COMINCIAMO A PARLARE DI ANTROPOCENE

 

di Claudio BellavitaSocialismo XXI Lombardia |

 

L’Antropocene sarebbe l’era in cui viviamo, quella in cui l’impronta dell’uomo sulla terra è diventata prevalente e porta a modifiche permanenti dell’habitat del mondo, nella flora, nella fauna e anche nei rapporti umani. Convenzionalmente si fa partire l’andropocene dal 1945, con la costruzione e l’uso bellico delle prime bombe atomiche.
Ma dal 1945 a oggi l’umanità ha avuto una crescita impensabile e non confrontabile con nessun periodo storico: passare da 2 a 8 miliardi di abitanti in 75 anni è un fenomeno incredibile, a cui bisogna aggiungere un quasi raddoppio dell’attesa di vita, un fenomeno che non trova paragoni in nessuna specie animale.

E gli 8 miliardi in continua ulteriore crescita tendono anche a una omologazione dei consumi, anche essi in crescita esponenziale: non dispongo di dati sui consumi procapite ma non mi stupirei che si siano moltiplicati per 4 rispetto al 1945. Il che vuol dire che consumiamo 32 volte di più che nel 1945.

Tutti questi fenomeni messi insieme portano a conseguenze incredibili sull’ambiente, sempre più devastato dall’aumento dei consumi umani causato dall’effetto moltiplicatore dell’aumento della popolazione, della sua vita media e dei consumi procapite che tendono a omologarsi ai livelli sempre più crescenti.

Stiamo distruggendo la fauna ittica, come l’ambiente devastato ovunque dall’esigenza di ampliare le colture per far fronte alle esigenze alimentari in crescita continua nella quantità assoluta e pro capite e nella qualità che tende a omologarsi.

Omologazione accelerata dalla diffusione dell’informazione in reti sempre più accessibili. Ci commuoviamo per la ragazzina svedese che vuol testimoniare il disagio dei giovanissimi del mondo: ma lei viene da un paese dove per ragioni linguistiche e climatiche la popolazione è piuttosto statica e di immigrati se ne vedono pochi, se ci si preoccupa lei cosa dovremmo dire noi?