IL VOTO AI FUORISEDE


di Claudio Tramacere* – Socialismo XXI Lecce|

Per poter spiegare alcune considerazioni bisogna partire, purtroppo, dai freddi numeri.

In Italia è sempre più in aumento il grave problema dell’astensione al voto, sembra ormai inarrestabile il calo dei votanti ad ogni tornata elettorale, questo si sta verificando in ogni elezione, sia Nazionale che territoriale.

I Candidati  ormai vengono eletti con percentuali di votanti che rasenta il ridicolo, per poi rivendicare: “abbiamo il mandato degli elettori”. Allora mi chiedo: di quanti? Di quali?

Analizziamo “ i freddi numeri”:

ELEZIONI PER LA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 4 marzo 2018:

Elettori 46.505.350 Votanti 33.923.321 pari al 72,94%

Bianche 389.441 Nulle 1.082.296.

ELEZIONI PER LA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 25 settembre 2022

Elettori 46.021.956 Votanti 29.385.111 pari al 63,85%

Bianche 493.282 Nulle 1.286.915

(Dati ufficiali del Ministero dell’Interno).

Il dato che balza più agli occhi è l’aumento dell’astensionismo dalle elezioni politiche del 2018 a quelle del 2022, in quattro anni altri quattro milioni di elettori non si sono presentati al seggio.

Cosa fare per emarginare, almeno in parte, questo fenomeno?

Qualcuno ha fatto un timido tentativo, ma sino ad ora non si è fatto niente di concreto, forse la classe politica non ritiene importante questo grave problema.

Nella ricerca dei motivi che determinano l’aumento dell’astensionismo, uno su tutti è senz’altro quello dei fuori sede (studenti universitari, lavoratori e persone in case di cura), persone che sono “momentaneamente” domiciliate in luogo diverso da quello di residenza che non possono votare.

La legge attuale prevede che il cittadino italiano, che vive in Italia, per poter esercitare il diritto di voto deve recarsi nel luogo di residenza, non è prevista alcuna alternativa di legge a tutto questo. Nei paesi UE ormai vige il voto a distanza, il voto telematico, anche quello postale. Siamo in buona compagnia con Malta e Cipro.

Uno studio appropriato ha rilevato che il 10% del corpo elettorale, che non si reca a votare, è rappresentato dai fuori sede, parliamo potenzialmente di 5 milioni di elettori.

Nella passata legislatura ci fu un timido tentativo di portare in aula una legge per dar modo ai fuori sede di votare nel loro domicilio, ma la legge rimase nei cassetti della Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Qualcuno ci ha riprovato ad ottobre scorso con una proposta di legge: Atto Camera 115, prima firmataria l’On. Madia:” Disposizioni per l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura” (Presentata e annunziata il 13 ottobre 2022).

Sembrava che fosse arrivato il momento tanto atteso ma il relatore della maggioranza, il leghista Igor Lezzi, ha presentato un emendamento sostitutivo del testo, che manda all’aria il tutto con una delega al Governo per la disciplina della materia.

Alessandro De Nicola, fuori sede marchigiano che vive a Roma, tra i fondatori del “Comitato voto dove vivo”, ha sottolineato “che tutto ciò è una delega in bianco che avrebbe avuto senso se corredata con dei principi e criteri direttivi”.

Il 22 maggio la delega del Governo è arrivata in Aula, ma non è successo niente perché i tecnici della Camera hanno sottolineato l’incostituzionalità di un testo “privo di principi e criteri direttivi”.

Fra gli obiettivi del Comitato c’era anche quello di dar la possibilità di votare ai fuori sede per le Elezioni Europee del 2024, ma lo scopo della maggioranza sembra quello di “prendere tempo”, anche perché nella delega non è specificato per  quale tipo di consultazione elettorale .

Secondo il mio modesto punto di vista dovrebbero essere le consultazioni per le Elezioni di Camera, Senato, Europee e Referendum.

C’è da dire che tutto ciò sarebbe non solo una legge a “costo zero” , ma ci sarebbe anche un risparmio in quanto chi decide di ritornare a votare nel proprio Comune ha diritto ad un “parziale”  rimborso spese (solo per chi utilizza il treno).

Tecnicamente sarebbe semplicissimo.

Il fuori sede, una volta che il Governo fissa la data della consultazione, almeno 30 giorni prima del voto, con una mail informa l’Ufficio Elettorale del suo Comune di residenza di voler esercitare il diritto di voto, indicando il Comune di domicilio, l’Ufficio Elettorale invia il nulla osta al Comune interessato, ovviamente bisogna rispettare  dei termini.

E’ inconcepibile che un cittadino, con passaporto italiano, che vive a migliaia di chilometri dal luogo di nascita dei suoi avi, e che forse qualche volta è venuto in Italia, ha diritto al voto (legge “Voto per gli italiani residenti all’estero”) mentre  a un lavoratore, a uno  studente fuori sede , che pagano le tasse in Italia, gli si nega il diritto di votare.

A questo punto spero che intervenga l’UE per sanare questa grave anomalia, anche perché, come scrivevo prima, quasi tutti i Paesi dell’Unione ormai applicano il voto a distanza.

Questo problema mi è stato sempre a cuore sin da quando ero studente universitario, vedevo miei amici che non ritornavano a votare sia per motivi economici (il rimborso per chi utilizza il treno non copre tutta la spesa per il biglietto), ma soprattutto perché le consultazioni molte volte combaciavano, e combaciano tutt’ora, con gli appelli d’esame.

Basta andare nei seggi, in quei giorni, e vedere che la stragrande maggioranza degli universitari e dei lavoratori fuori sede non ritorna nel Comune di residenza a votare, e per il disagio del viaggio ed anche per affrontare una ulteriore spesa.

Perché uno studente universitario da Milano, un lavoratore da Torino, dovrebbe affrontare ore di viaggio, anche a proprie spese (in auto non sono previsti rimborsi ), per poter esercitare un  diritto: quello del voto?

Ricordo che alcuni giorni dopo il voto di settembre 2022, in qualche trasmissione televisiva, fu posto il grave problema. Se ne parlò per qualche giorno poi tutti muti e zitti.

Il voto negato a milioni di persone è molto grave, e va incontro anche a problemi democratici.

Cerchiamo di portare avanti questa battaglia nelle sedi competenti.

*Claudio Tramacere – (Già rappresentante degli studenti socialisti negli organismi studenteschi dell’Università di Siena).