di Christian Vannozzi |
Uno dei nodi centrali da sciogliere per la coalizione di Governo è la riapertura scuole, in quanto ancora sussistono delle criticità e come se ciò non bastasse i partiti dell’opposizione non risparmiano critiche verso un ministro ritenuto non all’altezza della situazione e la scelta di riaprire, in pratica per ultimi in Europa, le aule agli alunni.
La didattica a distanza ha sicuramente permesso di portare avanti i programmi e di mantenere, per così dire allenati, gli alunni, senza però scordare la dispersione di chi non ha potuto, per varie problematiche, prendere parte alla dad (acronimo di didattica a distanza) e chi invece ha fatto il ‘furbetto’ giocando a pieno titolo la carta della promozione facile un po’ troppo decantata dal Governo.
Il viceministro dell’istruzione, Anna Ascani ha comunque dichiarato che la prossima settimana usciranno le linee guida per la riapertura che verranno concordate con le Regioni:
“La settimana prossima usciranno le linee guida che concorderemo con le Regioni, le stiamo scrivendo insieme agli enti locali, abbiamo fatto una ricognizione incontrando una per una tutte le regioni d’Italia. Insieme a loro abbiamo fatto un quadro delle criticità nel mantenimento della cosiddetta distanza di sicurezza all’interno delle aule”.
La nota dolente arriva purtroppo dalle aule, che come ben si sa in Italia rappresentano una forte criticità, nonostante le dichiarazioni del viceministro:
“Non siamo messi male, però ci sono delle criticità soprattutto nelle scuole superiori dei centri un po’ più grandi, quindi lì abbiamo chiesto a Comuni e Province di fare una ricognizione degli spazi per individuare scuole che magari sono state chiuse nel tempo o altri spazi che sono adattabili alla didattica. Entro la fine di questo mese arriveranno le risorse a Comuni e Province per l’edilizia leggera e quindi finalmente si potranno cominciare a vedere i lavori che partono perché a settembre si torna tutti in classe in presenza e in sicurezza”.
Riapertura sicura quindi, manca solo da verificare quali saranno i dettagli per poter garantire la distanza di sicurezza, trovando quindi l’accordo tra i due maggiori partiti della colazioni, ovvero il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, che detengono la guida del Ministero dell’Istruzione, uno dei più criticati dalle forze dell’opposizione, ma anche da alcuni esponenti che sono all’interno della maggioranza di Governo e che hanno una linea totalmente differente sulla scuola, a iniziare dal reclutamento dei nuovi docenti.
Iniziare con un corpo insegnati incompleto o che non conosce la scuola potrebbe infatti essere arduo, e di questo ne sono pienamente consapevoli i dirigenti scolastici, i quali auspicavano una riconferma delle forze avute in campo in quest’anno scolastico, in modo da poter garantire una sorta di continuità agli alunni e una conoscenza delle varie piattaforma informatiche scese in campo per supplire la didattica in presenza. Parliamo dei vari Zoom, WeSchool, Gsuite, Edmodo e Office 365, tutti validissimi programmi, facili da utilizzare, che hanno però bisogno di un minimo di conoscenza che non si impara solo con il semplice utilizzo.
Su questo nodo verte la dialettica all’interno del Partito Democratico e trova spazio l’opposizione, più agguerrita che mai sul tema scuola e sull’immigrazione, come ha avuto modo di esplicitare Daniele Capezzone ospite a Quarta Repubblica il 22 giugno scorso, dove non ha mancato di polemizzare con la senatrice Fedeli sui temi scolastici e su presunti privilegi di cui hanno potuto godere i vari insegnanti delle scuole pubbliche in luogo di quelli delle scuole private che sono rimasti senza stipendio.
Il problema dei lavoratori delle scuole private merita infatti grande attenzione, perché certamente non è giusta una disparità così grande in un settore che è comunque pubblico, anche se gestito da privati.
(L’intervista al viceministro Ascani è riportata dalla testata giornalistica).
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