PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA GESTIONE DELLE IMPRESE

 

di Aldo Potenza Presidente Socialismo XXI |

 

Qualche cenno di storia e indicazioni alla Conferenza di Socialismo XXI a Rimini

L’argomento è stato affrontato nella conferenza programmatica organizzata da Socialismo XXI il 10 febbraio 2019.
In conclusione del documento dedicato ai problemi del lavoro, si osserva che: “Una volta “disboscata” la giungla di false organizzazioni e quindi non riconosciuti patti di lavoro “di comodo”, la legge dovrebbe altresì introdurre norme e misure che possano favorire e sostenere forme di “cogestione” e/o “codecisione” ai fini della partecipazione dei lavoratori agli obiettivi di sviluppo aziendale nonché relazioni collaborative tra le parti proprie di Enti o comitati bilaterali per la promozione e gestione comune tra imprese e lavoratori di forme di welfare aziendale o settoriale e della formazione professionale.

Rudolf Meidner, studioso e ricercatore socialista svedese della confederazione sindacale L.O. lo definì o il “socialismo dell’autogestione”!!

La questione è stata, sin dalla liberazione, un argomento presente nel programma dei socialisti italiani.

Mi preme ricordare l’esperienza dei Consigli di gestione creati il 24 aprile 1944 con decreto del CLNAI come “affermazione della nuova democrazia economica sorta dalla guerra di liberazione e si diffusero rapidamente, in modo particolare nel nord.”

Successivamente il socialista D’Aragona tentò di dare una veste giuridica ai Consigli di gestione e Morandi, grazie alla collaborazione tecnica del socialista Massimo Severo Giannini, presentò in Parlamento, sulla base della prima elaborazione compiuta da D’Aragona, un più elaborato disegno di legge.

A Milano il 13 ottobre del 1946 Morandi incontrò i rappresentanti dei CdG che approvarono il disegno di legge nel loro congresso nazionale. Ci furono, successivamente, ulteriori modifiche al disegno di legge a seguito dei congressi provinciali e nazionale che si tennero a Milano il 23 novembre del ’47 e a Torino il 18 dicembre del ’48.

Contro i Consigli di gestione e il disegno di legge Morandi si scatenarono i quotidiani economici, in particolare “Risorgimento liberale” arrivò a stabilire un parallelo tra Goering e Morandi accusando quest’ultimo di essere incapace di liberarsi dalla mentalità corporativa!!!!!!!!

Malgrado lo stesso Morandi, rivolgendosi ai critici più intransigenti, che ritenevano il disegno di legge poco incisivo, sostenesse che ” la mia preoccupazione eminente è stata proprio quella di non porre, con una legge che incautamente estendesse questo istituto e gli attribuisse sproporzionati poteri, la pietra tombale sui Consigli di Gestione” la legge non fu mai approvata per la forte resistenza della classe padronale e delle forze politiche conservatrici dell’epoca.

Su l’Avanti! del 27 dicembre 1946 Morandi scriveva ancora: “Sarà lecito vivaddio, davanti ai compiti immani della ricostruzione e alla pochezza delle nostre risorse, prospettarsi, piuttosto che un convulso cozzare di interessi, un programma di insieme ed un ordine in cui possa e debba trovare ognuno il suo posto, senza per questo mettere l’iniziativa privata in catene”?

Ieri e ancora oggi questo interrogativo sono convinto che dovrebbe trovare una risposta positiva sia pure con tutte le cautele che giustamente sono state,recentemente avanzate, dal compagno e vice presidente di Socialismo XXI Silvano Veronese.

N.B.
Per chi volesse leggere il testo della legge Morandi, si consiglia: “PSI, i Consigli di gestione, Progetto Morandi, relazione e testo, Roma 1947. Fascicolo 1-2 della “Rivista internazionale della protezione sociale” edita a cura del Centro studi socialis fondato da Giuseppe Romita”