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This is some dummy copy. You’re not really supposed to read this dummy copy, it is just a place holder for people who need some type to visualize what the actual copy might look like if it were real content. If you want to read, I might suggest a good book, perhaps Hemingway or Melville. That’s why they call it, the dummy copy. This, of course, is not the real copy for this entry. Rest assured, the words will expand the concept. With clarity. Conviction. And a little wit. In today’s competitive market environment, the body copy of your entry must lead the reader through a series of disarmingly simple thoughts. All your supporting arguments must be communicated with simplicity and charm. And in such a way that the reader will read on. (After all, that’s a reader’s job: to read, isn’t it?) And by the time your readers have reached this point in the finished copy, you will have convinced them that you not only respect their intelligence, but you also understand their needs as consumers. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

RINO FORMICA AL SUSSIDIARIO.NET

Intervista a cura di Marco Biscella | Le conseguenze del voto in Umbria ? Le difficoltà del governo giallo-rosso? Il ruolo di Zingaretti, Di Maio o Renzi? Le discussioni sulla manovra? Per Rino Formica, ex ministro socialista attento osservatore delle vicende politiche, contano poco, di fronte, per esempio, a ciò che sta accadendo in Gran Bretagna, con un Parlamento che ha saputo riappropriarsi delle proprie prerogative in una partita decisiva per le sorti future dell’Europa e del suo ruolo nel mondo. Anzi è proprio lo scenario internazionale, alla ricerca di un nuovo ordine e di nuovi equilibri, che sta mettendo drammaticamente a nudo la debolezza di fondo dell’Italia: “Da almeno 25 anni – ricorda Formica – si sta via via esaurendo un pensiero politico sistemico, di visione, perché l’istinto e la reazione prevalgono, con riflessi sulle forze politiche e sulle istituzioni che oggi sono diventate sterili”. Come uscirne? Serve una scossa, un big bang: tocca a Mattarella “fare un quadro dello stato di salute del Paese al Parlamento. È suo dovere costituzionale, non è una richiesta alla persona. Solo così si possono risvegliare e coagulare le forze vitali presenti nel paese”. E Formica – che dopo il voto in Umbria fatica a individuare l’impatto prodotto sul governo e sui partiti della coalizione giallo-rossa, “perché dovremmo individuare cos’è il governo, cos’è il M5s e cosa sono i partiti oggi – invita a stare “sulla ricerca di cosa si è mosso e cosa si muove nella realtà italiana”. Cosa si sta muovendo? Siamo al punto terminale di una lunga fase che ha visto l’istinto prevalere sul pensiero, la reazione sulla riflessione. È agli sgoccioli tutto quello che poteva produrre un sistema senza pensiero politico e di carattere generale, che da 25 anni si è riversato sulle istituzioni e sull’intero equilibrio del sistema politico italiano. Con quali effetti? Il disperdersi sugli aspetti più minuti di ciò che sta avvenendo sia nell’attività di governo che nell’attività dei partiti è fuorviante. C’è un distacco impressionante tra la valutazione delle questioni quotidiane minori nelle quali siamo immersi e le questioni di carattere generale, interne e internazionali. A cosa sta pensando? È successo qualcosa di politica estera molto più importante che stabilire se in Umbria si è spostato un gruppo sociale a favore di un altro gruppo sociale. In Gran Bretagna, dopo tre anni di guerriglia parlamentare in un Paese investito dallo stesso male del populismo che ha colpito l’Europa, il Parlamento si è riappropriato della sua funzione e ha detto: andiamo alle urne e chiediamo al popolo se noi abbiamo forza politica nazionale tale da poter essere presenti nella nuova prospettiva che rende necessaria la ricomposizione di un ordine mondiale. Ciò che avverrà in Gran Bretagna, da oggi al 12 dicembre, interessa o non interessa l’Italia e l’Europa? La sua risposta? In Gran Bretagna si voterà anche per il futuro non solo del nostro Paese, ma dell’Europa. Le nostre forze politiche e le nostre istituzioni, invece di occuparsi del dettaglio se si dovranno tassare le sigarette o lo zucchero, seguiranno da vicino il dibattito politico e le elezioni inglesi? Perché è così importante? In Italia siamo al dettaglio di ciò che residua della nostra possibilità di influire sugli equilibri economico-sociali e ci dimentichiamo che il 90 per cento delle nostre decisioni dipenderanno da ciò che succede fuori dal nostro paese. Siamo in presenza di una decadenza e di un immiserimento della nostra classe dirigente da paura. Il problema non è se noi giochiamo un ruolo di secondo o di terzo piano sulla scena mondiale, il problema è: abbiamo un nostro pensiero sul futuro dell’Europa? Le nostre istituzioni, sfornite del pensiero politico, sono diventate sterili. Non pulsa il cuore, non funziona il cervello, come possono funzionare le gambe e le braccia? In Gran Bretagna si torna al voto, in Italia lo abbiamo fatto in Umbria. Chi è uscito davvero sconfitto dalle elezioni di domenica? Il M5s? Il Movimento 5 Stelle è nato morto, perché è nato senza pensiero politico, anche se apparentemente, con le elezioni del marzo 2018, ha avuto una ventata favorevole. Quel risultato faceva leva sugli istinti anti-sistema che attraversavano il paese. C’è chi dice che i Cinquestelle erano una forza perché anti-sistema e poi, una volta arrivati al governo, si sono indeboliti. È d’accordo? Se era anti-sistema, vuol dire che il M5s non aveva il pensiero per sostituire il sistema con un altro sistema, perché nelle società moderne non si può essere anti-ordine per il disordine. Nessuna società moderna può accettare il disordine, tutt’al più un diverso ordine. La debolezza di questo governo non è che si fonda su una forza parlamentare del 33% che oggi non è più tale perché indebolita dalle urne, ma che finalmente si è scoperto che non esisteva come pensiero politico nel paese. È stata un’illusione. Neppure l’alleanza con una forza di sistema come il Pd riuscirà a colmare questo vuoto? Il Pd si è trovato ad aver accettato dal 1994 in poi di nascondere il proprio pensiero, di non aggiornarlo; e non poteva non seguire la sorte delle forze che vedevano esaurirsi il proprio pensiero politico. Pensi al paradosso: dove il Pd sopravvive con una certa vivacità è legato al fatto che prende motivazioni esistenziali della destra reazionaria. Faccia un esempio. Prendiamo il caso dell’immigrazione. Le sembra che fosse pensabile, anche solo pochissimo tempo fa, che la Ocean Viking venisse tenuta 10 giorni in mare in attesa che ci fossero le elezioni in Umbria per poi farla attraccare a Pozzallo? È una cosa che non avrebbe fatto nessuna sinistra. L’esperimento dell’alleanza Pd-M5s è fallita ancora prima di nascere. Questo complica i piani di chi? Zingaretti? Di Maio? Renzi? Sono tutti rottamati o rottamabili. Qualsiasi cosa dovesse nascere da domani in poi nascerà senza e contro di loro. L’assenza di pensiero ha reso le classi dirigenti burocrati di nomenklature in estinzione. Che cosa potrebbe o dovrebbe fare Mattarella, visto che questo governo affronta ogni giorno difficoltà, incomprensioni, tensioni? Mattarella ha un giusto orientamento: dopo questo governo non c’è …