Per la Comunità Socialista della provincia di Cremona
Tommaso Anastasio – Virginio Venturelli |
Dopo aver letto diverse prese di posizione in merito all’oggetto, di seguito anche la nostra modestissima valutazione.
Un parlamento preoccupatissimo solo di non andare alle urne, ha votato con una maggioranza bulgara la riduzione del numero dei parlamentari.
Oggi c’è un deputato ogni 96.000 abitanti e un senatore ogni 190.000,(sostanzialmente nella media europea) con il taglio ci sarà un deputato ogni 150.000 abitanti e un senatore ogni 300.000 abitanti.
Uscendo dai freddi numeri, lascia sgomenti il fatto che non si sia, contestualmente, riformata la legge elettorale, così come risulta ancor più grave non avere previsto alcuna revisione dei “pesi e contrappesi” dei tre poteri sui quali si fonda la nostra Costituzione.
Una miopia politica gravissima che inciderà sulla tenuta democratica delle nostre istituzioni. A supporto della decisione c’è solo la motivazione sulla riduzione dei costi della politica, che più facilmente si sarebbe potuto ottenere ridimensionando le indennità dei parlamentari e l’eliminazione dei loro privilegi, anziché ridurne la rappresentanza.
Il provvedimento “taglio delle poltrone”, con il risparmio stupefacente di un caffè all’anno per il cittadino, contrae sostanzialmente, ancora una volta, gli spazi di democrazia, concentra il potere nelle mani di pochi, tende a trasformare la democrazia in oligarchia.
In questa ottica, con i risultati che tutti possiamo commentare, già sono intervenute: la legge dei sindaci con ha ridotto anche il numero dei consiglieri comunali, quella che ha diminuito i consiglieri regionali, nonché la indecente normativa che ha portato le province al caos attuale.
Che simili indirizzi siano propri delle forze nate sull’onda della protesta populista e sovranista, non desta alcuna sorpresa, a differenza dei comportamenti del PD e di Art.1, palesemente contradditori con le loro tradizionali posizioni, o meglio, con quanto vanno dicendo ai propri elettori.
Quello che demagogicamente tutti pensano sia una decisione popolare, non sarebbe di certo scandaloso se fosse sottoposta anche al giudizio degli elettori, attraverso un referendum confermativo, ove si possano chiarire e spiegare meglio anche le ragioni contrarie al provvedimento.
I socialisti, miracolosamente uniti sulla questione, una sola cosa dovrebbero comunque evitare: quella di far parte di comitati promossi da chi oggi si erge a contrastare l’entrata in vigore della legge, dopo averla approvata in parlamento.
Ciò premesso, chiamati al voto non avremmo comunque dubbi sul nostro NO a questa scellerata riforma. Dopo aver letto diverse prese di posizione in merito all’oggetto, di seguito anche la nostra modestissima valutazione.
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