1° MAGGIO. IL SOCIALISMO E LA FESTA DEL LAVORO E DEI LAVORATORI

 

 

di  Filippo Vasco Coordinatore Socialismo XXI Toscana |

 

Parigi 20 luglio 1889, durante il primo Congresso della seconda Internazionale, organizzazione costituita dai Partiti socialisti e laburisti europei, i lavori sono sospesi per unirsi alla grande manifestazione promossa dai lavoratori per chiedere al Governo di ridurre la giornata lavorativa a otto ore.

Dopo lunghe battaglie, sostenute dai socialisti e i sindacati, fu istituita la festa del lavoro decorrente dal 1° maggio.

Una battaglia vinta anche nel ricordo dei lavoratori uccisi dalla polizia durante una grande manifestazione sindacale negli Stati Uniti il 3 maggio 1886, per rivendicare la riduzione dell’orario di lavoro, che suscitò la rabbia e l’indignazione dell’opinione pubblica.

Il 1° maggio divenne quindi la festa internazionale del lavoro e dei lavoratori. Solo la dittatura fascista impose la sospensione della festa del lavoro, ripristinata nel 1945.

Una grande festa che non deve farci dimenticare il sacrificio di tanti lavoratori uccisi dalla reazione rabbiosa e criminale, come l’eccidio di Portella delle Ginestre perpetrato il 1° maggio 1947, con l’uccisione di bambini, donne e uomini del mondo proletario delle campagne, voluto e organizzato da parte dei latifondisti siciliani.

I socialisti guardano a questa festa come un simbolo delle grandi lotte della speranza, in cui il protagonismo del mondo del lavoro ha portato alla conquista di questa giornata dedicata ai lavoratori e al lavoro, fiduciosi che solo con i lavoratori e con la loro partecipazione è possibile superare questi momenti di grandi difficoltà sociali e economiche.

Uniti i lavoratori, sono una grande forza e il Socialismo il loro strumento di lotta per una società più giusta.