I BISOGNI OGGETTIVI NON SONO DI DESTRA O SINISTRA. LO SONO LE SOLUZIONI AI BISOGNI

di Mauro Scarpellini – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI |

Reagisco alla lettura dell’articolo di Luca Ricolfi su La Repubblica del 26 novembre 2022, qui pubblicato. Non condivido la sua semplificazione di argomenti di sinistra e di argomenti di destra.

Il governo della società esclude che gli argomenti siano divisibili secondo posizioni. Gli argomenti esistono, tutti, ma sono le soluzioni che cambiano secondo i valori di riferimento, le idealità, le sensibilità.

Chiarisco meglio e ripeto l’analisi che già riferii alla riunione che Aldo Potenza, Felice Besostri ed io tenemmo a Napoli nel settembre del 2019 con i compagni campani dell’Associazione Socialismo XXI secolo. La mia analisi utilizza lo schema di Abraham Maslow che condivido e utilizzo da decenni, cioè l’analisi dei bisogni della persona e – quindi, collettivamente – della società.

Maslow suddivide i bisogni in cinque livelli che sono anche chiamati gerarchia dei bisogni, una conformazione generalmente valida anche se ammette eccezioni e può avere qualche particolarità.

Al primo livello dei bisogni umani (e collettivi) sono collocati il mangiare, il bere, il dormire; è detto livello essenziale e comprende i bisogni fisiologici.

I bisogni fisiologici sono molto forti, decrescono e scompaiono se in qualche modo soddisfatti. Essi sono i fondamentali. Man mano che sono soddisfatti vengono rimpiazzati da altri che emergono e che diventano predominanti; sono i bisogni protezione. Essi sono il secondo livello, chiamato anche livello della sicurezza. Una possibile definizione di sicurezza è che essa è un bisogno di autoconservazione prospettiva. “Sono in grado di conservare il mio lavoro, i miei beni per vivere domani, la mia salute e la mia incolumità personale ?”

Se qualcosa di questa domanda è in pericolo il resto ha poca o punta importanza; ecco, quindi, come diventino predominanti questi bisogni rispetto ai precedenti già comunque appagati. Un cassintegrato, un adulto con lavoro precario, un pensionato con modesta pensione in periodo di alta inflazione, un’anziana che temo lo scippo quando si reca al mercato sono esempi possibili di questa condizione. I bisogni di sicurezza hanno natura sia fisica che emotiva. Ai bisogni di sicurezza seguono il terzo, il quarto e il quinto livello – di cui non scrivo in questa sede – che riguardano rispettivamente i bisogni sociali o di appartenenza, il bisogno di stima e del suo riconoscimento, il bisogno di autorealizzazione.

Sintetizzo i primi due bisogni. Il mangiare e il bere hanno avuto una risposta dal reddito di cittadinanza e il movimento politico delle cinque stelle che ha insistito ne ebbe i vantaggi elettorali. I bisogni esistevano, non erano e non sono di destra né di sinistra ma solo qualcuno riuscì a far capire che li aveva capiti.

La pensione e la sicurezza fisica minacciata dall’immigrato “clandestino” appartengono al secondo livello di sicurezza. Il movimento politico leghista li enfatizzò e ne ebbe i vantaggi elettorali noti alle elezioni europee. La pensione, il lavoro, l’incolumità fisica non erano e non sono di destra né di sinistra ma solo qualcuno riuscì a far capire che li aveva capiti meglio degli altri.

Luca Ricolfi fa una classificazione sbagliata e inquadra gli argomenti dandoli in appannaggio in parte ad una parte politica e in parte ad un’altra parte. Non sono gli argomenti ma le soluzioni che distinguono le sensibilità e le visioni di destra e di sinistra.

Per non essere troppo lungo indico solo il delicato argomento dell’immigrazione quale argomento che io ritengo che non sia stato ben gestito dai governi PD e 5stelle. Non ricordo una visione organizzata, ripeto organizzata, in tema di inserimento e qualificazione professionale, insegnamento della lingua italiana e dell’educazione civica secondo le nostre leggi. Poiché la gran parte di immigrati in Italia è di transito verso altri Stati europei la sottovalutazione di questa tematica è stato evidente mentre l’Italia ha bisogno di un inserimento ragionato e organizzato proprio a causa dell’invecchiamento degli italiani.

La sinistra non deve sposare temi di stampo conservatore, come scrive Ricolfi. Per lo meno la sinistra alla quale apparteniamo non deve sposarli perché i temi da lui indicati non sono conservatori ma sono reali e da sempre la sinistra alla quale apparteniamo li ha inclusi tra i temi sui quali legiferare; poi – ripeto – le soluzioni differiscono tra destra e sinistra. Un esempio: la legge Martelli sull’immigrazione e la legge Bossi-Fini trattano lo stesso argomento, ma il modo di affrontarlo non è lo stesso. Più recentemente, nel 2017, ho scritto su questo tema (Clima e immigrazione. Morphema editore). Riporto uno stralcio che testimonia che non ci accorgiamo oggi di certi temi.

“Sul piano locale, comunale, non ci si può porre l’obiettivo di rifare il mondo ma la questione immigratoria va affrontata per quel che è nella dimensione del territorio comunale.

Taluni affermano che la posizione assunta politicamente sull’immigrazione chiarirebbe l’appartenenza di chiunque su posizioni di destra o di sinistra, su posizioni di buonisti o di cattivi o altre definizioni simili. (Si è capito, sin qui, che non considero – e non commento – posizioni politiche razziste perché del tutto non fisiologiche).

Non condivido quel modo di attribuire l’appartenenza politica, perché sono semplificazioni che sono il finale di analisi assenti o superficiali o emotive che valutano un aspetto o pochi aspetti del problema rispetto alla molteplicità degli aspetti stessi. Invece è corretto, è di ordine civile, generale, cioè valido per i cittadini,  a prescindere dalle personali scelte elettorali, condividere, confermare e rendere in azione politica e amministrativa nel territorio comunale l’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che afferma: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. L’articolo 3 condensa l’essenziale; l’Amministrazione comunale, per la parte di sua competenza, adempia le sue funzioni pubbliche, con diritti e doveri propri e altrui, sia in termini di solidarietà umana (diritto alla vita) che di sicurezza personale per i residenti e per tutti. Senza eccezioni. E così devono fare tutte le Autorità pubbliche presenti nel territorio.

Lo Stato deve fare il suo, attraverso i suoi corpi e le sue politiche di governo. Il Comune deve, per la propria parte, collegare il proprio programma di azione coi concetti della Dichiarazione universale, sottoscritta dall’Italia. Non è semplice, ma una linea di comportamento etico e concreto va pur tenuta. L’assenza di analisi e di conoscenza degli eventi, l’assenza di impostazione concettuale e delle azioni da compiere sono il vuoto nel quale naviga l’incapacità a fronteggiare fenomeni complessi e straordinari. Cosa può esserci, ragionevolmente, in alternativa ?

Diritto alla vita è solidarietà, assistenza, diritto/dovere all’integrazione, all’apprendimento dell’italiano, al rispetto delle leggi, diritto/dovere al lavoro e all’istruzione.

Diritto alla libertà è liberazione dal bisogno per gli italiani e per coloro che desiderano diventarlo; esercizio effettivo della libertà per le donne immigrate, non sottomesse e nella pienezza della parità nella famiglia e nella società.

Diritto alla sicurezza per tutti, italiani e immigrati. Quindi nessuna tolleranza, omissione, leggerezza perché la legge è uguale per tutti. La sensibilità sulla sicurezza è diffusa e il bisogno di sicurezza è di tutti e, dunque, la sicurezza massima possibile dovrebbe essere di sistema. Il fatto che i dati statistici (quindi medi) dicano che i pericoli percepiti siano molto maggiore di quelli reali – generando insicurezza –  non toglie importanza al problema e non basta riferire le statistiche ma occorre – per la parte di competenza dei Comuni e di tutte le Autorità pubbliche presenti nel territorio – mettere in atto politiche amministrative utili e incrementare la collaborazione con la magistratura e i corpi preposti alla sicurezza dei cittadini.””

La classificazione di Ricolfi tende a sollecitare l’assunzione di posizioni del PD (che lui chiama impropriamente sinistra) verso l’area renziancalendiana e oltre; insomma a Ricolfi della sinistra italiana non interessa – ed è noto-, interessa realizzare il suo desiderio di intellettuale conservatore e liberista di non vedere – sui contenuti – alternative al sistema. Io non la penso così!