di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria |

E’ una cosa anacronistica, distopica e strumentale, voler far parlare oggi chi e’ morto nel secolo scorso, o in quelli precedenti. Cosa direbbe Dante oggi? Cosa farebbe Berlinguer oggi? Come si comporterebbe Craxi oggi? Sono domande stupide ed imbarazzanti.

Le persone vivono il loro tempo, e vanno esaminate nel contesto del loro tempo, coi limiti, le conoscenze le potenzialita’ del loro tempo. Cosi’ vanno passate al vaglio del giudizio storico il loro pensieri ed il loro operato. Quello che ci lasciano con la loro vita, talora il loro esempio e’ un patrimonio storico da rispettare e rielaborare per aiutarci nel nostro pensiero e nel nostro comportamento di oggi. Ma vanno lasciati a parlarci del loro tempo.

Dunque che dire oggi di Turati, che fu un vero grande uomo, uno tosto, coerente fino in fondo col suo sistema di valori, uno di quelli che non si piega alla violenza del vincitore momentaneo
Uno che poteva essere ricco e benestante e ha scelto invece di mettere tutto se’ stesso, con scienza e coscienza, DA UNA PARTE della storia: quella del SOCIALISMO, quando venne sconfitta e perse una battaglia fondamentale per la civilta’ di allora e per quella futura.

La battaglia contro il fascismo. Si’ fu il socialismo a perdere, allora. E tutti ne pagarono le conseguenze: i Savoia che persero prima l’amore dei sudditi, poi la faccia e infine il trono. I militari e i cittadini che versarono inutilmente il loro sangue, prima in una assurda guerra al mondo, dalla parte sbagliata, e poi in una fratricida guerra civile voluta a tutti i costi da un Mussolini folle e stroncato dai nazisti; la nazione che venne invasa e distrutto e perse la sua indipendenza politica; i lavoratori che videro conculcati i loro diritti e vanificato, in una inutile economia di guerra, il loro lavoro.

Il fascismo lascio’ una Italia distrutta, umiliata ed economicamente e socialmente arretrata, senza classe dirigente. Incredibile che dopo questo disastro totale, totale come totalitario si pretese il regime fascista, vi sia ancora oggi qualche nostalgico di quel regime, o di quei fascisti, Mussolini in testa a tutti. Incredibile e folle. Demenziale! Non vi sono giustificazioni che tengano, né di alto profilo, cioe’ etico morali, ne’ di basso profilo , cioe’ pratiche e di convenienza.

Non si puo’ salvare nulla della esperienza fascista, nulla di nulla.

Resta l’esempio dei resistenti, quelli veri, come Turati, che mai si piegarono avendo visto tutto e previsto tutto. E di chi li aiuto’.

I socialisti liguri, da sempre legati da fraterni vincoli a Lombardi e piemontesi, scrissero pagine da ricordare, epiche quasi mitiche. Furono i socialisti liguri a organizzare “la trafila” che riusci’ a salvare la vita di Turati e a condurlo in esilio volontario in Francia. La barca venne dai liguri e sopra vi stava il giovane avvocato socialista Pertini

Era una barca di sconfitti, che abbandonava la Patria per portare con se’ una speranza di riscatto futura, una bandiera vilipesa che doveva tornare dopo le tragedie che attendevano l’Italia.

Vecchi socialisti, sorretti da giovani socialisti, soli contro un destino avverso .
Pronti a combattere fino alla morte, e non c’e’ retorica in cio’.

La morte li aveva preceduti (Matteotti), la morte li accompagno’ in esilio (i fratelli Rosselli) e al ritorno ancora morte, per liberare l’Italia dal fascismo.

E’ una storia di lotta e di morte per permettere alla vita di risorgere, alla democrazia di riconquistare i cuori della gente, al socialismo di tornare ad essere la speranza dei lavoratori in un futuro solidale ed umano di emancipazione e progresso.

Parliamo di questo, riesaminiamo questo…