozione per averne conferme, da Franceschini a Gentiloni, per fare solo due esempi.  Vorrei concludere rivolgendomi a quei compagni e a quelle compagne che dentro Articolo Uno davvero si sentono socialisti e credono in una prospettiva di un partito Eco-socialista del XXI secolo, da costruire al di là delle scadenze elettorali, perché strumento di trasformazione politica dei prossimi decenni e non mero cartello elettorale: ve lo dico con il rispetto dovuto compagne e compagni, con quel rispetto che si deve avere quando si parla di ciò che succede in altre organizzazioni non proprie, però questo è davvero il tempo delle scelte.  E’ il tempo di scegliere da che parte stare, è il tempo di avere il coraggio di costruire insieme una prospettiva Socialista nel XXI Secolo.Capiamo i timori, collettivi ed individuali, come Socialismo XXI siamo consapevoli di essere una forza piccola e non certo sufficiente, ad oggi, a questa impresa di ricostruzione del Socialismo Italiano, ma altrettanto sappiamo che in questi mesi molte compagne e molti compagni si sono avvicinati a noi, hanno cominciato a percorrere con noi una strada che sempre meno sembra una traversata nel deserto e che sempre di più appare la costruzione di un primo villaggio, sempre più solido ed accogliente, verso la città del Socialismo del XXI secolo. Da Livorno a Rimini è stato un percorso intenso ma pieno di soddisfazioni, capace di intercettare energie ormai disperse nel grande mare dell’astensionismo o della rassegnazione.  Da Rimini, inizierà un percorso nuovo con un chiaro manifesto politico programmatico ed una classe dirigente nuova, capace di coniugare l’esperienza dei compagni che questo processo hanno meritoriamente aperto con quella dei tanti giovani che si sono avvicinati e meritano di partecipare alla gestione di questo processo. Noi compagne e compagni, a Rimini non lanceremo un partito, ma un movimento politico che sappia intercettare tutti coloro che pensano che occorra un momento costituente, quello che chiamiamo la Epinay del Socialismo italiano, perché un partito non si costruisce a tavolino o in assemblee più o meno manovrate. Un partito si costruisce nella proposta politica, nella battaglia delle idee, nella limpidezza e nel coraggio delle posizioni, nell’apertura vera a tutte le sensibilità politiche socialiste e su tutti i temi, nella garanzia di processi veramente democratici e dal basso. Io penso, compagne e compagni, che Rimini 2019 sia anche casa vostra e spero di incontrarvi in questa nostra tre giorni. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

QUI NUOVA YORK, VI PARLA RUGGERO ORLANDO

Ruggero Orlando nacque nel 1907 a Verona, suo padre, insegnante di matematica all’Università La Sapienza di Roma, morì sull’Isonzo nel 1915. Ruggero si iscrive all’università, facoltà di matematica, per lealtà verso il padre, ma la sua passione è il giornalismo. Nel 1936 inizia a collaborare all’Eiar, sostituendo i redattori del Giornale Radio che andavano in vacanza e scrivendo note biografiche su personalità italiane e straniere che diventavano di attualità morendo: “nel 1937 – ricordava Orlando – avevo scritto i necrologi di Guglielmo Marconi e di Angelo Musco, dissi in redazione all’Eiar, che allora stava in via Montello: meno male siamo giunti alla lettera m, senza che nessuno denunciasse il mio macabro augurio a Mussolini…” All’Eiar il direttore dei servizi giornalistici Pio Casali entra in contrasto con Carlo Franzero inviato da Londra, Ruggero Orlando è pertanto mandato nella capitale britannica a sostituirlo. Da Londra manda anche corrispondenze a La Gazzetta del Popolo e Il Messaggero, collabora anche alla Bbc per una sterlina al giorno, una bella cifra per quei tempi. Su invito di Nenni collabora con L’Avanti!, ma sospenderà la sua collaborazione dopo la firma del patto di collaborazione fra comunisti e socialisti. Scoppiata la seconda guerra mondiale viene arrestato, liberato successivamente dirige con compagni e connazionali redige Radio Italia, che il governo britannico finanzia come arma di guerra, i messaggi venivano trasmessi ad onde corte ed erano molto ascoltati in Italia dagli antifascista. Tornato in Italia nell’ultimo anno e mezzo di guerra, nel dopoguerra inizia a trasmettere nella neonata Rai, collabora con L’Opinione diretta da Franco Antonicelli, e con l’Avanti!. Nel 1938 Orlando si iscrive alla Sezione di Londra del Partito Socialista Italiano, e dopo aver sposato il 4 dicembre 1940 Friedl Bamberger, una tedesca di origine ebraiche costretta a lasciare il suo paese per sfuggire alle persecuzioni razziali, fu assoldato dal Political intelligence department, divenendo, con lo pseudonimo Gino Calzolari, uno dei principali redattori di Radio Londra, programma radiofonico in italiano curato dalla BBC nell’ambito dell’European Service. Nel 1941, con Umberto Calosso e i fratelli Paolo e Pietro Treves, fu tra i fondatori del Free Italy movement, sodalizio sostenuto dai laburisti inglesi e finanziato dallo Special operations executive per contribuire alla liberazione dell’Italia dal fascismo. Durante l’ultimo anno di guerra fu attivo anche in Italia come conduttore di trasmissioni dagli studi della RAI, sorta nell’ottobre 1944 dalle ceneri dell’EIAR, e come agente di collegamento tra le truppe angloamericane e i gruppi partigiani del basso Po. Di nuovo a Londra è corrispondente radiofonico della Rai da Londra dal 1948 al 1955, invia corrispondenze anche per Il Messaggero, per il settimanale Epoca, insieme con Luigi Barzini junior scrive il servizio sull’incoronazione di Elisabetta II. Ruggero Orlando si trova in Inghilterra il 20 gennaio 1948, quando viene ucciso il Mathama Gandhi. Affermatosi come uno dei principali referenti del socialismo italiano a Londra (dove nacque anche suo figlio Raffaello, futuro musicista e studioso di culture orientali), nel 1954, proprio mentre in Italia iniziava l’era della televisione, decise di trasferirsi negli Stati Uniti; vi rimase per quasi un ventennio, come inviato della RAI e come collaboratore di alcune testate, tra cui il settimanale L’Europeo. Il passaggio da Londra a New York coincide con l’avvento e la diffusione in Italia della televisione. Inizialmente manda servizi filmati dalle Nazioni Unite, dotate di studi televisivi, poi avrà un proprio studio ed operatori italiani in un centro della bassa città. Sarà corrispondente da New York per la Rai dal 1955 al 1972, corrispondente dall’America anche per L’Europeo, Il Gazzettino di Venezia. L’ufficio newyorkese di Orlando era una specie di attrazione turistica per chiunque arrivava dall’Italia: “mi veniva a trovare gente umile, cantanti, deputati, ministri, io intervistavo tutti, non so quanta della mia roba finisse in onda a Roma. Dicevo di avere probabilità di sopravvivere più a lungo dei miei colleghi della carta stampata, loro vedevano che veniva storpiati e tagliati i loro servizi, io non lo sapevo e quindi evitavo di farmene il sangue marcio. Per la visita di uomini di governo italiani arrivavano gli inviati speciali, i corrispondenti permanenti come me avevano però poco timore di questi concorrenti che si intendevano molto dei gusti personali del politico, ma poco dei problemi da toccare in America. Io me ne infischiavo, continuavo a fare il mio servizio americano”. E’ Ruggero Orlando ad intervistare Marylin Monroe e Frank Sinistra, ricevuto all’istituto italiano di cultura di New York. Ruggero Orlando trascorse in America 18 anni, quelli che vanno dalla presidenza Eisenhewer a quella di Nixon, a differenza dell’Europa negli Stati Uniti non era l’argomento preminente, quindi Orlando si occupa anche di costume. Le sue corrispondenze dagli Stati Uniti ne resero indimenticabili il volto e la voce: “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”. Il cenno della mano per chiudere il collegamento e salutare i telespettatori, la erre un po’ blesa, uno strano dimenarsi davanti alle telecamere, erano i tratti distintivi che fecero di Orlando non solo un inconfondibile giornalista, ma anche uno dei soggetti prediletti da Alighiero Noschese per le sue imitazioni. Aveva un rigido purismo, per il quale doveva sempre dire Nuova York e mai New York, ciò diventava modesto rigore nel dare le notizie con un linguaggio secco ed improvvisato, ma sempre chiaro e credibile. Raccontò agli italiani le vicende dei presidenti, la crisi di Cuba, la tragedia di Dallas e la lunga notte dell’allunaggio, quando dagli Stati Uniti andò su tutte le furie perché Tito Stagno, in studio da Roma, aveva anticipato di qualche minuto la notizia del primo storico passo di Neil Armostrong sul suolo lunare. Nel 1972 si dimise dalla Rai e si candidò nelle liste del Partito Socialista Italiano, sarà il primo dei non eletti, ma subentrerà a Riccardo Lombardi, capolista a Roma per ragioni di prestigio, ma che si era impegnato ad optare per il suo collegio milanese. Allorquando venne eletto la sua liquidazione della Rai venne decurtata del 50% dal fisco che l’aveva considerata parte del reddito annuo. “Da deputato andai al ministero delle finanze, sostenendo che la liquidazione era risparmio sulle …

LA CONFERENZA PROGRAMMATICA DI SOCIALISMO XXI SI TERRA’ L’8-9-10 FEBBRAIO A RIMINI

Chiediamo scusa  a tutti, ma abbiamo dovuto anticipare le date perché la settimana successiva a Rimini si terrà una grande fiera eno-gastronomica che ha reso molto difficile reperire sale e camere d’albergo, ed anche i costi erano ovviamente più alti. I lavori della Conferenza saranno concentrati soprattutto nei giorni di sabato 9 e domenica 10. Il venerdì sera si terrà una riunione per definire gli ultimi dettagli organizzativi,  che sarà comunque aperta a tutti coloro che vorranno partecipare. Il sabato si faranno dei tavoli tematici (una dozzina) perchè, sulla base della prassi già adottata a Livorno,  riteniamo sia utile ed importante ascoltare innanzitutto le riflessioni di  compagne e  compagni di base sui temi sociali, economici  e politici presenti e futuri e sulle prospettive del Socialismo nel XXI secolo in Italia. La domenica  sarà invece in seduta plenaria. Durante la sessione del mattino verranno presentate le conclusioni dei gruppi di lavoro, a seguire verrà discusso ed adottato il documento politico conclusivo della Conferenza, predisposto dal Comitato dei Garanti, il quale, come stabilito a Livorno, concluderà la sua attività con Rimini 2019. Infine si procederà alla costituzione dell’Associazione Socialismo XXI ed alla nomina dei gruppi dirigenti pro tempore. Sia l’associazione che i suoi gruppi dirigenti, regionali e nazionale, resteranno in carica sino alla conclusione dei lavori della Epinay del Socialismo Italiano, che ci auguriamo possa svolgersi l’estate del 2020. Fraterni saluti e Sempre Avanti verso Rimini!!!   P.S. Dalla prossima settimana sarà possibile iniziare a prenotare le presenze a Rimini presso il compagno Giuliano Sottani.  In questi giorni stiamo definendo gli ultimi dettagli della convenzione con gli alberghi a prezzi molto interessanti.  SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Nella Foto l’allora Ministro della Sanità Luigi Mariotti di Enzo Giannini | Breve compendio su obiettivi e norme di riferimento Riferimenti Legge 23 dicembre 1978, n. 833 – Istituzione del servizio sanitario nazionale in Gazz. Uff. del 28 dicembre 1978, n. 360 Decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 22 9 Norme per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale in Suppl. ordinario alla Gazz. Uff. del 16 luglio, n. 165 Organizzazione Mondiale Sanità – World Health Report 2000 Decreto del presidente del consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. (17A02015) in Gazz. Uff. del 18 marzo 2017 n. 65 IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Prima della istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) il sistema assistenziale-sanitario era basato su numerosi “enti mutualistici” o “casse mutue”. Il più importante era l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro le Malattie (INAM). Ciascun ente era competente per una determinata categoria di lavoratori che, con i familiari a carico, erano obbligatoriamente iscritti allo stesso, fruendo in questo modo dell’assicurazione sanitaria per provvedere alle cure mediche e ospedaliere. Tale prestazione era finanziata con i contributi versati dagli stessi lavoratori e dai loro datori di lavoro. Il diritto alla tutela della salute era quindi correlato non all’essere cittadino ma all’essere lavoratore (o suo familiare), con conseguenti casi di mancata copertura. Potevano tuttavia capitare sperequazioni tra gli stessi assistiti, a causa della disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle varie casse mutue. Questo sistema era complessivamente e popolarmente chiamato mutua, termine che in Italia è stato utilizzato per tantissimo tempo anche dopo il suo superamento. La legge 13 marzo 1958, n. 296 – emanata durante il Governo Fanfani II – istituì per la prima volta in Italia il ministero della Sanità, scorporandolo dal ministero dell’Interno. Il primo titolare del dicastero fu Vincenzo Monaldi. Con la legge 12 febbraio 1968, n. 132 (cosiddetta “legge Mariotti”, dal nome del ministro Luigi Mariotti, esponente del Partito Socialista Italiano), fu riformato il sistema degli ospedali, fino ad allora per lo più gestiti da enti di assistenza e beneficenza, trasformandoli in enti pubblici (“enti ospedalieri”) e disciplinandone l’organizzazione, la classificazione in categorie, le funzioni, nell’ambito della programmazione nazionale e regionale, ed il finanziamento. La legge 23 dicembre 1978, n. 833 soppresse il sistema mutualistico ed istituì il “Servizio Sanitario Nazionale”, con decorrenza dal 1º luglio 1980. Come funziona il SSN Attraverso il SSN viene data attuazione all’art. 32 della Costituzione italiana, che sancisce il “diritto alla salute” di tutti gli individui. Si pone dunque come un sistema pubblico di carattere “universalistico”, tipico di uno Stato sociale, che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato dallo Stato stesso attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali con ticket sanitari (cioè delle quote con cui l’assistito contribuisce alle spese) e prestazioni a pagamento. Esso è costituito sostanzialmente dai vari servizi sanitari regionali, dagli enti e istituzioni di rilievo nazionale e dallo Stato, volti a garantire l’assistenza sanitaria ovvero la tutela o salvaguardia della salute dei cittadini, qualificata dalla legge italiana come “diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.” Secondo una ricerca dell’OMS del 2000, l’Italia aveva il secondo sistema sanitario migliore al mondo in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini, dopo la Francia. Nel 2014, secondo una classifica elaborata da Bloomberg, risultava terza nel mondo per efficienza della spesa. In base al principio di sussidiarietà, il servizio sanitario è articolato secondo diversi livelli di responsabilità e di governo: livello centrale – lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute, mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA); livello regionale – le Regioni hanno la responsabilità diretta della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del Paese. I principi del Servizio Sanitario Nazionale Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione, che recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Principi fondamentali I principi fondamentali su cui si basa il SSN sin dalla sua istituzione, avvenuta con la legge istitutiva del 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Universalità Significa l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione, in osservanza del nuovo concetto di salute introdotto con la legge di istituzione del SSN. La salute, a partire dal 1978, è stata intesa infatti non soltanto come bene individuale ma soprattutto come risorsa della comunità. Il SSN applica questo principio attraverso la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, con una organizzazione capillare sul territorio nazionale, i cui servizi sono erogati dalle Aziende sanitarie locali, dalle Aziende ospedaliere e da strutture private convenzionate. Tutti garantiscono, in modo uniforme, i Livelli essenziali di assistenza (Lea) alla popolazione. Universalità Significa l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione, in osservanza del nuovo concetto di salute introdotto con la legge di istituzione del SSN. La salute, a partire dal 1978, è stata intesa infatti non soltanto come bene individuale ma soprattutto come risorsa della comunità. Il SSN applica questo principio attraverso la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, con una organizzazione capillare sul territorio nazionale, i cui servizi sono erogati dalle Aziende sanitarie locali, dalle Aziende ospedaliere e da strutture private convenzionate. Tutti garantiscono, in modo uniforme, i Livelli essenziali di assistenza (Lea) alla popolazione. Uguaglianza I cittadini devono accedere alle prestazioni del SSN …

LA RASSEGNA DEI CONCORSI PUBBLICI

Gazzetta Ufficiale 4° Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 94 del 27.11.2018 e n. 95 del 30.11.18 ENTI LOCALI  COMUNE DI CAROSINO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di istruttore direttivo assistente sociale, categoria D, a tempo indeterminato e parziale 50%, con riserva in favore dei volontari delle Forze armate. (18E11981) COMUNE DI CAROSINO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di istruttore direttivo tecnico, categoria D, a tempo indeterminato e parziale 50%. (18E11982) COMUNE DI CASTEL SAN GIOVANNI RETTIFICA Rettifica e riapertura dei termini del concorso pubblico, per esami, per la copertura di due posti a tempo pieno ed indeterminato di istruttore amministrativo, categoria C, da assegnare al settore affari generali, legali ed istituzionali e al settore economico-finanziario. (18E12067) COMUNE DI CERVARO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura a tempo part time 50% ed indeterminato, di un posto di istruttore direttivo tecnico, categoria D. (18E12050) COMUNE DI CERVARO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura, a tempo part time 50% ed indeterminato, di un posto di istruttore tecnico, categoria C. (18E12051) COMUNE DI CERVARO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura, a tempo part time 50% ed indeterminato, di un posto di istruttore direttivo amministrativo, categoria D. (18E12052) COMUNE DI COLONNELLA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di collaboratore professionale conduttore macchine operatrici complesse, categoria B3, part-time 83,33% trenta ore settimanali. (18E12008) COMUNE DI COMACCHIO CONCORSO (scad. 12 dicembre 2018) Conferimento di un incarico di alta specializzazione di istruttore direttivo amministrativo contabile, a tempo pieno e determinato, da assegnare al Settore I, Servizio istituti culturali. (18E12027) COMUNE DI DOLO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per soli esami, per la copertura a tempo indeterminato e pieno, di un posto di istruttore tecnico, categoria C, da assegnare al settore lavori pubblici. (18E12047) COMUNE DI GAVARDO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per soli esami, per la copertura di un posto di operaio, categoria B, a tempo pieno ed indeterminato, presso l’area infrastrutture. (18E12015) COMUNE DI GORDONA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di operaio specializzato, categoria B, a tempo pieno trentasei/trentasei ore ed indeterminato. (18E12028) COMUNE DI LAVENA PONTE TRESA CONCORSO (scad. 21 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di agente di polizia locale, categoria C, a tempo pieno ed indeterminato. (18E12007) COMUNE DI LOREGGIA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto, a tempo pieno ed indeterminato, di operaio comunale stradino, manutentore, categoria B3. (18E12017) COMUNE DI MANZIANA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Selezione pubblica, per esami, per la formazione di una graduatoria finalizzata alla copertura di un posto di istruttore amministrativo, categoria C, a tempo indeterminato, riservato alle categorie protette ai sensi della legge n. 68/1999. (18E12125) COMUNE DI PAESE CONCORSO (scad. 7 gennaio 2019) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di istruttore amministrativo-contabile, categoria C, a tempo pieno ed indeterminato, riservato prioritariamente ai volontari delle Forze armate. (18E12073) COMUNE DI TORANO CASTELLO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di due posti di funzionario tecnico, categoria D, a tempo pieno ed indeterminato. (18E12009) COMUNE DI VASANELLO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di istruttore di vigilanza, categoria C1 (18E12054) UNIONE DEI COMUNI DELL’APPENNINO BOLOGNESE DI VERGATO CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di specialista di vigilanza, categoria D, presso il servizio intercomunale di polizia municipale dei comuni di Castel’Aiano, Marzabotto, Monzuno e Vergato. (18E12053) UNIONE DEI COMUNI LOMBARDA PREALPI DI DUMENZA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura, a tempo pieno ed indeterminato, di un posto di istruttore, categoria C, presso l’ufficio tecnico. (18E12049) UNIONE COMUNI MODENESI AREA NORD DI MIRANDOLA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Selezione pubblica per l’individuazione di diverse unita’, a tempo pieno ed indeterminato, di agente di polizia municipale, categoria C, da assegnare ai servizi di polizia municipale. (18E12065) UNIONE COMUNI MODENESI AREA NORD DI MIRANDOLA CONCORSO (scad. 27 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di istruttore direttivo amministrativo, categoria D, a tempo pieno ed indeterminato, da assegnare al servizio affari generali – segreteria. (18E12126) UNIONE LODIGIANA GRIFONE DI CASALETTO LODIGIANO CONCORSO (scad. 7 gennaio 2019) Selezione pubblica per la formazione di una graduatoria di istruttori amministrativo-contabili, categoria C, a tempo determinato, da assumere in base alle esigenze dell’Unione. (18E12068) COMUNE DI ALTAMURA CONCORSO (scad. 15 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di istruttore direttivo amministrativo, categoria D, a tempo indeterminato. (18E12085) COMUNE DI ALTAMURA CONCORSO (scad. 15 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di istruttore direttivo tecnico, categoria D, a tempo indeterminato. (18E12086) COMUNE DI AMBIVERE CONCORSO (scad. 13 dicembre 2018) Concorso pubblico per la copertura di un posto di istruttore direttivo tecnico, categoria D, con l’incarico di responsabile del settore tecnico, a tempo determinato e part-time diciotto ore. (18E12104) COMUNE DI ARICCIA CONCORSO (scad. 30 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di farmacista, categoria D3, a tempo pieno ed indeterminato. (18E12083) COMUNE DI BRESCIA CONCORSO (scad. 17 dicembre 2018) Concorso pubblico, per esami, per la copertura di tre posti di istruttore direttivo culturale, bibliotecario, categoria D, a tempo indeterminato. (18E12101) COMUNE DI CAMPOMARINO CONCORSO (scad. 30 dicembre 2018) Concorso pubblico, per titoli ed esami, riservato ai sensi dell’articolo 35, comma 3-bis, lettera b), del decreto legislativo n. 165/2001, per la copertura di un posto di istruttore tecnico, categoria C, a tempo pieno ed indeterminato. (18E12092) COMUNE DI CARRARA CONCORSO (scad. 15 dicembre 2018) Selezione pubblica, per prova orale, per l’individuazione di un posto di dirigente a tempo determinato per il conferimento dell’incarico di …

COMITATO PER LE “PIETRE D’INCIAMPO” MILANO

Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, apprende, inorridito, quanto accaduto a Roma la notte scorsa: in via Madonna dei Monti, 82, nel rione Monti, ben 20 Pietre d’Inciampo sono state divelte dal selciato e rubate. Le Pietre d’inciampo erano state posate nel 2012 ed intitolate alle famiglie Di Consiglio e Di Segni che nella vergognosa giornata della razzia nel ghetto romano vennero deportate ad Auschwitz, da dove non fecero ritorno. Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, esprime la sua solidarietà all’Associazione culturale Arte e Memoria, curatrice del progetto “Pietre d’inciampo a Roma”, in persona del suo Presidente Adachiara Zevi, già soggetta la scorsa estate a messaggi, ovviamente anonimi, di intimidazione antisemita. Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, conferma la assoluta necessità di proseguire nella strada tracciata dall’artista tedesco Gunter DEMNIG, che oltre venticinque anni fa ha avviato il progetto “Pietre d’Inciampo”, che oggi è il maggior monumento diffuso alla memoria delle vittime delle persecuzioni nazi-fasciste. Si contano ormai ben 70.000 Pietre d’Inciampo in tutta Europa ed oltre 2.000 in Italia. Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, si impegna a proseguire con rinnovato vigore la diffusione delle Pietre d’Inciampo nella nostra città e ricorda che la nuova posa, di ben 30 Pietre, avverrà il prossimo 24 gennaio 2019. Invita tutta la società civile a partecipare alla posa delle Pietre d’Inciampo per testimoniare. Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, chiede con forza alle autorità che sia dedicata ogni energia ad individuare gli autori di questo ignobile gesto chiaramente antisemita e fascista e in particolare che in modo altrettanto chiaro venga individuato il reato di cui si sono resi colpevoli, senza che sia pericolosamente derubricato a danneggiamento di manto stradale. Il Comitato PIETRE D’INCIAMPO – Milano, si augura che altre voci non rimangano indifferenti e si levino alte a condannare la vergogna e l’infamia di un simile atto di profanazione. Promotori del Comitato Pietre d’Inciampo – Milano sono: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti), ANPC (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), Comunità Ebraica, FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), Associazione Rosa Camuna, Associazione Figli della Shoah, CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Fondazione Memoria Deportazione, Fondazione Memoriale della Shoah, Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, Confederazione Sindacale Cgil-Cisl-Uil. Presidente: Senatrice Liliana Segre. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UTØYA

Sabato 15 dicembre ore 20.00 e Domenica 16 dicembre ore 16.00 Atir Teatro Ringhiera presenta UTØYA di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani con Arianna Scommegna e Mattia Fabris regia Serena Sinigaglia scene Maria Spazzi Utøya di Edoardo Erba, regia di Serena Sinigaglia, torna a Milano per due repliche sul palco del Teatro Gerolamo. L’isola di Utøya era la sede dello storico campeggio dei giovani socialdemocratici norvegesi ed europei: lì, il 22 luglio 2011, Breivik uccise 69 ragazzi, dopo aver fatto altre 8 vittime con un’autobomba a Oslo. Lo spettacolo Utøya nasce dall’interesse di Serena Sinigaglia per il saggio “Il silenzio sugli innocenti” che Luca Mariani ha dedicato alle stragi di Oslo e di Utøya. Questo interesse la porta a commissionare un testo a Edoardo Erba e a una sua nuova regia. Utøya mette in scena la carneficina operata da Anders Breivik sull’isola norvegese, attraverso le testimonianze di tre coppie.  La prima coppia è formata da marito e moglie, lui un professore universitario socialista che ha obbligato la figlia adolescente ad andare a quel campeggio. La seconda è composta da due contadini, un fratello e una sorella, vicini di fattoria di Breivik. La terza ha come protagonisti due poliziotti di una piccola stazione vicina a Utøya.  Sulla scena essenziale di Maria Spazzi (vincitrice del Premio Hystrio-Altre Muse 2017) –  una sorta di memoriale-cimitero, per ricordare i ragazzi morti, fatto di ceppi e lastre di vetro spezzate — si racconta la strage attraverso la vita di queste tre coppie, interpretate da Arianna Scommegna e Mattia Fabris, da cui emergono i lati inquietanti e contradditori della vicenda, e la presenza del male nella nostra società.  Utøya, oltre al terrore e allo sgomento che producono accadimenti del genere, alimentando paura ed insicurezza, ci fa riflettere sulle ragioni per cui certe tragedie del nostro tempo si dileguano dai nostri ricordi in un tempo brevissimo. Sabato 15 dicembre, al termine dello spettacolo, il pubblico potrà incontrare Luca Mariani, autore del libro Il silenzio sugli innocenti, consulente di Edoardo Erba nella stesura del testo dell’opera. Con Luca Mariani ci saranno Arianna Scommegna e Mattia Fabris. Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utøya, in Norvegia, nel 2011 è un’impresa impegnativa. La riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: è e non è contemporaneamente un gesto di follia. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. “Quando da ragazzo aprivo il giornale, racconta Edoardo Erba, avevo una griglia, un po’ rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento e consentissero di reagire. Dopo il 1989 il mondo è diventato molto più complicato e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto: il teatro può solo trovare personaggi in grado di percorrerlo e restituirlo attraverso la loro personalità e i loro rapporti. Per questo abbiamo scelto di sservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo, in Norvegia, in quel terribile 22 luglio del 2011. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione che, anche se non ci dà tutto il filo per uscire da quel labirinto, almeno ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia”. UTØYA di Edoardo Erba | con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti | regia Serena Sinigaglia | scene Maria Spazzi | luci Roberto Innocenti | con Arianna Scommegna, Mattia Fabris | co-produzione ATIR Teatro Ringhiera, Teatro Metastasio di Prato | con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia. Maria Spazzi è vincitrice del Premio Hystrio-Altre Muse 2017 RIDUZIONI e CONVENZIONIDa quest’anno il Teatro Gerolamo aderisce al programma ‘Teatro, Cinema, Concerti… in BICI biglietto ridotto’: chi dimostra di essere venuto a teatro in bicicletta ha diritto a un biglietto al prezzo di 8,00 euro. È inoltre attivo un abbonamento speciale per studenti e collaboratori dell’Università Statale di Milano: 3 spettacoli per 2 persone al prezzo complessivo di 48,00 euro (24,00 euro a persona). Partono da questa stagione anche i carnet del Teatro Gerolamo: 4 ingressi a 64 euro o 6 ingressi a 90 euro.Continuano infine le riduzioni abituali.Tutte le info sul sito www.teatrogerolamo.it. PREZZI: da 6 a 25 euro INFORMAZIONI DI CONTATTO Prenotazioni: 02 36590120 / 122 oppure 02 45388221 – biglietteria@teatrogerolamo.it Scuole e Università / Associazioni e Enti organizzati: promozione@teatrogerolamo.it TEATRO GEROLAMO Piazza Cesare Beccaria, 8 – 20122 Milano – tel 02.36590120 / 0245388221 info@teatrogerolamo.it – www.teatrogerolamo.it Ufficio Stampa: Maurizia Leonelli – 347.5544357 –maurizia.leonelli@gmail.com   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

MAI+

A Zurigo dal 6 al 16 dicembre alla Photobastei di Zurigo (Sihlquai 125) mostra fotografica di Claudio Colotti, «MAI+, il sisma del centro Italia tra volti e macerie», organizzata dalle associazioni Orizzonti della Marca e Marche Best Way, con il supporto dell’ICC di Zurigo, dell’Università di Camerino e della Photobastei. Testo di Antonella Chiucchiuini e Alejandra Gonzalez, curatrici della mostra. Con questa iniziativa vorremmo attrarre l’attenzione sulla situazione attuale delle zone colpite dal terremoto del 2016, offrendo ai visitatori l’opportunità di effettuare un viaggio attraverso le belle fotografie in bianco e nero di Claudio Colotti, scattate durante due mesi immediatamente successivi al sisma del 2016. Le immagini ci raccontano come le persone hanno affrontatol’emergenza immediata del terremoto, le cui conseguenze resteranno per almeno i prossimi venti o trent’anni. Le fotografie in esposizione a Zurigo possono essere considerate un simbolo di quelle popolazioni, che, loro malgrado, sono state costrette ad abbandonare tutto e a ricominciare da capo, dovendo ritrovare la forza necessaria per reagire e non lasciarsi sopraffare dalla disperazione. Al vernissage del 6 dicembre (ore 18:00) sarà presente il fotoreporter, Claudio Colotti, che ci racconterà quello che ha provato vivendo con i terremotati nei due mesi in cui ha fatto il reportage.  Siamo liete anche di poter contare sulla presenza del Prof. Domenico Giardini, direttore di Sismologia e Geodinamica al Politecnico di Zurigo, il quale ci spiegherà il fenomeno sismico dal punto di vistascientifico e le prospettive future. Interverrà infine il Prof. Claudio Pettinari, rettoredell’Università di Camerino, che ci parlerà dell’importanza della bellezza della vita nei borghi terremotati e delle motivazioni che devono sostenere la ricostruzione di questa bellezza perduta. Utilizzerà le immagini del fotolibro «Camerino, la bellezza in tasca», che ricorda la bellezza artistica, l’importanza storica e quanto fosse piacevole abitare e/o studiare a Camerino prima del terremoto. La cittadina universitaria marchigiana, il cui centro storico è stato dichiarato inaccessibile dal 26 ottobre 2016, è molto antica e ricca di arte e cultura. «Camerino, la bellezza in tasca» vuole essere un invito ad accorgerci e a prenderci cura della bellezza che abbiamo e che ci circonda. Invitiamo tutte/i a partecipare a questo evento e a visitare la mostra per apprezzare le foto e per immedesimarsi nella situazione provata dai protagonisti. Il catalogo della mostra MAI+ e il fotolibro saranno disponibili per l’acquisto (proventi destinati a progetti legati al terremoto). Per visite guidate con il fotoreporter contattateci scrivendo a: fotolibro.camerino@gmail.com SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CINQUANT’ANNI FA: AVOLA

di Franco Astengo Il 2 dicembre 1968 ad Avola, in provincia di Siracusa, una manifestazione a sostegno della lotta dei braccianti per il rinnovo  del contratto di lavoro finisce nel sangue: la polizia apre il fuoco e due lavoratori – Giuseppe Scibilia, di 47 anni, e Angelo Sigona, di 25 – vengono uccisi. Quarantotto i feriti, di cui due gravi. Un tragico episodio che sul piano storico lascia ancora un interrogativo: l’aggressione poliziesca quale ultimo strascico delle lotte bracciantili che si erano svolte nel Sud Italia a partire dagli anni’50 e che avevano avuto negli episodi di Portella della Ginestra, Melissa, Montescaglioso i loro momenti culminanti? Oppure si è trattato dall’avvio della nuova fase di repressione e di strategia della tensione destinata a contenere e soffocare l’ondata di libertà che arrivava dal ’68 che poi sarebbe diventato, in Italia, il 1969 dell’autunno caldo? Il dicembre 1968 rappresenta un momento di grande tensione nel Paese: sono in corso imponenti lotte sindacali e si sta spingendo molto per l’unità delle tre grandi sigle CGIL-CISL – UIL. Si sta formando un nuovo governo di centro sinistra presieduto da Mariano Rumor nella cui compagine assumerà l’incarico di ministro del Lavoro il socialista Giacomo Brodolini, padre dello Statuto dei Lavoratori cui si accennerà più avanti, che come primo atto del suo mandato si recherà ad Avola ad incontrare i contadini protagonisti di quelle rivendicazioni sindacali che avevano dato luogo alla dura reazione voluta dal Questore. Ma in quale Italia si svolsero i tragici fatti di Avola? Era ancora l’Italia delle “gabbie salariali”: le gabbie salariali nascono con un accordo firmato il 6 dicembre del 1945 tra industriali e organizzazioni dei lavoratori, per la parametrazione dei salari sulla base del costo della vita nei diversi luoghi. Entrate in vigore nel 1946, all’inizio furono previste solo al nord, e solo in seguito estese a tutto il paese. In origine, la divisione era in quattro zone, ciascuna con un diverso calcolo dei salari. Nel 1954 il paese intero viene diviso in 14 zone nelle quali si applicano salari diversi a seconda del costo della vita. Tra la zona in cui il salario era maggiore e quella in cui il salario era minore la distanza poteva essere anche del 29%. Nel 1961 il numero di zone fu dimezzato, si passò da 14 a 7, e la forbice tra i salari passò dal 29% al 20%. Il sistema delle gabbie salariali incontrò una progressiva e sempre più forte opposizione di sindacati e lavoratori, che le consideravano discriminatorie e poco eque. Il sistema fu abolito nel 1969 sulla spinta di forti mobilitazioni operaie. L’abolizione fu graduale e fu completata nel 1972 . Ed era l’Italia dove non era stato ancora approvato lo Statuto dei Lavoratori: La legge 20 maggio 1970, n. 300 – meglio conosciuta come statuto dei lavoratori – è una delle principali normative della Repubblica Italiana in tema di diritto del lavoro. Introdusse importanti e notevoli modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori con alcune disposizioni a tutela di questi ultimi e nel campo delle rappresentanze sindacali; ad oggi di fatto costituisce, a seguito di minori integrazioni e modifiche, l’ossatura e la base di molte previsioni ordinamentali in materia di diritto del lavoro in Italia. Modernizzando finalmente il mondo del lavoro anche nel nostro Paese. Torniamo però a raccontare Avola, in quel giorno di dicembre 1968. Così, sei giorni più tardi, Rassegna Sindacale riporta l’accaduto: “L’eccidio di Avola ha destato in tutta Italia, in primo luogo, naturalmente, fra i lavoratori e le loro organizzazioni, un moto profondo di collera”. Appena informata dei gravissimi avvenimenti, la segreteria della Cgil esprime, per mezzo di un comunicato, “l’indignazione e la condanna dei lavoratori italiani per l’eccidio compiuto dalla polizia in armi contro i braccianti di Avola”. “Due morti e numerosi feriti gravi – scrive ancora Rassegna citando il comunicato della confederazione – sono il tragico risultato di un’aggressione della forza pubblica contro i lavoratori agricoli, in lotta unitaria per il rinnovo del contratto di lavoro nella provincia di Siracusa. Bombe lacrimogene e raffiche di mitra hanno violentemente represso una manifestazione sindacale e popolare causata dall’atteggiamento provocatorio degli agrari, i quali venerdì non si erano neppure presentati alle trattative convocate dal prefetto. La Cgil, mentre chiama i lavoratori alla protesta più larga e unitaria in Sicilia e in tutto il Paese, richiama i democratici tutti alla vigilanza contro questi metodi indegni di un Paese civile, e ripropone la necessità di un immediato disarmo della polizia e dei carabinieri in servizio di ordine pubblico e particolarmente durante le lotte di lavoro”. Torniamo alle fonti e riproduciamo in questa sede, senza commento, l’articolo apparso l’8 dicembre 1968 sulle colonne dell’Espresso (all’epoca ancora “formato lenzuolo”) e firmato da Mauro De Mauro: due anni dopo De Mauro sarà rapito, presumibilmente dalla mafia, e il suo corpo mai più ritrovato. Uno dei delitti più misteriosi di quel torbido periodo. Ecco l’articolo: per non dimenticare. Senza commento se non per ricordare la rabbia e la tristezza di allora che oggi si rinnova. I contadini uccisi ad Avola Volevano solo trecento lire in più di Mauro De Mauro Sono morti in due. Gli hanno sparato con i mitra. Protestavano per avere una paga uguale a quella dei braccianti di un paese vicino Avola – Al ventesimo chilometro della statale 115, quasi alle porte di Avola, non si passa più. Bisogna scendere dalla macchina e proseguire a piedi verso il grosso borgo che si intravede poco al di là della curva, quasi di fronte al mare. È difficile mantenersi in equilibrio sull’asfalto di pietre e di bossoli. È uno spettacolo desolante; si ha la precisa sensazione che qui, per diverse ore, si è svolta un’accanita battaglia. In fondo al rettilineo la strada è parzialmente ostruita dalle carcasse ancora fumanti di due automezzi della polizia dati alle fiamme. Sull’asfalto, qua e là, delle chiazze di sangue rappreso. Anche un autotreno, messo di traverso dagli operai in sciopero per …

LA BREVE E CORAGGIOSA VITA DI FANNY

di Lorenzo Spignoli | E’ il 30 agosto del 1918. La Russia ribolle ancora degli eventi scatenati dalla rivoluzione d’ottobre dell’anno precedente. Le elezioni per l’Assemblea Costituente hanno dato la maggioranza ai socialisti rivoluzionari ma i bolscevichi controllano più armati e hanno anche le idee più chiare. L’Assemblea viene sciolta ed il potere è esercitato da chi ha più determinazione e meno scrupoli. I disegni di Lenin vanno compiendosi pur se devono ogni giorno scontrarsi con una realtà caotica e violenta. Al termine di quella giornata cupa e fredda, il capo bolscevico visita la fabbrica Michelson, alla periferia di Mosca. Nei suoi grandi spazi interni tiene un infuocato comizio che termina facendo vibrare nell’aria la frase “Abbiamo una sola scelta: vittoria o morte!” Poi Lenin si avvia verso l’auto che lo attende nel cortile. Dispone di una Rolls Royce nera e di un autista ma non ha con sé guardie del corpo. Un gruppo di operai lo ferma. Hanno ancora domande da porre, vogliono altre notizie su cosa sta accadendo nel loro sterminato paese. Mentre è circondato da un grappolo di persone che subito si è ingrossato, si leva una voce femminile che lo chiama per nome. Lui si gira ed esplodono tre colpi d’arma da fuoco. Due lo colpiscono, al collo e alla spalla sinistra. Cade svenuto. Qualcuno indica una piccola donna che stringe nelle mani una borsa e un ombrello. La immobilizzano. Lenin viene caricato sull’auto che, velocemente, si dirige verso il Cremlino. I medici accorsi  tamponano le ferite. Rinunciano a estrarre i proiettili, a questo si provvederà quattro anni dopo. Lenin sopravviverà all’attentato pur se la sua salute ne sarà compromessa. Alla fabbrica arrivano gli agenti della Ceka e portano via la donna. Vanno verso la Lubjanka. Lei ha 28 anni seppur ne dimostri di più, è semicieca e tossisce di continuo. Dichiara di chiamarsi Fanny Kaplan e ammette subito di aver sparato lei a Lenin. “L’ho fatto da sola – aggiunge -. Non dirò da chi ho ottenuto il revolver. Non darò dettagli. Considero Lenin un traditore della rivoluzione. Se lui sopravviverà, la realizzazione degli ideali socialisti sarà rinviata di decenni.” Fanny, come tanti altri rivoluzionari russi, ha più nomi, fra i quali non è facile districarsi. Quello di battaglia è Dora, alcuni la conoscono come Fania Efimovna e alla  nascita era stata battezzata Feiga Chaimovna Royblat. Era nata nel 1890 a Volinsk, nell’Ucraina occidentale, da una famiglia ebrea. Il padre era insegnante, lei aveva quattro fratelli e tre sorelle. Aveva aderito giovanissima all’anarchia. Si era innamorata del terrorista anarchico Viktor Garsky. Nel 1906, a 16 anni, era stata arrestata dalla polizia zarista per aver attentato alla vita del governatore di Kiev. Assieme ad una complice aveva portato una bomba nel suo ufficio. Il governatore, però, aveva capito tutto ed era fuggito in un’altra stanza. La bomba era esplosa e lei era rimasta ferita agli occhi. Era stata poi condannata all’ergastolo. Aveva conosciuto prigioni e campi di lavoro forzato della Siberia. La prigionia le aveva regalato un peggioramento delle condizioni degli occhi e la tubercolosi, ma anche la conoscenza della reclusa Maria Spiridonova, che l’aveva convertita agli ideali del socialismo rivoluzionario. Nel 1917, quando il sistema stava ormai per crollare, era stata liberata. Tornata a casa, aveva scoperto che la sua famiglia si era trasferita negli Stati Uniti senza lasciare traccia alcuna. Era stato allora che aveva rinunciato al suo nome ed era diventata Fanny Kaplan. Si era spostata a Mosca, poi in Crimea, dove sperava di fermare la tisi e riguadagnare un po’ di vista. Qui aveva conosciuto un medico che si era preso cura di lei con gentilezza e dedizione. Da più parti si era parlato di una breve ma intensa storia d’amore fra di loro. Lui aveva 15 anni più di lei e il suo nome era Dmitrij. Era uno dei fratelli di Lenin. Fanny era tornata a Mosca e si era messa a frequentare un gruppo della sinistra socialrivoluzionaria guidato da Grigori Ivanovich Semenov. Era la primavera del 1918 e i socialisti rivoluzionarti avevano appena lasciato il governo. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato il trattato di Brest Litovsk che stabiliva la pace con gli imperi centrali. I bolscevichi l’avevano sottoscritto nonostante la contrarietà degli alleati. A Mosca Fanny aveva incontrato nuovamente Viktor, il suo primo amore, che propugnava la necessità di uccidere Lenin.. Anche il gruppo Semenov nutriva questa idea. Il 30 agosto scattò il piano. Abbiamo già detto come le cronache abbiano tramandato il tutto. Sappiamo che, nella ricostruzione fatta al momento, molti elementi potevano sollevare dubbi consistenti. L’orario dell’attentato nei verbali di polizia fu fissato alle 22,00 la Pravda scrisse alle 21,00 e l’autista di Lenin alle 23,00. In ogni caso faceva scuro e non c’erano certo le condizioni di visibilità migliori per una tiratrice semicieca che prima di allora aveva impugnato ben poche volte un revolver. Alcuni storici, negli anni successivi, hanno espresso il dubbio che a sparare sia stata un’altra donna e che Fanny si sia sacrificata assumendo la responsabilità dell’attentato. L’arma usata, una piccola Browning, non fu rinvenuta subito, ma saltò fuori a distanza di giorni. Non fu effettuata alcuna perizia balistica. I colpi esplosi erano stati 3 ma nel tamburo da 6 restavano ancora 4 proiettili intatti. Fanny fu portata in una cella del Cremlino. Alle 4,00 del mattino del 3 settembre, in un cortile interno del palazzo, senza che fosse stata emessa alcuna sentenza, fu uccisa con un colpo alla nuca mentre il motore acceso di un’auto copriva il rumore dello sparo. Il poeta di regime Demyan Bedny era stato condotto sul luogo affinché traesse ispirazione dall’esecuzione per un qualche componimento. Bedny non avrebbe mai scritto nulla sul fatto. Forse vide solo un gracile fagotto umano squassato dalla tosse che, in modo evidente, non riusciva a mettere a fuoco nulla di ciò che aveva attorno, e che andava incontro alla morte come a una liberazione. Eppure Fanny era stata una ragazza attraente, vivace e coraggiosa. Forse si sacrificò per …