Carissimi, vi ringrazio per avermi informato del convegno socialista di Rimini. L’impostazione mi sembra ‘felice’: nessun recinto per la eventuale ricostruzione di un partito socialista, fatto salvo il principio della libertà (e cioè della democrazia) che deve accompagnarsi alla giustizia sociale. Citi Rosa Luxemburg, alla quale io aggiungerei Filippo Turati che, proprio in commento alle ipotesi di dittatura del proletariato, faceva osservare che se i proletari avessero raggiunto la maggioranza elettorale non avrebbero avuto bisogno di dittatura, ma se avessero preteso di governare senza maggioranza, avrebbero creato un precedente molto pericoloso. Anche Sandro Pertini metteva la ‘libertà’ in primo piano, nell’evoluzione del socialismo.
Oggi bisogna guardarsi dalle ipotesi di superamento della ‘democrazia rappresentativa’ che, in nome del ‘popolo’, vorrebbero introdurre altri sistemi che porterebbero sicuramente a conclusioni anti democratiche. E’ ragionevole, quindi, insistere perchè siano riviste le procedure per la presentazione delle liste elettorali, in modo che nessuno venga privilegiato e perché le eventuali modifiche della costituzione siano proposte in base alle esigenze della società in cui viviamo oggi (e domani).
La trasformazione tecnologica ed economica in atto deve portare i socialisti a elaborare nuove forme di difesa per chi ha più bisogno (la originaria ‘attenzione’ del socialismo) e di valorizzazione di chi ‘merita’, senza dimenticare che anche nel ‘marxismo’ (che non è stata la sola idea di socialismo) si punta alla produzione per garantire un’equa distribuzione. Condivido le proposte di riforma della Comunità europea, per ricondurre ad una possibile ‘governance’ di orientamento federale tra i Paesi che hanno adottato la moneta unica, pur lasciando il ‘mercato comune’.
Questo mio breve e semplice saluto si conclude con un apprezzamento per la vostra coerenza di questi anni e la soddisfazione di avere rivisto un ‘garofano’ nel manifesto che annuncia il convegno. E’ un fiore antico nella storia del socialismo e Craxi fece bene a riprenderlo per non dimenticare ciò che è stato: il simbolo della FESTA del LAVORO e delle tessere socialiste di fine ottocento, primi del novecento.
Buon lavoro!
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.