di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |
Rielaborazione di un articolo di Carsten Ju apparso sul Guardian
Il governo italiano non ha ancora vinto la lotta contro l’inflazione, il Paese non è ancora fuori pericolo, come dimostra l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse (ora al 4,50 per cento) adottato nei giorni scorsi dalla BCE e l’abbassamento delle previsioni di crescita secondo le stime della UE. In Spagna, invece, l’inflazione è già arrivata all’obiettivo del 2 per cento.
A cosa è dovuta questa differenza tra Roma e Madrid?
La risposta si chiama politica economica: il governo iberico ha intrapreso un’azione più rapida e concertata rispetto all’esecutivo italiano. La Spagna ha limitato i prezzi dell’energia, ha abbassato il costo del trasporto pubblico, ha tassato gli extraprofitti delle imprese e ha posto un limite all’aumento degli affitti. Ciò ha impedito all’inflazione di produrre metastasi in tutta l’economia domestica.
In pratica, è stata usata la politica fiscale per ridurre i prezzi. Un esempio è offerto dall’introduzione del tetto ai prezzi dei beni energetici che dovrebbe restare in Spagna fino al 2024. In Italia sappiamo tutti cosa è successo con le accise e del successo che ha avuto il provvedimento che obbliga i distributori ad esporre il prezzo medio regionale.
La politica fiscale sembra essere l’arma corretta visto che quello a cui stiamo assistendo, anche in Italia, è una sorta di gioco dei pacchi, anzi del pacco. Non nel senso del pacco regalo, ma di quello che ad esempio in gergo romanesco è definito ‘una sola’. In sostanza, l’inflazione è principalmente dovuta al tentativo di trasferire costi più elevati ad altri. Il problema è che spesso ciò sta avvenendo anche in assenza di un aumento dei costi. Con il risultato che alcune imprese stanno vedendo schizzare in alto i loro profitti.
La BCE è l’unica ad intervenire ma i suoi limiti stanno nel fatto che essa può operare e sa operare solo tramite il tasso di interesse. Dovrebbe pertanto evitare ulteriori rialzi dei tassi e considerare semmai la possibilità di ridurli a breve. L’Europa, guardando all’esperienza iberica che, dopotutto, dimostra come l’inflazione possa scendere senza che l’economia vada in tilt potrebbe coordinare una serie di azioni concordi per i suoi membri, visto che i governi locali presentano difficoltà. E le misure dovrebbero partire dalla volontà di combattere la divisione tra chi sfrutta l’inflazione e chi ne subisce i costi. Se infatti i costi dell’inflazione fossero equamente ripartiti, anche le imprese e i proprietari di immobili sarebbero chiamati ad assorbirebbe parte dei costi, e si eviterebbe quantomeno di far ricadere sui lavoratori buona parte dell’aumento dei prezzi al consumo.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.