IL SOCIALISMO CRESCE CON I POPOLI

 

di Filippo Vasco Coordinatore Socialismo XXI Toscana |

 

Con la pandemia del corona virus si pensa che il mondo, l’Europa e l’Italia, siano in un processo di cambiamento, forse in positivo se c’è una guida adeguata, che indica un nuovo percorso, altrimenti può non essere negativo e anche peggiore del liberismo degli ultimi decenni.

La storia del socialismo ci insegna, che i cambiamenti sono lenti e legati alle culture dei popoli, per questa ragione, partendo dai valori e dai fini tradizionali del nostro essere socialisti, dobbiamo perseguire una innovazione ragionata e legata alla partecipazione dei cittadini. I valori socialisti sono quelli della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza e della solidarietà, i fini, affinché i governi dirigono l’umanità dei popoli, riconoscendo i meriti e i bisogni di ogni singolo cittadino.

Nel secolo del novecento ci sono state due guerre mondiali che hanno sconvolto il mondo, sono stati sconfitti molti regimi dittatoriali, compreso quello italiano del ventennio fascista, è stato fatto molto cammino sulla emancipazione e l’uguaglianza dei popoli, c’è stata una fortissima accelerazione sulle tecnologie, fino ad arrivare alla robotizzazione di molti settori dell’economia e nella vita sociale, aspetto in continua evoluzione.

La domanda da porci oggi è la seguente: come affermare il cambiamento economico e sociale nel dopo covid19? La risposta può essere molto complicata, se l’autorità economica e politica, continua ad abusare delle debolezze sociali ed egoistiche per mantenere il proprio potere, ma può essere molto più facile, se si segue i meriti e i bisogni dei cittadini, che vogliono un progresso, per dare risposte positive ai familiari e ai loro simili, superando il sistema liberista, nel mondo e nel nostro Paese.

Le necessità del mondo, dell’Europa e del nostro Paese, richiedono un sistema economico, sociale ed umanitario molto più coeso, poche regole certe e corrispondenti ai bisogni del pianeta terra e dei popoli, maggiore diligenza nella ecologia e nel rispetto del globo e degli esseri viventi, consapevoli che la solidarietà generale è la condizione oggettiva per il benessere di tutti i popoli. L’Europa dei popoli Rispetto all’Europa, il documento di Ventotene, voluto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, voleva essere una sfida alle Nazioni europee, affinché dopo la seconda guerra mondiale, si definisse un’azione di pace duratura, fattore che ha visto 75 anni di pace e armonia cooperativa tra i Paesi europei.

Il socialismo europeo, ha giocato una partita importante per la pace tra i Paesi dell’Europa, aspetto che va riconosciuto anche al Partito Popolare, ma che nell’ultimo decennio del novecento e fino ad oggi, si è bloccato il processo per fare la Federazione degli Stati Uniti dell’Europa, sottraendo ai cittadini lo Stato europeo. Il socialismo italiano insieme a quello europeo, devono riprendere la strada della nuova unità per una Federazione degli Stati, consapevoli che i Paesi della vecchia Europa, hanno rappresentato la culla della cultura e della civiltà moderna, ma la strada del futuro, dovrà essere ricostruita, affinché il continente abbia un peso reale nel rapporto con le altre potenze e riesca a dare un’impronta ecologica, solidale ed egualitaria al futuro del mondo.

L’obbiettivo centrale per i popoli è un lavoro dignitoso, una qualità della vita degna di essere vissuta, nella libertà e nella solidarietà, questo è quanto si è affermato nella carta universale dei diritti umani, che deve diventare pratica quotidiana per il socialismo europeo e nel mondo. Quindi, necessita un Parlamento europeo eletto, un Governo per l’Europa eletto dal Parlamento, leggi utili per la sicurezza e per la difesa comune, una economia ecologica e solidale regolando quella finanziaria, una imposizione fiscale progressiva con una tassazione comune e non la competizione tra le Nazioni, una moneta dell’euro omogenea nel suo valore, con regole chiare per uno stato sociale equo e solidale, capace di dare certezze per un futuro migliore.

L’Italia e il cambiamento I problemi dell’Italia sono quelli di una nuova unità tra nord, centro e sud, in quanto il Paese si può sviluppare se tutto si muove in un nuovo sistema, utilizzando le risorse presenti e quelli naturali. Il miracolo economico italiano degli anni 50/60, è stato realizzato attraverso la tecnologia dell’auto e per questo sono state costruite strade ed autostrade, insieme alle nuove tecnologie per l’industria e altri settori portanti del Paese, ma questo ha prodotto un Nord sviluppato, un Centro capace di stare nell’economia e nel mercato, un Sud assistito con una politica fallimentare. Oggi, la congestione del traffico, l’inquinamento ambientale, le infrastrutture non adeguate e in parte obsolete, suggeriscono un cambio di sistema al Paese, sviluppando una economia sociale, ecologica e plurale, per quanto il territorio italiano può disporre.

Inoltre ci sono problemi sulla quale bisogna fare chiarezza ed intervenire, affinché la politica e tutte le istituzioni pubbliche possano e debbano combattere le diverse mafie, nel territorio italiano e fuori. Non sono sufficienti gli annunci, c’è bisogno di controllare i dossier di molti politici che utilizzano i voti delle diverse organizzazioni mafiose, dei dirigenti di alto livello che utilizzano il proprio potere per fatti oscuri, insieme a molti imprenditori, che accettano o subiscono, ricatti dalle diverse mafie, si deve superare questa situazione, chi fa parte delle istituzioni deve essere con lo Stato e per lo Stato, non ci possono essere giustificazioni, il rischio è la rovina del Paese. Rispetto allo sviluppo del Paese, per essere convincente e conveniente, per tutti i settori, deve essere legato alla sua conformazione territoriale, economica, sociale e ambientale. La nostra penisola si estende sul mare con due grosse isole, affacciata sul Mediterraneo e verso i Paesi dell’Oriente, questo può creare rapporti politici, economici, commerciali e sociali, questo può rappresentare una grande possibilità di sviluppo per tutto il Paese; l’economia dell’Italia, almeno per la grande fascia dell’industria, si muove al Nord e al Centro, con capacita economiche simili o migliori dei Paesi più avanzati dell’Europa, sviluppando capacità ed eccellenze, tecniche e tecnologie, adeguate per essere presenti sui mercati del mondo.

La fragilità e le debolezze del Paese, sono concentrate nelle Regioni meridionali del Centro e nel Sud dell’Italia, con una difficoltà oggettiva per una crescita generale del Paese. Tutto ciò a prodotto nel tempo e produce ancora oggi, scontri sociali, divisioni e forme di razzismo, che minano lo sviluppo e la crescita dell’Italia, insinuando da parte di molti, che l’Unità dell’Italia nei suoi 150 anni non c’è mai stata è non c’è ancora oggi, creando un clima ostile e non utile al Paese. Per creare sviluppo nel meridione, bisogna cambiare, passando dall’assistenza ad una politica concreta, va sviluppato un progetto capace di utilizzare le risorse naturali, che sono il mare ed il sole, con capacità di trasformare il Centro e il Sud, in una risorsa turistica eccellente, per l’Italia e per tutti i Paesi dell’Europa, definendo il nostro meridione la “California del Continente europeo”. Abbiamo il settore agro alimentare, presente in tutto il Paese, che costituisce una qualità di prestigio, partendo dal vino e dall’olio, dal latte ai formaggi e latticini, dagli agrumi agli ortaggi e ad altri prodotti, come la cucina e l’alimentazione, che sono delle eccellenze italiane nel mondo.

L’altro aspetto strategico del Paese, deve essere quella di riformare la viabilità, stradale e ferroviaria, migliorando il percorso ferroviario di tutto il Paese, quella del mare spostando le merci non deperibili sulle navi, ma anche ampliando e migliorando il trasporto per le persone che scelgono di spostarsi via mare. Questo è possibile se pensiamo che la viabilità marina può essere praticata, da Genova a Palermo e da Trieste a Catania, riducendo il traffico nelle autostrade e con minore inquinamento, di fatto si crea un inedito sviluppo e nuovo lavoro nella cantieristica e nei servizi del mare, portando benefici sulle strade e autostrade, molto spesso trafficate e bloccate per lavori o altre ragioni. Questo rinnovato sistema economico e sociale, insieme al rinnovamento tecnologico e ambientale, può portare l’Italia ad essere competitiva con altre Nazioni, dando risposte al Nord con lo sviluppo dell’industria e del turismo, al Centro e al Sud con le sue attività industriali, ma con nuove capacità di sviluppo turistico, balneare, paesaggistico e ambientale. Ovviamente in questa breve esposizione non sono state toccate tutte le corde dello sviluppo economico, ambientale e sociale del Paese, ma descritte alcune attività vitali per un futuro migliore, per la nostra società e per i nostri cittadini. Infine, a questo cambiamento di sistema economico e sociale, va inserita una sana riforma fiscale, profondamente progressiva, al fine di pagare meno tasse, ma tutti devono partecipare, questa potrebbe essere la cosa più giusta ed equa, per i cittadini italiani e dell’Europa intera.

La nuova Italia può e deve rinascere, i socialisti possono e debbono dare il proprio contributo di idee e valori, per questo i socialisti hanno bisogno dell’Italia e dell’Europa, come l’Italia e l’Europa hanno bisogno dei socialisti. Per realizzare queste nuove politiche, i Socialisti possono e devono superare la diaspora e le loro contese del passato, consapevoli che bisogna essere uniti per costruire il futuro, per noi e per i nostri figli.