LOGISTICA E PERNOTTAMENTI

Alcuni compagni ci hanno chiesto di chiarire meglio l’organizzazione della Conferenza di Rimini per poter programmare viaggio e pernottamento. La riunione di venerdì 8 sera è solo per definire gli  ultimi dettagli organizzativi, per cui saranno presenti i compagni dell’organizzazione ed i coordinatori dei tavoli. La Conferenza vera e propria si svolge su due giorni, il sabato e la domenica, per cui il pernottamento di massima, è per chi arriva nella mattinata di sabato, ed è per una sola notte, quella di sabato. I prezzi a cui fare riferimento sono quelli del pacchetto PER UNA SOLA  NOTTE. Ovviamente restano fuori dal pacchetto i prezzi di viaggio. Sperando di essere stati esaurienti un grazie anticipato a tutti i compagni e le compagne che verranno a Rimini a portare il loro contributo di esperienza. Con i nostri più fraterni saluti Per l’organizzazione di Rimini 2019 Dario Allamano PS. la locandina con i prezzi e le modalità di prenotazione è reperibile anche sulle pagine Facebook dei vari gruppi (Sempre Avanti Socialismo XXI, Socialisti ecc..) IL COMPAGNO A CUI FARE RIFERIMENTO PER ULTERIORI CHIARIMENTI E’ Giuliano Sottani 335 1257727 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ROGER WATERS DEI PINK FLOYD VUOLE ESEGUIRE “THE WALL” SUL CONFINE USA-MESSICO

La leggenda dei Pink Floyd, Roger Waters, sta prendendo in considerazione una performance di The Wall lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. La decisione del musicista sarebbe in segno di protesta contro il piano del presidente Trump di costruire un muro che separa i due paesi; un progetto che è stato molto dibattuto per quanto riguarda la sua efficacia. Durante una rara apparizione pubblica a Londra per promuovere una mostra dei Pink Floyd, Waters ha parlato della sua idea di eseguire il famosissimo pezzo The Wall da qualche parte lungo il confine. Waters, che è stato raggiunto dal batterista Nick Mason, ha aggiunto: “Prima che questo possa accadere, auspica un risveglio delle coscienze contro queste politiche di estrema destra. Le fogne ormai traboccano di uomini avidi e potenti.“ Parlando con AFP, Waters ha spiegato che The Wall è “molto attuale ora con Mr. Trump e tutto questo parlare sulla costruzione di muri esprime la volontà di creare il massimo di ostilità e odio tra razze e religioni.” Waters ha notato che l’album è “la costruzione di muri è un atto dannoso sia a livello personale, ma anche a livelli più ampi “. Nel luglio del 1990, Waters realizzò l’intero album in Germania per celebrare la caduta del Muro di Berlino. Waters è stato a lungo un critico delle politiche di Trump, avendo mostrato le immagini del candidato presidenziale repubblicano agli spettacoli con le parole “sciarada” e “burlone” sul viso di Trump. La frase “Trump is a Pig” è stata anche proiettata ai concerti di Waters. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

INDIVIDUO CONTRO CITTADINO

di Mark Lilla | Alle origini del populismo Molti giovani d’oggi, e non solo negli Stati Uniti, guardano alla democrazia sotto la luce delle identità. Non si considerano cittadini democratici, ma individui. Ciascuno con una propria identità che li rende diversi dagli altri. Oggi molti giovani negli Stati Uniti circoscrivono il proprio impegno politico ai problemi sociali che ritengono facciano riferimento alla loro identità. Per una persona come me, cresciuta durante le battaglie ideologiche della Guerra fredda, è sconcertante vedere tanti giovani così concentrati sulle questioni personali di genere e poco attenti a questioni di giustizia economica o di politica estera. Le grandi ideologie e le narrative che tentavano di spiegare tutto avevano dei problemi, ma almeno facevano capire come le cose fossero legate tra loro. Il risultato di tutto questo è che negli Stati Uniti la sinistra radicale si oppone al neoliberalismo economico e promuove ciò che si potrebbe definire un neoliberalismo sociale. Costruire la solidarietà non è il suo obiettivo primario. Rafforza soltanto l’individualismo radicale dei nostri tempi. Gli effetti della globalizzazione economica hanno destabilizzato i governi in ogni parte del mondo e si è allargato il divario tra un’élite ricca e istruita e una sottoclasse crescente e insoddisfatta, priva di speranza. L’immigrazione incontrollata l’ha solo resa più rancorosa. Il neoliberalismo sociale ha inoltre prodotto un effetto psicologico ed ha indebolito i vincoli sociali. I giovani rimandano il matrimonio oppure scelgono di vivere da soli. Continuano ad aumentare i casi di depressione e suicidio. Questo non accade perché mancano denaro e opportunità ma perché stiamo diventando ciò che Michel Houellebecq ha chiamato nei suoi spaventosi romanzi le “particelle elementari”. Le società democratiche si stanno sfaldando. Governi incapaci eli controllare gli effetti dell’economia globale o l’immigrazione illegale appaiono deboli e inadeguati. Questo porta gli elettori a cambiare in continuazione leader e partiti che promettono di riuscire a controllare queste forze, ma non ne sono capaci. Come dimostrano le elezioni negli Stati Uniti, il mio Paese è diviso tra due tribù che provano una profonda diffidenza l’una verso l’altra. Da un lato esiste un’élite cosmopolita, liberale e istruita che mette l’enfasi sulle questioni di identità personale, disprezza la religione e vuole accogliere gli immigrati, legali o illegali che siano, in una società più multiculturale. Questa élite domina le nostre istituzioni culturali: le università, i media e Hollywood. La tribù dl destra, invece, unisce i meno istruiti, più religiosi. bianchi e maschi. Provano disprezzo per le élite culturali, questa tribù afferma la propria Politica dell’identità per competere con gli altri gruppi. I populisti hanno saputo convincerli che erano loro il vero “popolo” americano, non le élite, e il loro Paese gli era stato rubato. Questa destra americana attualmente controlla ogni livello di governo. E alla guida c’è un indemoniato e abile demagogo che accumola potere mettendo gli americani gli uni contro gli altri. Cosa si può fare? Nel lungo termine dovremo riscoprire le virtù della cittadinanza. Le nostre società sono molto diverse oggi. Conduciamo una vita privata più individualistica rispetto al passato. Tuttavia i nostri destini sono uniti: esiste un bene comune che deve essere tutelato nell’interesse di tutti. E se vogliamo chiedere alle persone di tutelarlo, dobbiamo fare affidamento non su un desiderio, ma piuttosto su un dato sociale: qualunque siano le nostre differenze o la nostra tribù, ciò che condividiamo è la cittadinanza. Siamo tutti nati o naturalizzati cittadini e meritiamo di essere trattati equamente, tenendo a mente che essere cittadino non significa solo avere dei diritti, ma anche dei doveri, l’uno nei confronti dell’altro e nei confronti delle post repubbliche. Mantenere un senso civico è molto difficile. È per questo che, fin dal mondo antico, le democrazie hanno sofferto dl entropia: l’unica cosa che davvero le mantiene unite la cittadinanza. Se quel vincolo ha basi imperfette o si è indebolito la struttura si sfalda. Una situazione simile è visibile nell’Europa dell’est. In seguito alla caduta del muro nel 1989, furono create istituzioni democratiche, ma quello che i fondatori di quelle istituzioni non potevano creare era un senso di cittadinanza che richiede l’avvicendarsi di diverse generazioni. Oggi vediamo invece la Polonia e l’Ungheria che abbracciano e celebrano quella che il presidente ungherese Viktor Orban definisce “democrazia illiberale”. In quei Paesi e in Italia, Austria e Francia ci sono forze politiche che stanno stabilendo ciò che sembra essere un nuovo Fronte Popolare, questa volta sotto forma di destra radicale. Difficile non avere l’impressione che questo sia un film già visto. Le democrazie senza democratici non durano. Si decompongono. trasformandosi in oligarchie, teocrazie, nazionalismi etnici, sistemi autoritari oppure in un miscuglio di tutti questi elementi. Non esagero quando dico che i segnali di ognuna di queste patologie sono visibili nell’attuale vita democratica americana. E mi rattrista pensare che l’Italia potrebbe ben presto soffrire della nostra stessa malattia. Fonte: La Repubblica SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. 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LEGGE DI BILANCIO, I PRECEDENTI PESANO SUL RICORSO PD

di Felice Besostri – Pubblicato su Il Manifesto Cara direttrice, oggi la Corte costituzionale dovrà giudicare sull’ammissibilità del ricorso per violazione dell’articolo 72 comma 4 della Costituzione, per aver approvato il disegno di legge di bilancio ricorrendo alla fiducia. Il testo del ricorso non è stato reso conoscibile perché, a differenza delle ordinanze in via incidentale, la pubblicazione è prevista solo dopo il giudizio di ammissibilità e solo se questo è favorevole. Non è peraltro vero che con questo voto di fiducia si sia fatto un salto di qualità in peggio, come dice il professor Stefano Ceccanti con l’accordo, sul punto, del professor Azzariti. Il salto di qualità, per emarginare la centralità del Parlamento, è stato fatto con l’approvazione dell’Italicum nel 2015 con voto di fiducia alla Camera, ma neppure questo può essere considerato il punto più basso. Infatti, nel 2017 è stata approvata un’altra legge elettorale con 8 voti di fiducia (3 alla Camera e 5 al Senato). Tale precedente era stato oggetto di un mio ricorso, per conflitto di attribuzione, sottoscritto da parlamentari e gruppi allora di opposizione: il professor Ceccanti all’epoca era tra coloro che criticarono l’iniziativa. Fosse stato dichiarato ammissibile il primo ricorso, sarebbe stato un disincentivo ad emarginare il Parlamento, perché la Corte costituzionale si sarebbe eretta a custode dell’articolo 72, comma 4 della Costituzione. Quei voti di fiducia furono i primi precedenti dopo che il regolamento del 1971 fu interpretato dalla presidente Jotti nel senso che con la fiducia si dava avvio ad una procedura speciale, non ammissibile quando la Costituzione prescrive una «procedura normale». Ritengo i precedenti della XVII legislatura sulle leggi elettorali molto più gravi di quello sul bilancio 2019, perché colpivano la materia costituzionale ed elettorale, che sono assolutamente equiparate. Leggi di bilancio, approvate in tutto o in parte con la fiducia, sono numerose, così come numerose sono le prassi di maxi-emendamenti e lo scavalco di fatto della sede referente: questi problemi, e le norme incostituzionali contenute nel decreto sicurezza, pongono con urgenza la questione di un accesso diretto alla Corte costituzionale in caso di violazioni dei diritti fondamentali, come è consolidato nella Legge fondamentale tedesca e nella Costituzione spagnola. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

L’IMPEGNO A RIMINI PER UN RINNOVATO SOCIALISMO ITALIANO

di Aldo Potenza | Credo che la discussione che si limita al rapporto con il PSI sia fuorviante rispetto alle questioni esistenti. Nessuno nega l’importanza che il PSI si svegli dal lungo letargo politico in cui è finito nella ricerca di una apparente salvezza rinunciando a svolgere il ruolo per cui dovrebbe esistere come partito, ma la questione che abbiamo di fronte è molto più grande. La sinistra italiana è stata dominata, da quando è stata decisa la eliminazione del PSI per via giudiziaria, dalle diverse sigle assunte dai post comunisti fino alla ultima evoluzione del PD. Con Renzi si è scoperto ciò che era sempre più evidente: il PD, come diversi partiti socialdemocratici europei, ha scelto la terza via dei Clinton e di Tony Blair quella che è stata definita neoliberismo progressista. Oggi il neoliberismo è in crisi per diversi motivi e la mancanza di un credibile partito o movimento socialista capace di interpretare le ansie e le difficoltà di sempre più vasti ceti popolari, ha creato il terreno su cui si sono sviluppati movimenti populisti di destra e di sinistra. Se si vuole davvero ricostruire una autorevole presenza socialista che sia anche la risposta alla crisi delle socialdemocrazie europee non ci si può chiudere in recinti chiusi che ricordano più il passato che il futuro. Il compito, difficile, ma indispensabile, è conquistare lo spazio che le macerie della sinistra ha lasciato. Per farlo occorre umiltà, determinazione, capacità di comprendere le ragioni politiche altrui, ma occorre altresì avere chiaro l’obiettivo che si vuol perseguire senza ondeggiamenti opportunistici. Con l’iniziativa riminese tentiamo di dare un contributo programmatico all’idea di socialismo del presente, senza dimenticare le nostre radici, sapendo che si può e si deve aggiornare ai tempi la nostra proposta per non rappresentare solo una storia destinata alle biblioteche, ma per essere una alternativa politica adeguata al presente sia in Italia sia in Europa. Per questo motivo pensiamo alla Epinay del socialismo italiano, ovvero ad una iniziativa che senza ridicole presunzioni egemoniche rivolga al mondo della sinistra smarrita un appello perché insieme si restituisca all’Italia un grande partito socialista. Nessun contrasto quindi con il PSI, ma solo il rammarico perché finora ha scelto la strada della rinuncia e delle alleanze opportunistiche perdendo l’occasione di essere punto di riferimento del crescente malcontento esistente nella società italiana e lasciando che altri svolgessero un ruolo devastante per le Istituzioni, per la democrazia rappresentativa, per l’economia e quindi per gli stessi cittadini, quest’ultimi ingannati dalla propaganda e resi ciechi dal rancore verso chi precedentemente li ha governati e oggi nuovamente ingannati da un governo che prosegue con politiche liberiste a cui accompagna la distribuzione di risorse a debito presentate come sollievo per le condizioni di povertà. L’ultimo errore del PSI è stato la rinuncia a voler costruire un percorso inclusivo senza pretendere adesioni preventive prive di qualunque significato politico che non fosse solo il ricorso alla difesa di una bandiera sgualcita e pretendendo la partecipazione a un congresso deciso da organi in larga misura espressione del disastro esistente. L’unità richiede grande disponibilità al dialogo, non chiusure in nome di una integrità politico burocratica che è sempre politicamente discutibile, ma quando si è giunti nella condizione in cui è il PSI attuale, è del tutto incomprensibile. Link: Logistica per Rimini SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL SECOLO DI ROSA

di Franco Astengo | Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 1919, esattamente un secolo fa, i FreiKorps di Noske soffocarono nel sangue i moti spartachisti di Berlino. Rosa Luxemburg fu arrestata assieme a Karl Liebknecht, entrambi assassinati e i loro corpi gettati in un canale. Il lascito teorico, politico, morale di Rosa Luxemburg ha vissuto però nel corso di questi 100 anni e vale proprio la pena, nell’occasione, riprendere alcuni passaggi. Rosa Luxemburg non si sforzò mai –come scrive Nettl – di dare forma a un sistema completo o addirittura logicamente compiuto. Non solo, infatti, esprimeva le sue idee quasi invariabilmente sotto forma di critiche e polemiche di ciò che essa considerava erroneo, ma, soprattutto, non avrebbe mai organizzato la sua visione del mondo sotto forma di sistema, giacché in tal modo avrebbe contravvenuto alla sua concezione dialettica della realtà, insofferente a ogni cristallizzazione. Tuttavia, dai suoi scritti, da quelli teorici come da quelli militanti, da quei testi, cioè legati alla necessità di intervenire sulla situazione presente, traspare la profondità del suo pensiero, pari a quella, ad esempio, di Lenin o di Luckas. Rosa Luxemburg s’impone come una “pensatrice politica autonoma” che ha influenzato il marxismo rivoluzionario e che, nello stesso tempo, ha innervato con le sue intuizioni e le sue riflessioni il pensiero critico del ‘900. Senza la riflessione e l’azione della Luxemburg (come di Gramsci) forse non si potrebbe parlare propriamente di un’altra visione del comunismo diversa da quella che nella storia si è affermata. Colpiscono, in particolare, per la lucidità e la perspicuità dello sguardo, l’analisi del capitalismo e della sua ineliminabile, ininterrotta e feroce vocazione espansionistica: un elemento di grande attualità proprio adesso in una fase nella quale l’innovazione tecnologica estende il quadro delle contraddizioni ben oltre a quelle individuate classicamente come “materialiste” modificando l’intreccio determinato tra struttura e sovrastruttura. D’altro canto Luxemburg fornisce un contributo essenziale alla riformulazione del rapporto tra masse e organizzazione e ridefinisce, in termini inediti rispetto alle concezioni prevalenti all’interno del movimento operaio, del nesso rivoluzione e democrazia. In Luxemburg prende corpo un nuovo modo di intendere e costruire l’organizzazione che, del partito, non fa il presidio di un gruppo di militanti di professione, detentori e indiscussi della linea: il partito secondo Luxemburg diventa lo strumento per costruire sempre nuove forme di lotta. Della rivoluzione proletaria, infatti, si sottolinea la tensione ad auto criticarsi costantemente ritornando sull’apparentemente già compiuto per ricominciarlo di nuovo. Non esiste alcuna ricetta pronta da applicare con energia affinché il socialismo finalmente si realizzi. Il socialismo allora non coincide semplicemente con la costruzione di un sistema economico, sociale e giuridico ma comporta, e in questo risiede la sua “qualità morale” la liberazione dell’intera umanità dal Capitale e dallo Stato. Compito dei rivoluzionari, allora, è riannodare il legame inscindibile tra democrazia “necessaria” e “imprescindibile” e la rivoluzione socialista. Scrive Luxemburg in “Riforme sociali o rivoluzione”La democrazia è una necessità imprescindibile non perché renda superflua la conquista del potere politico da parte del proletariato, ma al contrario perché la fa necessaria e a un tempo ne rappresenta l’unica possibilità”. Se come scrive Benjamin “ per la storia nulla di ciò che è avvenuto deve essere mai dato per perso” allora Rosa Luxemburg e gli spartachisti debbono continuare a rappresentare nella memoria uno di quei passaggi che è indispensabile non considerare perduti. Luxemburg va considerata parte di “quel tesoro perduto” che ogni generazione dovrebbe avere il compito di riportare alla luce, sottraendolo alla dimenticanza cui il nemico lo ha consegnato. In particolare colpiscono le sue analisi del capitalismo e la sua intuizione dell’atto rivoluzionario come di un evento chiamato a investire l’umano intero brutalizzato dal dominio. Rimangono fondamentali le sue valutazioni sulla pervasività del capitale, spinto, per salvaguardare la propria sopravvivenza, a espandersi senza requie a danno, ormai dello stesso vivente, o, ancora, l’interpretazione della guerra quale struttura costituiva dello Stato e suo elemento fondante. Di grande attualità la critica luxemburghiana ai nazionalismi e ai rischi legati alle rivendicazioni identitarie. Rimangono, dal pensiero di Rosa Luxemburg problemi per noi ancora aperti efficacemente riassunti da Gian Andrea Franchi nel suo saggio “Il secondo pensiero di Rosa Luxemburg” (L’altro novecento: comunismo eretico e pensiero critico. “L’età del comunismo sovietico, Europa 1900- 1945, a cura di Pier Paolo Poggio, Jaca Book 2010.) Riassunto che qui si riprende per sommi capi: 1)      Il rapporto tra pensiero ed emozioni, che rimandano dunque in maniera complessa al corpo: un pensiero incarnato; 2)      Una particolare attenzione alla singolarità unica di ogni vita non solo umana, alla sua fragilità; 3)      Da cui discende la questione della “democrazia proletari” intesa come rapporto fra i molti singoli che compongono l’insieme della “massa proletaria” e l’unità dell’insieme. Rapporto che, secondo Luxemburg, non può darsi come prevalenza autoritaria dell’unità sulla molteplicità; 4)      La percezione non elaborata e non elaborabile nello spazio categoriale del marxismo primovocentesco e anche posteriore del dato che la mancanza di tale attenzione per il singolo vanifica nel suo fondo ogni pratica rivoluzionaria; 5)      Quindi un diverso rapporto tra mezzi e fini, cioè tra presente e futuro, rispetto al pensiero rivoluzionario dominante nella sua epoca. Queste problematiche, a lungo trascurate, si trovano nel cuore vivo del pensiero e dell’opera di Rosa Luxemburg: quel che ancora oggi ci indica come ricerca da esplorare. Bibliografia: Scritti Politici, a cura di Lelio Basso, Editori Riuniti, Roma 1967 Scritti Scelti, a cura di Luciano Amodio, Einaudi, Torino, 1976 Lettere 1893- 1919 Editori Riuniti, Roma 1979 L’accumulazione del capitale e anticritica, Einaudi, Torino 1960 Introduzione all’economia politica, Jaca Book, Milano 1970 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

AMBIENTE E MIGRAZIONI

AMBIENTE E MIGRAZIONI Temi introdotti alla discussione del gruppo di lavoro AMBIENTE 1 – l’ambiente degrada creando pericoli per la salute e per la qualità della vita. 2 – esigenza di incisive politiche adeguate e di comportamenti delle persone. 3 – le politiche devono riguardare tutti i livelli politici e amministrativi, le istituzioni scolastiche e scientifiche, i comportamenti aziendali. 4 – politiche fiscali e tariffarie significative aiutano a combattere il degrado. 5 – impegno al rispetto degli accordi internazionali sul clima. MIGRAZIONE 1 – conoscere le cause che originano le migrazioni. 2 – creare e attuare politiche europee e nazionali di sviluppo nei paesi di emigrazione che contengano il fenomeno. 3 – Gestione dell’applicazione dell’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Il riferimento è sia a chi emigra che a chi già risiede. 4 – Diritto alla vita è solidarietà, assistenza, diritto/dovere all’integrazione, all’apprendimento dell’italiano, al rispetto delle leggi, diritto/dovere al lavoro e all’istruzione. 5 – Diritto alla libertà è liberazione dal bisogno per gli italiani e per coloro che desiderano diventarlo; esercizio effettivo della libertà e della protezione per le donne, residenti e immigrate, non sottomesse e nella pienezza della parità nella famiglia e nella società. 6 – Diritto alla sicurezza per tutti, residenti e immigrati. 7 – Politiche amministrative utili e incremento della collaborazione con la magistratura e i corpi preposti alla sicurezza dei cittadini. 8 – Educazione all’art. 3, primo comma della Costituzione italiana : < Art. 3 Cost. Principio di eguaglianza formale e sostanziale. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.> MIGRAZIONI e CLIMA Sul piano europeo e internazionale E’ stata ed è assente da parte dei paesi occidentali una politica efficace e autoprotettiva dall’immigrazione di massa; essi avrebbero dovuto e dovrebbero aiutare i paesi da dove si origina emigrazione a svilupparsi in modo tale da ridurre il più possibile la fuga, da contenerne l’imperatività. Molti hanno chiesto un piano d’intervento del tipo del piano Marshall. Quel piano statunitense del 1947 fu il piano di aiuto all’Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale, in dollari, farina, attrezzature. Vi fu un beneficio di ritorno anche per gli Stati Uniti. Dopo la seconda guerra mondiale vi fu l’aiuto dei vincitori ai vinti; non era accaduto dopo la prima guerra. Popoli asiatici e africani degli anni duemila, in povertà, pastori o agricoltori o allevatori o viventi in scenari di oppressione, di guerriglia o di guerra, sono scappati e scappano e la previsione delle conseguenze temute dalle variazioni climatiche fa pensare che continueranno a scappare. Se l’occidente e soprattutto l’Europa avessero aiutato i paesi in via di sviluppo a svilupparsi in modo appropriato, le crisi di quei paesi sarebbero state fronteggiate con minori conseguenze di impoverimento e di migrazione. Ciò non è in contraddizione con gli effetti della dinamica del peggioramento del clima e delle sue conseguenze, perché il paese che inaridisce, se ha avuto un suo sviluppo pur parziale, impara a conservare l’acqua piovana; si attrezza per desalinizzare l’acqua marina; non disbosca né brucia gli arbusti aumentando la desertificazione; cattura l’energia solare per produrre elettricità e così via. Ma se il paese è permanentemente degradato, senza sviluppo adeguato e con effetti ulteriormente negativi delle variazioni climatiche l’emigrazione è certa in quantità enorme e non la si contiene. Junker, Presidente della Commissione europea, nel 2017 ha denunciato la insufficienza dello stanziamento di 165 milioni di euro deciso a marzo 2017 dalla Commissione europea per combattere la carestia e la siccità che affliggono i Paesi del Corno d’Africa (Sud Sudan, Somalia, Etiopia e Kenya). E’ una testimonianza improduttiva di effetti. Nessuna voce governativa italiana ha reclamato azioni più efficaci, un piano d’intervento e quanto altro potesse essere utile allo scopo.Il contenimento dell’immigrazione in Italia e in Europa può sembrare un’illusione. Non è una scelta quella di accogliere gli immigrati; l’immigrazione è. Il pattugliamento dei confini terrestri (si fa per dire chiamarli confini trattandosi di distese di deserto sabbioso, inabitabile e inaccogliente) e dei confini marittimi di Ciad, Libia, Mali, Niger e di diversi altri paesi non cambia le cause delle migrazioni; prova a limitare i tempi delle stesse le quali cercheranno nuove rotte. Va bene combattere terrorismo e trafficanti di persone; occorrerebbe contribuire a piani di sviluppo economico locale. Ma cosa possono fare i governi sul clima ? Applicando gli accordi di Kyoto (in vigore dal 2005) e di Parigi (firmato nel 2015) e perfino migliorandoli, se possibile, come si è tentato a Marrakesh e a Bonn, i risultati di contenimento della crescita della temperatura terrestre si avrebbero a lungo termine. Nell’immediato e nel breve si avranno milioni di persone fuggiasche ammassate in sosta in campi di concentramento fetidi, finora sottoposte a vessazioni e violenze e parte di loro poi imbarcate con alto rischio di morte in mare. Il cambiamento del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’ambiente è gravissimo. Trump ha messo in dubbio l’esistenza stessa del riscaldamento globale, negando che si tratti di una minaccia alla sopravvivenza del pianeta. Sarà difficile intervenire efficacemente se anche gli Stati Uniti non saranno della partita. Ma la loro assenza non dev’essere un alibi per tutti gli altri. L’uscita degli USA potrà decorrere dopo il quinquennio presidenziale e se il Presidente Trump non fosse rieletto si può sperare in un riorientamento collaborativo degli Stati Uniti d’America e di loro conferma dell’adesione fattiva agli accordi di Parigi. Sul fenomeno migratorio il coinvolgimento di tutti i paesi europei è necessario. Purtroppo razzismi variamente graduati e cecità sull’evidenza climatica e sulle conseguenze migratorie sono presenti in diversi paesi europei. I razzismi non risolvono alcun problema se è vero che la globalizzazione, prima o poi, tocca tutti i territori anche su questa materia. L’Italia deve fare la sua parte attiva nel proporre politiche mirate all’Unione europea; deve ripensare la scelta di astenersi dal condividere il Global compact firmato …

TURATI AVEVA RAGIONE, MA OGGI E’ UN ALTRO TEMPO

di Silvano Veronese | L’obiettivo di Rimini 2019  è piu’ ambizioso ed attuale che non “superare la lacerazione del 1921” che sta nella logica dei tempi correnti (100 anni dopo) che ha visto la sparizione e la sconfitta storica delle forze originate da quella scissione.  L’obiettivo oggi è di dare una dimensione moderna ed unitaria ai valori e ai contenuti programmatici di una forza socialista che abbia l’ambizione di partecipare al governo del Paese, capace al contempo di valorizzare e premiare i meriti (e i talenti) e combattere le povertà e le diseguaglianze sociali vecchie e nuove, promuovere libertà e diritti civili e solidarietà tra i popoli.  In questo il “socialismo del XXI secolo” deve sapersi incontrare con la modernità che pone, a partire dalla globalizzazione dei mercati e dei commerci, dalla diffusione di grandi poteri finanziari sovranazionali, dalla immigrazione di massa dai Paesi sottosviluppati verso le aree piu’ ricche del pianeta, dal riconoscimento pieno delle “diversità”, problemi nuovi che non si conoscevano cento anni fa.  Per questo un moderno partito socialista, a mio avviso, deve aprirsi al contributo di uomini e culture progressiste di altre ma non contrastanti esperienze.  Si cita spesso Epinay. Ebbene alla rifondazione del nuovo (di allora) Partito Socialista (della “rose au poing”) parteciparono oltre alla storica SFIO e al PSU di Rocard anche i circoli repubblicani di Mitterand, i cristiani sociali di Delors e Chèréque, i radicali di sx di Mendes France e forze di sx radicale uscite dal “maggio” francese. Lo stesso Mitterand, eletto ad Epinay segretario generale, non apparteneva al tempo alla storica forza socialista SFIO di Mollet, Deffèrre e Maurois.  Penso che Rimini deve fare altrettanto, aprirsi e non rinchiudersi nel recinto del passato.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CONVEGNO INTERNAZIONALE IN ONORE DI LELIO BASSO

La memoria del passato – Le domande del presente 15 gennaio 2019 Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva Piazza della Minerva, 38 – ROMA In occasione del 40° anniversario della scomparsa del suo fondatore, la Fondazione Lelio e Lisli Basso ha realizzato nel corso del 2018 un intenso programma di iniziative in diverse città italiane (Varazze, Canicattì, Palermo, Modena, Milano).Insieme alla ricostruzione storica del pensiero e dell’opera di Lelio Basso, tutte le iniziative hanno inteso fornire strumenti di analisi e di riflessione su alcune grandi questioni del presente, di cui l’itinerario politico e intellettuale di Basso è ricco di spunti e sollecitazioni.Temi come la crisi della democrazia in Occidente, le diseguaglianze economiche e sociali, il ruolo dei partiti politici e della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, la legalità e il diritto, le culture giuridiche, il diritto internazionale, i diritti umani e dei popoli fino alla questione meridionale, sono emersi dalla storia personale e politica di Basso per farsi elementi vivi di una riflessione quanto mai attuale. L’anno bassiano si concluderà il 15 gennaio 2019, con un convegno di studi internazionale nella Sala Capitolare della Biblioteca del Senato in piazza della Minerva.Il convegno vuol mettere al centro della riflessione i filoni culturali e politici che caratterizzarono il pensiero e l’azione di Lelio basso, evitando ogni impostazione rituale, commemorativa o celebrativa.Vogliamo partire dall’omaggio a Basso per prendere spunto dal suo pensiero e tematizzare i suoi filoni di interesse sull’attualità (nazionale e internazionale). A tal fine abbiamo individuato relatori capaci di una rilettura e capacità critica adeguata a capire e affrontare i problemi e le nuove dimensioni poste dagli sconvolgimenti che percorrono il mondo, la cultura e la politica. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CONFERENZA PROGRAMMATICA DI RIMINI. LETTERA APERTA A TUTTE LE COMPAGNE ED A TUTTI I COMPAGNI

Molti compagni, spesso in buona fede, ma certo non coloro che sono stati parte significativa del disastro di questi anni, stanno esercitandosi su FB in azioni propagandistiche al fine di dipingere la Conferenza Programmatica di Rimini come un evento organizzato CONTRO il psi.  A tal proposito, senza voler avviare polemiche, chi esprime tali preoccupazioni, dovrebbe innanzitutto spiegare, non a noi, ma agli iscritti, le ragioni politiche per cui il psi si è ridotto alla irrilevanza ed incoraggiare quanti non si arrendono al disastro incombente e si mobilitano per rianimare speranze, interessi, volontà di riorganizzare la presenza del socialismo italiano.  Il nostro impegno non si rivolge contro, ma a favore della riscoperta delle ragioni del socialismo spesso dimenticate anche da chi avrebbe dovuto ricordarle ed auspica che le compagne ed i compagni socialisti, siano presenti ed attivi sia a Rimini sia, se iscritti al psi, per modificare politiche e dirigenti del partito. Sin dall’inizio della nostra avventura, a Livorno il 24 marzo 2018, abbiamo lavorato per riconquistare al comune impegno politico i tanti compagni che si sono allontanati, o sono stati allontanati, dal psi e per conquistare agli  ideali del Socialismo quanti oggi sono alla ricerca di un solido approdo politico, di antica cultura, ma capace di rinnovarsi senza smarrire i forti ideali di cui si è sempre nutrita. A tal fine abbiamo sempre affermato che le nostre iniziative erano finalizzate alla costruzione di una Casa del Socialismo AUTONOMO ed UNITARIO, e che in nostri eventi erano aperti al contributo di tutti i socialisti ovunque essi fossero.  Così è stato, in tutti gli incontri che abbiamo organizzato nel 2018. Anche Rimini (8-9-10 Febbraio) sarà un evento aperto, e lo sarà perché a noi interessano due cose: 1-          definire un Progetto Politico che parta da una analisi dei problemi sociali concreti, e che sappia fare delle proposte per un Socialismo possibile, ma soprattutto che sappia parlare ai giovani e dare risposte concrete alle loro ansie ed alle loro paure, che nascono da un presente molto difficile ed un futuro molto oscuro; 2-          ragionare e riflettere con le compagne ed i compagni che in questi 25 anni hanno tenuta alta la bandiera socialista. La loro esperienza è utile per comprendere i motivi per cui il socialismo non è riuscito ad emergere quale cultura unificante di una sinistra priva di bussole, nonostante il loro disinteressato e pregevole lavoro svolto in tante città e paesi in cui la fiammella socialista è sopravvissuta. Secondo la nostra opinione il modello di partito post 1994, che adeguò la sua forma a  modelli “centralistici” proprii di altri partiti (ex PCI per capirci), era inadatto a rappresentare un movimento sostanzialmente orizzontale qual è quello socialista. Questa forma ha impedito che le tante elaborazioni “locali” riuscissero ad emergere come pensiero nazionale. Vogliamo comprendere se questa tesi è corretta e cosa fare per dare corpo ad un’organizzazione realmente democratica. Questi sono i due obiettivi che ci ripromettiamo di affrontare a Rimini, con un lavoro, basato sui 12 tavoli del sabato, che dovrà approfondire  alcuni temi politici di rilevante importanza. I gruppi di lavoro dovranno analizzare e, soprattutto, portare a sintesi delle discussioni interessanti che per molto tempo hanno vagato nella rete, senza contribuire però a chiarire in modo univoco cosa possa essere il Socialismo nel XXI secolo. Nessun movimento politico può generarsi nel caos delle idee e delle proposte, e nulla può sopravvivere in assenza di una seria riflessione sugli errori commessi e senza l’indicazione di una chiara prospettiva politica e di impegno organizzativo per il futuro. Per non rassegnarci al definitivo declino del Socialismo in Italia, ci stiamo impegnando a definire cos’è il “Socialismo nel XXI secolo”, con la consapevolezza che è giunto il tempo di superare l’individualismo, cultura tipica del neo liberismo, per tornare ad essere ciò che siamo sempre stati, un movimento aggregante di idee anche diverse, ma tutte orientate verso un’idea comune: rappresentare coloro che fanno del lavoro la loro ragione di vita. Questi sono i nostri obiettivi e su questi obiettivi chiediamo a tutti i socialisti, ovunque essi siano oggi, di intervenire e portare il loro contributo alla Conferenza Programmatica di Rimini. Certi di incontrarvi numerosi a Rimini vi inviamo i nostri più fraterni saluti Il Comitato dei Garanti di Socialismo XXI SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it