L’AUMENTO DELLA SPESA MILITARE DEI PAESI EUROPEI

di Aldo Potenza – Presidente Socialismo XXI |

In almeno due occasioni, per responsabilità della Francia (il fallimento della CED e della Costituzione europea) il tentativo di costruire una Europa più integrata è fallito.
La debolezza della UE è apparsa in tutta evidenza diverse volte, ma sopra tutto con la pandemia che ha spinto i Paesi europei, qualcuno con forti riserve, ad adottare, finalmente, misure eccezionali.

Ora con il conflitto in Ucraina si apre una nuova sfida nel campo della spesa per la difesa che però, da ciò che si legge, passa attraverso il potenziamento della potenza militare di ogni singolo Paese della UE.
Con le decisioni che si stanno per assumere la spesa dei Paesi europei per la difesa passerebbe dagli attuali 198 miliardi a circa 264 miliardi di euro. Con la Germania che potrebbe diventare la prima potenza militare europea.

Si tratta di scelte che dovrebbero poter disporre di un assetto europeo ben diverso dall’attuale dove l’unico vero strumento di governo unitario è la BCE anche se statutariamente non le è conosciuta la funzione di banca di ultima istanza.
A mio avviso mai come ora è urgente “la necessità di attrezzare l’organizzazione politica e istituzionale UE perché la forza militare dei suoi membri sia messa al servizio di un disegno politico-strategico condiviso e cresca in modo equilibrato nell’Unione”
Giustamente osservano tre studiosi (Vincenzo Camporini, Michele Nones e Alessandro Marrone) non farlo “sarebbe estremamente rischioso”.

L’idea che ogni singolo Paese Europeo possa svolgere un significativo ruolo nelle economia, nella finanza e nella difesa è velleitaria e può solo alimentare pulsioni nazionaliste molto pericolose.
Nel nuovo assetto mondiale l’Europa non riesce a svolgere un ruolo autonomo perché manca di una vera integrazione politica e militare.
La grave crisi che stiamo vivendo credo quindi che ponga con forza la necessità di uscire dalla illusione che l’Europa nella attuale condizione possa esercitare una vera autonoma politica economica ed estera, ispirata alla pacifica convivenza con altre potenze mondiali, senza disporre di una Costituzione europea; un Parlamento dotato di poteri simili a quelli nazionali e un Governo europeo.
Questa scelta non necessariamente comporterebbe una forte limitazione delle autonomie nazionali, basterebbe definire in Costituzione i campi di intervento e i limiti del Governo europeo.

La questione non è nuova, ma le vicende recenti la ripropongono con evidenza assoluta e se non ci fosse la volontà di affrontarla si correrebbe il rischio che a lungo andare invece di progredire lungo la strada della unità, prima o poi i nazionalismi prendano il sopravvento nella ingannevole e velleitaria idea che si possa intervenire nello scenario mondiale disponendo di una forza economica, militare e politica nazionale.
Sono consapevole delle difficoltà di un simile disegno, ma quale è l’alternativa?