di Stefano Betti – Socialismo XXI Lazio |
Considerazioni e soluzioni in una visione eco socialista
La“…condizione “non economica” indispensabile per un’economia capitalista è una grande quantità di “doni” e/o contributi a basso costo provenienti dalla natura “non-umana”, che costituiscono l’indispensabile sostrato materiale della produzione capitalista: le materie grezze che vengono trasformate in lavoro, l’energia che fa funzionare le macchine e il cibo che fa funzionare i corpi; quindi: terra coltivabile, aria respirabile, acqua potabile e capacità di smaltimento del carbonio nell’atmosfera terrestre….Il capitale tratta la natura come fonte di doni gratuiti o a costo infimo a cui attingere, che poi non si preoccupa di risanare o rinnovare.
Le società capitaliste istituiscono una netta divisione tra esseri umani e natura non-umana, che cessano così di appartenere allo stesso universo ontologico. Ridotta a un rubinetto e a un bacino da attingere, la natura non-umana viene sfruttata per l’estrattivismo bruto e per la strumentalizzazione. Se questa non è una ingiustizia verso la “natura” (o verso gli animali non umani), lo è per lo meno contro le generazioni esistenti e future di esseri umani cui viene lasciato un pianeta sempre più inabitabile…
“La visione ampliata” del capitalismo “rivela anche una tendenza intrinseca alla crisi ecologica dandosi il capitale un gran da fare per cercare di pagare un prezzo nemmeno lontanamente comparabile al vero valore dei contributi che si accaparra dalla natura non-umana. Con il suo impoverimento del suolo e l’inquinamento dei mari, questo sistema inonda i sink biosferici” (depositi di carbone naturale o artificiale che assorbono la CO2 nell’atmosfera)” ed esaurisce la capacità del pianeta di smaltire le emissioni. Servendosi di tutti i beni disponibili senza farsi carico dei loro costi di risanamento e rinnovo, destabilizza periodicamente l’interazione metabolica tra i componenti umani e non-umani della natura…
Dobbiamo invertire le attuali priorità…: dove le società capitaliste subordinano l’imperativo della riproduzione sociale ed ecologica alla produzione di merci, di per sé destinate all’accumulo, i socialisti devono capovolgere l’ordine: trasformare il nutrimento delle persone, la salvaguardia della natura e l’autogoverno democratico in priorità sociali massime, che battano efficienza e crescita…
Il Socialismo può proporre una autentica alternativa al sistema che sta attualmente distruggendo il pianeta e vanificando le nostre possibilità di vivere liberamente, democraticamente e bene.
*Nancy Fraser (Baltimora 1947). Teorica critica, filosofa femminista americana è professoressa di Filosofia e pratica alla New School for Social Research di New York.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.