IL PRIMO DEI DODICI PUNTI


di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |

Visto che il dictat statunitense di non parlare dei 12 punti del piano di pace cinese continua a rendere muti politici, giornalisti e anche i compagni che mi leggono, comincerò ad esaminare il primo punto:

1 – Rispettare la sovranità di tutti i paesi. Le leggi internazionali riconosciute, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, dovrebbero essere rigorosamente osservate e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere effettivamente garantite. Tutti i paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, forza o ricchezza. Tutte le parti dovrebbero sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale dovrebbe essere applicato in modo equo e uniforme e non dovrebbero essere adottati doppi standard.

In positivo vi leggo un ritorno al primato dell’ONU ed ai suoi scopi e principi; ne deriva una sottintesa critica agli USA poliziotto del mondo nel momento in cui si considera il soggetto chiamato a garantire il diritto internazionale; nel concreto vi leggo una critica all’invasione russa in Ucraina così come alle violazioni della sovranità di altri paesi susseguitesi negli anni del dopoguerra.

Evidentemente c’è anche un monito rivolto al futuro nello specifico alla situazione di Taiwan, il punto più critico che vedrà opporsi USA e Cina nel prossimo futuro.

Ma il punto più interessante mi pare quello che auspica che il diritto internazionale non dovrebbe essere applicato adottando doppi standard; oltre a riferirsi all’opportunismo dei paesi di usare uno standard per le proprie posizioni ed un altro standard per le posizioni dei paesi terzi, vi leggo, forse con una forzatura, una critica al doppio standard nell’applicazione del diritto internazionale tra i paesi vincitori dell’ultimo conflitto e quindi con diritto di veto e gli altri paesi.