LA NASCITA E LA DISSOLUZIONE DEL PSIUP

Storia socialista

di Christian Vannozzi |

La Rivoluzione ungherese del 1956 è da considerare una data storica per la storia del socialismo italiano, in quanto iniziavano a raffreddarsi i rapporti tra il PSI e il PCI, seguendo quello che avevano fatto i vari partiti socialisti europei. All’interno del Partito Socialista c’era però una frangia estremista che ancora favorevole all’unità d’azione con il PCI e solidale con Mosca.

Coloro che aderivano a questa corrente furono appellati come carristi, in quanto non avevano mostrato il loro sdegno davanti all’occupazione di Budapest da parte dei carri armati sovietici, mentre il restante partito si definiva autonomista, perché seguendo gli altri partiti socialisti e democratici in Europa, si muovevano verso l’autonomia sia da Mosca che dal PCI.

Nel 1963 il Partito Socialista appoggiò il Governo Moro, il primo di centro-sinistra della Repubblica Italiana, che prevedeva non solo ministri democristiani, ma anche repubblicani, socialdemocratici e per l’appunto socialisti. La cosa non fu gradita ai carristi che votarono contro la composizione del nuovo esecutivo e furono sospesi dal partito.

Il leader della corrente carrista, Tullio Vecchietti il 12 gennaio del 1964, in un congresso tenuto al palazzo dei Congressi di Roma all’Eur, sancì la scissione dal Partito Socialista e la nascita del PSIUP, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, di cui assunse la guida.

Il neonato partito iniziò subito una ferrea collaborazione con il PCI all’opposizione del Governo Moro, ottenendo alle elezioni del 1968 un buonissimo risultato con 23 seggi alla Camera dei Deputati, risultato raggiunto anche grazie all’appoggio della contestazione studentesca che voleva un cambio reale della società italiana.

Nel 1972 il PSIUP non ottenne però un buon risultato, anzi, non riuscì a eleggere alcun rappresentante, tanto che i leader del partito decisero si scioglierlo e di confluire nell’alleato comunista, mentre una minoranza decise di tornare al PSI. Una piccolissima parte rifondò invece il PSIUP, col nuovo nome di NPSIUP che confluì assieme al movimento chiamato Alternativa Socialista, nel PDUP, Partito di Unità Proletaria, che dopo varie vicissitudini confluì nel PCI nel 1984.