IL SOCIALISMO VIVE NEL POPOLO

 

 

di  Filippo Vasco Coordinatore Socialismo XXI Toscana |

 

La riunione in videoconferenza fatta il 26 marzo, ha avuto come obbiettivo la costituzione del Comitato per l’Unità del Socialismo in Toscana, con tutte le associazioni, gruppi progressisti e riformisti della sinistra, che si ispirano al socialismo.

Per realizzare questo risultato, è necessario affrontare i diversi problemi presenti sul territorio, quindi, avere una reale presenza e delle strutture sul territorio capaci di sostenere la politica necessaria ai meriti e ai bisogni dei cittadini.

Socialismo XXI nasce per costruire un nuovo soggetto socialista unitario nel nostro Paese, ma per realizzare ciò è indispensabile il recupero della diaspora socialista, dialogare con altri soggetti riformisti di sinistra, con il sindacato dei lavoratori e pensionati, parlare con tutta la gente comune per avvicinarli ai nostri ideali del socialismo riformatore.

Da dove iniziare, cosa fare, come organizzarsi?

Il primo quesito da dove iniziare, credo che sarebbe opportuno incominciare dalle elezioni amministrative che si terranno entro l’anno; in Toscana si svolgeranno in 26 Comuni, di cui 6 sopra i quindicimila abitanti e in 20 sotto i 15 mila; sarebbe importante Partecipare, come Socialismo XXI insieme ai gruppi progressisti e riformisti della sinistra, affinché questo impegno sul territorio ci possa consentire di costruire una presenza comune, utile per fare una sperimentazione per la costruzione del nuovo soggetto, ma anche per crescere sul territorio.

Altre iniziative, per costruire la nostra presenza, possono muoversi nel rapporto con le persone, indispensabile per conoscere il territorio, ma anche nel rapporto con strutture già in essere, avendo cura di introdurre elementi legati ai nostri ideali, un altro modo per creare radicamento può essere quello di fare nascere nuove strutture insieme ad altri con cui decidiamo di esercitare la nostra attività.

Cosa fare e come organizzarsi. Questo lavoro può essere fatto per affrontare le tre questioni che vogliamo perseguire, costruire il Comitato per l’Unita del Socialismo; partecipare alle prossime elezioni amministrative in Toscana; organizzare la nostra presenza sul territorio, attraverso un nuovo percorso unitario, che ci porti a creare un primo passo verso il nuovo soggetto, capace di fare vivere politicamente le nostre idee  in un rapporto reale e concreto con i cittadini della nostra Regione.

Questo lavoro ci eravamo ripromessi di farlo lo scorso anno, ma la pandemia ci ha bloccati, ancora oggi siamo nel pieno della pandemia  e tutte le sue varianti, ma utilizzando tutti gli strumenti possibili, spostamenti possibili e uso della tecnologia, possiamo procedere e proseguire sugli obbiettivi, della costruzione del nuovo soggetto del Socialismo e di dare il nostro contributo concreto alla rinascita del Paese e dell’Europa.

Una Italia e una Europa, dove la componente del socialismo a smarrito i suoi orizzonti, ma che può e deve rinascere, un partito socialista può e deve ricollocarsi, decidere da che parte stare e scegliere il mondo del lavoro produttivo, attivando i necessari rapporti con il socialismo di tutti i Paesi europei, al fine di avere una direzione di marcia comune e una linea politica che guardi alla Federazione dell’Europa.

Esprimersi sull’Italia e sull’Europa, è molto essenziale, perché in una globalizzazione non regolata, come quella vissuta in questi ultimi decenni, la possibilità concreta che abbiamo, per aiutare e migliorare il Mondo, si chiama Federazione Europea, attraverso la volontà comune per dialogare con gli altri continenti, a partire dalla vaccinazione di massa, per mettere fine a questa pandemia e partecipare nel mondo ai rapporti politici e diplomatici, economici e commerciali, intervenire per migliorare i problemi climatici, dare il nostro contributo per la stabilità e la pace nel mondo.

La pandemia ha migliorato qualcosa in Europa, siamo passati dalla austerità agli investimenti sull’economia, sulle tecnologie e sul clima, ma la strada della costruzione dell’Europa Federale è ancora molto lunga, si tratta di creare nel vecchio continente le premesse di una democrazia partecipata, con istituzioni elette dai cittadini, parlamento ed esecutivo, ma consapevoli che sui problemi della difesa e della sicurezza, sul bilancio europeo comune, per una equa misura di tassazione per tutti gli stati membri, insieme a investimenti sull’ambiente, sulle tecnologie e sul lavoro, sono le priorità per l’Italia e l’Europa.

Nel nostro Paese, aldilà della attuale situazione, dobbiamo registrare dei ritardi enormi, non più tollerabili, negli ultimi 30 anni, con la scomparsa dei Partiti e della politica partecipata, sono stati gestiti problemi di gruppi, di categorie e molto spesso personali, mentre nella cosiddetta prima repubblica, i diversi interessi stavano all’interno della programmazione generale del Paese, oggi e da molti decenni si muovono aldilà dei bisogni dei cittadini, dobbiamo ritrovare la strada dello sviluppo sostenibile del Paese, superare le disuguaglianze e le ingiustizie, lavorare per costruire un’Italia del lavoro, della partecipazione, dei meriti e dei bisogni.

Con il Governo Draghi, possiamo dire che alcune idee, che guardano al futuro, li ha manifestate all’atto della fiducia in Parlamento, ma pur definendosi “liberal socialista”, Draghi è un keynesiano, liberale, ma con una cultura economica, che non guarda alla socializzazione dei mezzi di produzione e alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende.

Quindi, verso il Governo Draghi, possiamo sostenere le attività che guardano al lavoro, regolare e dignitoso, superare le disuguaglianze tra i cittadini, mentre sulla giustizia giusta, si deve ricostruire una giustizia civile per le persone e per l’economia, una giustizia penale, che migliora le condizioni di vita nelle carceri, applicando la Costituzione italiana, che all’Art. 2 sancisce il valore assoluto della persona umana e la sua dignità, mentre l’Art. 27 finalizza la pena alla rieducazione e con i pieni diritti del condannato, ma molto spesso la delinquenza interna e la gestione errata, prevaricano questo principio rieducativo.

Dunque, verso il nuovo Governo, dobbiamo dare impulso alla vaccinazione di massa e alla costruzione di un programma, con progetti definiti, al fine di rilanciare dopo la pandemia, l’economia sostenibile, la riorganizzazione e la digitalizzazione della P.A., riformare la sanità sul territorio e negli ospedali, avviare alcune riforme strutturali e di gestione nelle grandi opere, rivedere alcune regole e la burocrazia che bloccano il Paese.

Una breve riflessione la vorrei fare rispetto alle forze politiche che sono nella maggioranza, perché da quando e nato il Governo Draghi, la Lega è diventata europeista, i 5stelle si sono spaccati, ma non è chiaro l’orientamento politico, il Pd cambia l’ottavo Segretario; forse quando andremo alle prossime elezioni politiche ci sarà un nuovo quadro politico di riferimento?

In questa fase del Governo Draghi, certamente molte cose cambieranno nel quadro della politica, il Comitato per l’Unità Socialista deve scommettere di farcela e diventare un nuovo soggetto politico, perché alle prossime elezioni politiche noi ci dobbiamo essere, ma fino ad allora dobbiamo costruire strutture e strumenti per essere presenti e partecipare, con le nostre idee e i nostri candidati, uomini e donne, con l’ambizione di ritornare nelle Istituzioni.

I Comuni in cui si vota in Toscana sono: Grosseto circa 80 mila abitanti; due Comuni in Provincia di Firenze, Sesto Fiorentino con circa 50 mila abitanti e Reggello con circa 16 mila; in Provincia di Arezzo Montevarchi con circa 25 mila e Sansepolcro con circa 16 mila abitanti; in Provincia di Lucca c’è Altopascio con circa 15 mila abitanti, teniamo conto che in questi 6 Comuni c’è il doppio turno, mentre nei 20 comuni sotto i 15 mila si vota a turno unico.

Il nostro lavoro e la nostra presenza, può fare la differenza nei risultati, affinché possa prevalere un nuovo e vero centro sinistra, ma anche per affermare una nostra presenza sul territorio, capace di adoperarsi, per costruire un Paese che traguardi obbiettivi di solidarietà, giustizia e uguaglianza, tra tutti i cittadini dell’Italia, superando ambizioni improprie e ricostruendo l’unità del Paese tra nord, centro e sud, sul piano politico, economico e sociale.

Compagni e compagne, giovani e meno giovani, uomini e donne, tutti insieme siamo più forti, insieme possiamo creare un ambiente più vivibile, più civile, più dignitoso, per noi e per un avvenire migliore dei nostri figli.