SOCIALISMO, LINFA VITALE PER IL FUTURO

Dipinto di Renato Guttuso tratto da una Tessera del Psi

 

di Massimo Peruzzi Socialismo XXI Lazio |

 

 

Stai fuori di un centro commerciale in attesa di un ritorno al silenzio di quattro muri ed alla fine la mente torna a …visi con sguardi pieni di interrogativi, continue corse verso un qualcosa che si cercava da tempo, verso appuntamenti che avrebbero dato vita a chissà cosa ma era comunque un giorno che si declinava con la medesima intenzione di conoscere e cercare di vincere. E le settimane diventavano, si, dei traguardi che in definitiva arricchivano la nostra bisaccia di sapere, conoscere, apprezzare, detestare per poi, insieme ad altri discuterne a volte imparando, altre apportando un contributo ma sempre e comunque, insieme, con lo stesso scopo.

Si arricchiva tutti insieme di quel bisogno comune di riuscire, vincere, si è vero, spesso anche perdendo, ma lo si faceva insieme, per uno scopo comune e se ne divideva l’amaro della perdita ma anche il gusto della riuscita.

Oggi ti guardi intorno ed avverti che non c’è più solidarietà, se non a comando o bisogna, il politico non si adopera per la collettività, il prete corre dietro al benessere, la Scuola non indirizza più i giovani, ma si fa cavalcare dalla loro supponenza, e la globalizzazione ha dilatato i confini della ricerca dei traguardi che sono divenuti sempre più rari da raggiungere e che c’è un disperato bisogno di Socialismo e pare che questi giovani non sognino, ma abbiano solo bisogno di raccontarsi, tanto che il “Sistema” ha cambiato loro lo scenario da calcare.

Diversi sono diventati gli scopi, peraltro cambiati da altri per sete di potere, di potenzialità gestionali, di denaro, di visibilità e clamore, il tutto tinto di improbabili politiche, che avrebbero cambiato molte gioventù, vite e destini, ma più di ogni altro, lo sbiadire sempre più continuo del sapore di socialismo che dopo aver ammazzato Craxi, continuava a scemare, in una società in mano a comunisti ravvedutisi ai privilegi ed agi di un neo proletariato imborghesito.

Non ci sono più quegli occhi curiosi di un futuro da scoprire, di un domani da interpretare perché più astuto, il Sistema ha procurato loro come impiegare il tempo con giocattoli e telefonini, per trascurare l’osservazione del loro ambito e di programmare una ricerca di lavoro, fomentando lo sviluppo della tecnologia con il depauperamento della indispensabilità umana.

Non ci sono più obiettivi, solidarietà, se non interessata e tutto viene affidato ad una più o meno precisa pressione di un tasto e se sbagli non è il tuo cervello a comprenderne l’avvenuto, ma una serie interminabile di fili e di onde, che stanno sempre più rodendo le rive di questa civiltà ormai priva di una cultura tramandata ma solo letta freddamente su di uno schermo.