NON E’ UN BRAND!


di Giustino Languasco – Socialismo XXI Liguria|

Lasciate che i morti seppelliscano i morti, disse Joshua ben loseph e i figli di Berlinguer scrivono bene: “il mondo è totalmente cambiato. Da allora l’Unità ha avuto numerosi direttori fino a concludere definitivamente la sua storia ormai sei anni fa.”

Il PCI e’ finito, non c’e’ piu’ e cosi’ il suo quotidiano. E’ ora di voltare pagina.

Politicamente e filosoficamente , la scissione operata nel 1921 da un gruppo di giovani parlamentari socialisti, illusi che si potesse “fare in Italia come in Russia”, e che fosse necessario percio’ un partito nuovo, rivoluzionario e sovversivo (comunista) al posto del vecchio gradualista e riformista (socialista) e’ fallita. Quella scissione non ha piu’ nulla da dire, i suoi promotori e i suoi continuatori, sono tutti morti .

Le ingiustizie sociali; le ingiustificabile disparita’ di classe, nella stessa nazione e fra nazioni; il dominio dei monopoli e degli oligopoli a danno della libera concorrenza, i problemi della autodeterminazione dei popoli e della emancipazione e tutela delle minoranze, invece, sono ancora tutti li’, da risolvere.

Questo e’ il vero motivo del fallimento della scissione comunista del 1921: ha illuso, disgregato la unita’ dei lavoratori e non ha risolto nulla, lasciando macerie civili e morali in tutte le nazioni in cui, per un qualche periodo di tempo, e’ riuscita a governare.

La Russia odierna e’ in mano a fascisti oligopolisti. La vita umana e’ calcolata da questi autocritica meno di nulla.

Questo fallimento, tanto fragoroso quanto devastante, non deve pero’ impedirci di vedere quanto di buono e’ stato comunque tentato e anche fatto, buttando via con la tanta acqua sporca, anche di tanto sangue innocente, un immacolato bambino.

Le idee di giustizia ed eguaglianza iniziali erano buone: sbagliati i metodi e gli strumenti per realizzarle, dimenticando che esse non vivono se non nella liberta’.

Si tengono tutte e tre tanto strettamente unite, che strapparne una uccide tutte e tre.

Su questo insegnamento la scissione e’ superata. E il futuro della umanita’ tutta e legato alla coerenza e coesione con cui i tre principi verranno perseguiti.

Il motore della storia non e’ il proletariato: da solo, batte in testa.

E’ tutto il mondo del lavoro che puo’ guidare la societa’ ed e’ un mondo del lavoro dove il proletariato deve scomparire per lasciare il posto alla famiglia dal reddito” adeguato”.

Il dibattito ed il ragionamento deve spostarsi qui, su questi nuovi campi e nuovi termini e intorno ad essi va costruito il nuovo partito della emancipazione sociale .

Se Berlinguer ha fatto e proposto qualcosa di importante per aiutare questo nuovo partito a nascere ed affermarsi, e’ giusto e doveroso che cio’ venga salvato dell’oblio, studiato , recuperato e ove profittevole anche applicato. Ritengo che la “questione morale” e la “selezione della nuova classe dirigente” siano due temi che Berlinguer ha affrontato in modo costruttivo, profondo ed originale e siano due esempi di cio’ che va salvato. Per lui come per altri: Craxi, Lombardi, Nenni, Di Vittorio hanno anche loro spunti e motivi di grande importanza ed interesse che devono entrare nel patrimonio di partenza del nuovo partito.

Le foto ed i “brand”, i busti con i santini, lasciamoli senza rimpianto alle patologie nostalgiche dei destri.