di Felice Besostri – Socialismo XXI Lombardia |
La Meloni ha la maggioranza assoluta per cambiare la Costituzione, per eleggere un PRESIDENTE della Repubblica alla IV votazione, le mancano 12 voti per eleggere 4 giudici della Corte COSTITUZIONALE , tutto grazie a una legge elettorale incostituzionale, contro la quale chi si lamenta di Presidenzialismo, lutto nazionale e Autonomia differenziata non ha fatto assolutamente nulla tranne qualcuno qualche decina di persone in Calabria, in Friuli Venezia Giulia, in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Emilia Romagna e a Messina.
Chi ha fatto approvare la legge con 8 voti di fiducia contro l’art. 72 c. 4 Cost e chi ha aggravato gli effetti della legge con un demenziale taglio dei parlamentari sono in competizione per la leadership della difesa passiva della Costituzione antifascista.
Una Costituzione la si difende solo attuandola. Se vogliamo salvare la forma di governo Parlamentare la legge elettorale è fondamentale.
Tutto il resto son chiacchere, bla-bla, una specialità a sinistra.
La legge elettorale è una condizione necessaria, ma non sufficiente, ma se la legge elettorale non è costituzionale viene meno la rappresentatività del Parlamento. Senza rappresentanza non c’è democrazia rappresentativa con forma di governo parlamentare, quella scelta dai nostri costituenti.
Tutto il resto sono chiacchiere per perdere tempo e non fare quello che è necessario. I difensori passivi della Costituzione sono disposti a tutto, pur di avere, piccoli o grandi che siano, le liste bloccate.
Certo il costume politico la vince sulla forma, come dimostra l’esempio austriaco.
L’Austria è uno stato in cui gli organi supremi del potere esecutivo sono il Presidente Federale, i ministri federali e i segretari di Stato (art. 19 BV), non è NOMINATO il Bundeskanzler, il Cancelliere federale.
Il Presidente Federale è eletto dai cittadini con ballottaggio se non ha la maggioranza assoluta dei voti validi al primo turno. E’ eletto per 6 anni e può essere riconfermato per un secondo periodo consecutivo, perciò per 12 anni, mentre il Consiglio Nazionale, corrispondente alla nostra Camera dei deputati per 4 anni. Sulla carta è un sistema semipresidenziale prima che lo inventassero i francesi. Eppure finché è continuato il condominio alternativo socialdemocratico-popolare il Presidente Federale politicamente contava come il 2 di picche con la briscola a cuori, perché gli uomini politicamente forti preferivano candidarsi a Kanzler che a Presidenti Federali. Lo stesso è successo in Finlandia con la scomparsa di Kekkonen, che moderato era quello che garantiva l’imbarazzante e intrigante vicino sovietico, che era anche russo, del cui Impero zarista la Finlandia faceva parte, come Granducato.
Dopo di lui il Presidente eletto dal popolo non ha contato più nulla. Tuttavia, gli austriaci e i finlandesi eleggevano un parlamento rappresentativo del loro popolo, non dei partiti al potere, che non sanno nemmeno fare le leggi elettorali. Lo sapete che si può fare il Premierato con solo la legge elettorale, basta riformulare l’art. 14 bis del T.U. Elezione Camera nel testo originario, quello del Porcellum, la legge n. 270/2005,e che rendere il Presidente della Repubblica una marionetta o un ricattato dal premier basta una sola norma costituzionale. Con la modifica dell’art. 85 c.1 Cost., riducendo la durata del suo mandato da 7 a 4 anni, senza levargli nessun potere, compreso quello di nominare il Governo ex art. 92 Cost., abbiamo un Premierato di fatto, che altera per sempre i rapporti tra Premier e Presidente della Repubblica, rafforzando il primo e indebolendo.
Due piccioni con una fava, avere un potere assoluto, ma facendo felici e soddisfatti i nemici del Presidenzialismo, che si accontentano delle parole, come dimostra la loro inerzia nella lotta al cambiamento della legge elettorale.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.