ATTACCO ALLA COSTITUZIONE: IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI E’ IL TRIONFO DELL’ANTIPOLITICA

di Christian Vannozzi |

Ormai l’antipolitca è un vero e proprio slogan mediatico lanciato non solo dai grillini, ma ormai da varie formazioni politiche, come la Lega Nord e il Partito Democratico, che ha accettato per ultimo questo vocazione in nome dell’alleanza di Governo antidestra. Ormai si ragiona sempre con l’anti, e non più per ciò che si vuole. Si sta solo contro qualcosa, senza più pensare al perché ci si era associati assieme, ai valori, agli ideali, il tutto per non perdere, non per vincere, perché spesso la vittoria non paga, come è machiavellico pensare, perché quando non si può vincere è meglio pensare a non perdere, anche se questo significa a volte perdere se stessi.

Un attacco concreto, per accalappiare più voti possibili, per quella che può essere definita una questione di pancia è il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, un vero e proprio attentato alla costituzione socialdemocratica che abbiamo dal 1948, nata per la volontà dei rappresentanti dei lavoratori nell’Assemblea Costituente, coloro che combatterono per la liberazione dell’Italia contro l’occupante nazifascista, personaggi di un calibro superiore a ogni politico odierno, ma che fanno passare come ‘vecchio‘ come inutile, come non necessario, nascondendosi dietro la bandiera del risparmio, del taglio, dei soldi buttati inutilmente, soldi che però garantiscono una maggiore rappresentanza, anche se questo nessuno lo dice mai.

Disseminare l’odio verso la classe politica, rea di guadagnare molto, effettivamente troppo, per fare poco e nulla per la gente del popolo, è facile, come ora è facile lanciare lo slogan ‘mandiamoli a casa’, tanto gridato da Grillo ai tempi dei suoi esordi ed ereditato magistralmente da Salvini, il politico che più di tutti ha saputo usare la politica di ‘pancia’ e da bar, nonché i social network a suo favore, diventando un vero e proprio fenomeno mediatico e accalappiatore di voti, che seguendo la strada lanciata da quello che fu il leader dei 5 Stelle, ha sancito la crescita a dismisura del suo partito, seguito da Giorgia Meloni, altra politica sicuramente di talento dal punto di vista mediatico, che cavalcando l’onda di frustrazione degli italiani nei confronti dei migranti e dei politici non ha fatto altro che indirizzare quella forza negativa verso i suoi avversari, cavalcando anche lei l’onda del taglio parlamentare, dimostrandosi, come fanno i 5 Stelle da anni, non rapaci, corrotti e attaccati alla poltrona e al lauto stipendio, come gli altri politici, ma la paladina delle masse oppresse, ponendo l’attenzione sui votanti e identificandosi con loro, e non con la classe politica incapace.

Ultimo a entrare nel clan è il PD di Zingaretti, partito che si sta snaturando giorno dopo giorno, lasciando perplessi i suoi votanti e i suoi iscritti, in nome di questa convergenza politica, che vede i 4 partiti politici principali italiani, seppur avversari, convergere a favore della diminuzione dei parlamentari, come se questa sia la causa di ogni malessere economico italiano, quando in realtà i benefici economici saranno irrisori. Gli italiani risparmieranno infatti meno di 1 euro a testa all’anno, ma quel che conta per i partiti anti sistema non è il risparmio economico, ma dimostrare di essere i veri paladini del popolo contro la classe politica che li ha solo oppressi, mostrandosi come i partiti populisti dell’America Latina, che hanno caratterizzato la politica di quel mondo negli anni ’60, ’70 e ’80, portando si alcuni benefici alla popolazione ma al prezzo di numerose privazioni alle libertà civili e personali.

Per gli italiani, stanchi di essere, in un certo senso, presi in giro e sfruttati dalla classe politica, che specialmente in questo periodo storico che vede una profonda crisi e stato di povertà di alcune frange della popolazione rimaste senza lavoro e abbandonate dallo Stato, il tagliare il numero dei politici rappresenta la giusta vendetta divina, vendetta però, che come ogni atto negativo, è destinata a generare un contraccolpo nocivo per chi la mette in atto, in quanto riducendo il numero dei deputati e dei senatori, il voto dei cittadini varrà meno, ed eleggere un proprio rappresentante sarà senza dubbio più difficile, specialmente per i partiti politici più piccoli, quegli stessi partiti che forse le 4 maggiori forze politiche del Paese vogliono definitivamente cancellare, in maniera subdola, e senza che nessuno se ne accorga, creando un oligopolio rappresentato dalla Destra Populista (Lega e Fratelli d’Italia), e i Giallo-Rossi, esponenti non della società di calcio capitolina bensì dell’alleanza tra PD e 5 Stelle che vede il suo connubio in Giuseppe Conte, attuale Premier che può contare su un discreto successo in grado di poter sfidare la destra populista.