APPELLO DI SOCIALISMO XXI ALLA FIRMA DEI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA

 

 

di  Comitato di Presidenza di Socialismo XXI |

 

Socialismo XXI Secolo ritiene molto importanti i 6 referendum sulla giustizia per il valore istituzionale e costituzionale che rappresentano ed invita i propri associati ed i cittadini italiani a firmare, ora, per la loro indizione, a sostenerli, poi, con il proprio voto.

Sono importanti perché il voto elettorale ed il referendum sono i due strumenti che la democrazia rappresentativa, principio alla base della nostra Costituzione, mette a disposizione dei cittadini per modificare criticità legislative che bloccano la vita della comunità nel presente e indicano al legislatore la strada da seguire per modellare il futuro.

Scegliere il futuro costringe ciascuno a portare cura, attenzione, riflessione sull’impatto che ogni decisione impatta sulla vita di ognuno, trasformando la superficialità della politica-immagine in centri di dibattiti. Rino Formica riferendosi ai quesiti referendari li ha giustamente definiti “provvidenziali”. Se sprigioneranno, come ne siamo convinti, una energia nuova nella coscienza collettiva, la Comunità nazionale ne beneficerà quanto e più promette lo sforzo collettivo per la ricostruzione post pandemica.

Sono importanti perché propongono, in modo costruttivo, la necessità di ristabilire il necessario e costituzionale equilibrio dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) che è essenziale per il corretto funzionamento della democrazia rappresentativa, palesemente in difficoltà: un equilibrio che deve basarsi sulla conflittualità delle idee, non sul pre-potere di uomini, gruppi pubblici e meno pubblici di poteri che esasperando la contrapposizione, impediscono al Parlamento che è il luogo della discussione di legiferare con la visione generale del bene comune e non sulla chiusura di differenti particolari interessi.

Sono importanti perché, nella nostra democrazia così come sancita dalla Costituzione non c’è spazio per alcun autogoverno di uno qualsiasi dei poteri cui è delegata per versi diversi la vita dei cittadini. Oggi è divenuto palese ai più che il cosiddetto autogoverno degli organi che presiedono alla amministrazione della Giustizia non soltanto si è dimostrato inefficace in gangli vitali della sicurezza e dell’esercizio dei diritti ma rischia, non rendendo conto del suo operato, di legittimare modifiche sostanziali alla democrazia rappresentativa e di sfociare -forse anche non nella chiara percezione del pericolo- in un doloroso passaggio dalla eucrazia democratica alla tentazione autocratica che oggi coinvolge paesi e movimenti di differente storia.

È opinione di Socialismo XXI secolo che l’opportunità referendaria possa assicurare i limiti sufficienti e necessari alla buona amministrazione della Giustizia ed al buon governo della Repubblica evitando il replicarsi di insicurezza democratica e di continua spoliazione di vitali settori legislativi ed esecutivi. Un solo esempio: in nessun paese occidentale, là dove la magistratura non è elettiva, il personale politico a tutti i livelli (comunali, regionali, parlamentari nazionali ed europei) può contare su un numero così elevati di magistrati, i quali sono chiamati anche in gangli vitali dell’amministrazione esecutiva.  

Sono importanti perché, nonostante lo sforzo evidente del capo del Governo e del Ministro per la Giustizia che sono riusciti a far approvare un testo di proposta per la riforma della Giustizia che è stato approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, numerose questioni essenziali nella Amministrazione della Giustizia, a partire da quella essenziale (riforma del Csm) per arrivare alla separazione delle carriere, non ha potuto trovare una giusta soluzione.

L’ostacolo è rappresentato certamente dalle note resistenze corporative e dalla presenza, all’interno del Parlamento, di forze politiche ancora molto legate, per la loro cultura, per la loro storia, ad una idea dello Stato comune a quella visione della associazione dei Magistrati se non ad una sudditanza istituzionale nei confronti di ampi settori della magistratura. Un atteggiamento, questo ultimo, che ha favorito, negli ultimi 30 anni (una enormità in uno Stato “giovane” come l’Italia), prima la confusione, poi la sovrapposizione, ora addirittura il capovolgimento dei poteri di scelta, indebolendo il ruolo che la Costituzione affida alla rappresentanza politica. 

Sono importanti per superare (o almeno ridurre) le distorsioni nella vita dei cittadini create da un uso distorto della carcerazione preventiva (l’Italia in Europa è ai primi posti in questa triste classifica), da una applicazione automatica della legge Severino (che dopo una condanna in primo grado, prevede l’estromissione dell’amministratore pubblico dagli incarichi a cui è stato delegato dal voto dei cittadini), dalla non applicazione del principio di responsabilità civile vigente in ogni professione tranne che nella magistratura.