ALTRE NOVITA’ SUL FISCO

di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |

“Si accelera sulla mensilizzazione degli acconti per le partite Iva. Al momento la novità dovrebbe riguardare solo i soggetti  Isa (*) ma è possibile che, proiezioni e conti alla mano, si possa tentare di ampliare la platea anche ai dipendenti che hanno altri redditi e ai pensionati.

«Sarà un fatto storico» festeggia Alberto Gusmeroli presidente della commissione attività produttive e artefice della misura, «per la prima volta in 50 anni le imposte non si pagheranno più in anticipo ma ad anno concluso e reddito guadagnato. Si sta, infatti, lavorando per abolire l’acconto già da novembre 2023» annuncia il responsabile fisco della lega, «a beneficio di milioni di attività economiche: artigiani, commercianti e liberi professionisti con l’ipotesi anche di dipendenti e pensionati con altri redditi».

Si tratta di introdurre la norma della Lega a prima firma Gusmeroli, proposta il 5 agosto 2020, «direttamente nel decreto collegato fiscale alla manovra, per tutte le attività con un tetto di fatturato, probabilmente almeno sino a 500 mila euro di volume d’affari» anticipa Gusmeroli. Significherebbe per oltre 3 milioni di attività e svariate migliaia di contribuenti non pagare più nulla al 30 novembre 2023, rateizzandolo dunque da gennaio a giugno del 2024. «Stop a prestiti in banca per pagare l’acconto di novembre e a sanzioni e interessi per chi non ci riesce. Allo stesso modo, nessuno sarà più a credito del fisco. Si tratta di un provvedimento che genera più liquidità per i cittadini e nessun problema per i conti pubblici», conclude Gusmeroli .”

(*) Isa ovvero sono gli esercenti  attività d’impresa o di lavoro autonomo che svolgono prevalentemente  attività per le quali risulta approvato un Indice Sintetico Affidabilità.

Attualmente gli acconti relativi all’anno in corso sono pagati in due rate: la prima rata è pari al 40% del dichiarato per l’anno precedente  va versata entro il 30 giugno, la seconda è pari al restante 60% sempre del dichiarato per l’anno precedente  va versata entro il 30 novembre. Al 30 giugno dell’anno successivo sarà pagato il saldo derivante dalla dichiarazione dei redditi. Naturalmente se un contribuente ritiene di dover pagare meno di quanto pagato per l’anno precedente può ridurre i pagamenti essendo soggetto a penalità ed interessi nel caso in cui avesse stimato per difetto l’importo da pagare.

ATTENZIONE! I lavoratori ed i pensionati quando ricevono la loro mensilità si vedono già trattenuto in busta paga o nel cedolino della pensione, l’imposta relativa al mese di riscossione, il datore di lavoro o l’INPS provvederanno inoltre a fine anno  ad effettuare il conguaglio delle imposte dovute oltre a quanto già trattenuto nel corso dell’anno.

La regola proposta da Gusmeroli vale solo per artigiani, commercianti e liberi professionisti ed è ipotizzata anche per i redditi diversi da quello da lavoro dipendente e/o pensione guadagnato da lavoratori dipendenti o da pensionati.

In sostanza nel 2025 i lavoratori dipendenti ed i pensionati pagheranno le imposte per il 2025 mese per mese a partire da gennaio 2025, mentre gli autonomi (quelli che pagano l’Irpef e quindi quelli con fatturato superiore a 85.000€ e fino a 500.000€) pagherebbero nei 2026 da gennaio a giugno dello stesso anno. In sintesi i lavoratori dipendenti e i pensionati pagherebbero le imposte un anno prima degli autonomi.

Contrariamente a quanto afferma Gusmeroli :” Si tratta di un provvedimento che genera più liquidità per i cittadini e nessun problema per i conti pubblici” il provvedimento oltre a discriminare i redditi da lavoro dipendente e dei pensionati, inciderebbe sulla liquidità dei nostri conti pubblici generando maggiori interessi passivi per lo Stato.

Ritengo che l’osservanza dell’art. 53 della Costituzione sia un terreno di lotta democratica contro l’attuale governo, lotta del popolo “che paga le tasse” e terreno comune per le opposizioni parlamentari.