di Ferdinando Leonzio |
Il socialismo, inteso sia come corrente di pensiero, sia come gruppo poltico organizzato, é stato variamente definito, in base alle posizioni teoriche dei molti pensatori che vi si sono richiamati e alle diverse situazioni storiche e geopolitiche in cui esso si é trovato ad operare. Il tutto comunque unificato peró dalla comune volontá di perseguire la massima democrazia, che altro non é che la socializzazione del potere.
Ció, accentuato dallo spirito libertario che ovunque aleggia nel movimento socialista, ha dato vita a diverse scuole di pensiero e quindi a diversi „modelli“ di socialismo; modelli comunque intesi come strade diverse per raggiungere la meta comune: il socialismo, come connubio indissolubile di libertá e di giustizia.
Possiamo quindi storicamente annoverare il modello cileno di Salvador Allende, quello di Lula in Brasile, quello di Dubcek in Cecoslovacchia, quello jugoslavo dell´autogestione, quello israeliano dei kibbuz.
Ma quello che qui ci interessa é il “modello svedese“ (o scandinavo, in quanto adottato anche da altri paesi del Nord Europa), cosí ben riassunto dall´autorevole esponente del socialismo svedese e mondiale, Olov Palme[1]:
Per noi la democrazia è una questione di dignità umana. Ciò include le libertà politiche, il diritto di esprimere liberamente le nostre opinioni, il diritto di criticare e influenzare l’opinione pubblica. Abbraccia il diritto alla salute e al lavoro, all’istruzione e alla sicurezza sociale.
Il “modello svedese“, realizzato gradualmente attraverso i governi socialisti, é riuscito ad ottenere la piena occupazione, un sistema di servizi e di assicurazioni sociali che assiste il cittadino „dalla culla alla bara“, una costante redistribuzione della ricchezza, mediante una giusta fiscalitá, nel rispetto delle regole democratiche e con una politica estera di neutralitá[2], che ha assicurato alla nazione scandinava un secolo di pace e di prosperitá[3].
Questa originale costruzione del socialismo, alternativa al capitalismo e al comunismo di stampo sovietico, é dovuta essenzialmente al Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia (SAP).
Esso, fondato il 23 aprile 1889[4], pose fra le prime rivendicazioni il diritto di voto, ottenuto nel 1918 per tutti, e le otto ore di lavoro (1919).
Il SAP ottenne il suo primo seggio[5] nel Riksdag (parlamento) nelle elezioni legislative del 1896. Nel 1917 subí la scissione che diede vita al partito comunista. A partire da quell´anno é stato spesso al governo, con qualche interruzione, sia in coalizione con altri partiti che da solo. Esso ha costruito un sistema del benessere fra i piú avanzati del mondo ed ha espresso grandi leader come Albin Hansson[6], Tage Erlander[7] ed Olov Palme.
Le prime donne socialiste elette al Riksdag furono, nel 1921, la sarta Agdag Ostlund e la fotografa Nelly Thuring,
Dal 2021 leader del SAP é una donna: Magdalena Andersson.
Nei tempi moderni é presente nel socialismo svedese una forte istanza femminista, un perseguimento dell´uguaglianza in tutte le sue forme e una forte opposizione a tutte le forme di discriminazione, a cominciare da quella razziale.
Molte cose sono successe da quando si sono formati i socialdemocratici nel 1889. Il lavoro dei socialdemocratici ha portato la Svezia a diventare una democrazia e una delle nazioni del benessere più importanti del mondo. Per oltre cento anni, i socialdemocratici hanno difeso la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà e la democrazia in Svezia e nel resto del mondo. (dal sito del SAP).
Ylva Anna Maria Lindh nacque a Enskede-Arsta (Svezia) il 9 giugno 1957 dal noto pittore Staffan Lindh (1931-2017), attivo socialdemocratico, e dalla maestra elementare Nancy Westman (1932-2005), ma visse a Enkoping, una cittadina nella contea di Uppsala, di cui il padre fu anche consigliere comunale.
Cresciuta dunque in un ambiente politicamente orientato, caratterizzato da creativitá, impegno sociale e culturale, Anna entró in politica ad appena 12 anni, nel 1969, iscrivendosi alla locale sezione della Lega Giovanile Socialdemocratica svedese (SSU) e partecipando alle manifestazioni di protesta contro la guerra del Vietnam.
Terminati gli studi medi nel 1976, si iscrisse alla facoltá di Giurisprudenza dell´universitá di Upssala e nel 1982 conseguí la laurea, dopo la quale, per circa un anno, lavoró come cancelliere presso un Tribunale
distrettuale di Stoccolma.
Il 19 settembre 1982 si tennero le elezioni per il rinnovo del Riksdag[1], che registrarono una grande affermazione dei socialisti (166/349 seggi) e portarono Olov Palme, leader del SAP dal 1969, per la seconda volta alla guida del governo, che manterrá fino alla morte, col sostegno esterno del Partito della Sinistra[2](20/349 seggi). In quell´occasione Anna Lindh entro´ per la prima volta in Parlamento, a soli 25 anni[3].
Nel 1984, in occasione del congresso giovanile, fu eletta segretaria della SSU, prima donna a ricoprire questo incarico in Svezia. Tale carica le consentí di allargare il suo orizzonte internazionale.
Nel corso del suo mandato, durato sei anni, fu molto attiva nella lotta contro la corsa al riarmo e si adoperó per affrontare le problematiche internazionali della questione palestinese, del Sudafrica, del Nicaragua e del Vietnam.
Pose anche le questioni ambientali all´interno dell´organizzazione, anche per l´impatto che esse potevano avere, ed avevano, sullo sviluppo della societá e dell´economia in particolare.
Nel 1990 fu eletta nel Comitato Esecutivo del Partito. Nello stesso anno lasció la segreteria giovanile, per trascorrere piú tempo col suo primogenito David.
L´anno dopo sposó il padre del bambino, il politico socialdemocratico Bo Holberg[1], da cui nel 1994 ebbe il secondo figlio Filip.
Nello stesso 1991 e fino al 1994 Anna Lindh fu Commissaria per la Cultura e l´Ambiente, nonché vicesindaco di Stoccolma. Nello stesso periodo fu anche Presidente del Consiglio di Amministrazione del teatro di Stoccolma.
Si batté molto perché Stoccolma fosse scelta come capitale della cultura europea. Cosa poi realizzatasi nel 1998.
Tuttavia il suo impegno nella politica municipale di Stoccolma non duro´ a lungo.
Infatti, in seguito alla vittoria socialista[2] nelle elezioni del 18 settembre 1994, il Primo Ministro Ingvar Carlsson[3], la chiamo´ a dirigere il Ministero dell´Ambiente. In tale veste la Lindh si prodico´ per ottenere leggi piú severe a tutela dell´ambiente e maggiore impegno da parte delle aziende per ridurre gli scarichi e limitare l´uso di sostanze chimiche pericolose e additivi per gli alimenti. In Europa si batté per una comune strategia contro le piogge acide.
Quando Goran Persson[4], subentrato al dimissionario Carlsson, sia come Premier che come leader del SAP, lanció il progetto di „stato sociale verde“, toccó alla Lindh metterlo in pratica.
Persson vinse anche le elezioni del 20 settembre 1998 e fu percio´riconfermato Premier[5]. Nel nuovo governo svedese che si venne a formare, Anna Lindh, che era stata eletta per la seconda volta al Riksdag, fu chiamata a ricoprire la prestigiosa carica di Ministro degli Esteri, in sostituendo della compagna di partito Lena Hjelm Wallen, rimasta nel governo come Vice Primo Ministro.
Questa carica consentí ad Anna di sviluppare appieno le sue capacitá politiche e di valorizzare il suo carisma personale, tanto da divenire un attore importante della scena politica internazionale e da essere da molti indicata come il probabile futuro leader del partito socialdemocratico.
La sua intensa azione in sostegno del disarmo, dei diritti umani, della risoluzione pacifica dei conflitti aumentó l´ammirazione e il prestigio della Svezia neutrale[6] nel mondo.
L´autorevolezza della Lindh crebbe in particolare nel 2001, durante il semestre di presidenza svedese del Consiglio dell´Unione Europea[7], durante il quale rappresentó ufficialmente le posizioni dell´UE in politica estera. In tale veste si impegnó attivamente, assieme all´Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell´UE, il socialista spagnolo Javier Solana, per la stipulazione degli „Accordi di Ohrid“[8].
L´esito delle elezioni del 15 settembre 2002[9] assicuró continuitá al governo Persson, per cui Anna Lindh, riconfermata anche come parlamentare, restó alla guida del Ministero degli Esteri.
Nel 2003 si schieró decisamente contro l´invasione dell´Iraq: Una guerra combattuta senza supporto negli statuti delle Nazioni Unite costituisce un grave fallimento.
Nello stesso 2003 era programmato in Svezia un referendum sull´adesione all´Euro, da tenersi il 14 settembre di quell´anno[10].
Lindh, da fervente europeista qual´era, si schieró decisamente per il sí e il 10 settembre si stava preparando a partecipare a un dibattito televisivo sul tema.
Ma non riuscí a partecipare né al dibattito, né al voto, perché una mano assassina le troncó la vita a soli 46 anni.
Quel giorno si era recata, assieme alla sua amica e sua ex addetta stampa, la giornalista socialdemocratica Eva Franchell, ai grandi magazzini Nordiska Kompaniel di Stoccolma, pare per acquistare un vestito. Ma non fece in tempo perché fu aggredita e brutalmente accoltellata. Al petto, all´addome, alle braccia[11].
Trasportata d´urgenza all´ospedale universitario di Karolinska, dove subí due interventi chirurgici, non riuscí a sopravvivere.
A causa delle gravi emorragie interne e dei danni al fegato morí il giorno dopo, 11 settembre 2003[12].
Ancora una volta la Svezia e il socialismo erano stati colpiti a morte, dopo il tragico attentato in cui aveva perso la vita Olof Palme, diciassette anni prima[13].
Il 19 settembre il Comune di Stoccolma organizzó una commemorazione ufficiale, a cui partecipó un´immensa folla, davanti a cui parlarono varie personalitá, fra cui il Re Carlo Gustavo XVI, il Primo Ministro e leader socialista svedese Goran Persson, la Commissaria europea per l´Ambiente, la socialdemocratica svedese Margot Wallstrom e George Papandreu, allora esponente di primo piano del Movimento Socialista Panellenico (PASOK).
IL giorno dopo Anna Lindh fu sepolta presso la chiesa di Katarina a Stoccolma.
Nello stesso mese di settembre 2003 fu costituita una fondazione intitolata a Anna Lindh, l´Anna Lindh Memorial Fund, finanziata da privati. Essa sostiene individui e organizzazioni che, nello spirito di Anna Lindh, hanno il coraggio di combattere l’indifferenza, il pregiudizio, l’oppressione e l’ingiustizia, affinché le persone possano vivere in un ambiente in cui i diritti umani siano rispettati.
Nel 2021 il premio é stato assegnato alla politologa svedese Olga Persson, in quanto presidente di Unizon, un´associazione nazionale di centri di accoglienza per ragazze e giovani donne vittime di violenze e persecuzioni.
Olga ha cosí commentato: Per me, Anna Lindh è coraggio, calore, gioia e duro lavoro. Era, ed è, una grande fonte di ispirazione per me e per molti altri. È un grande onore ricevere il suo premio commemorativo.
In seguito alla morte di Anna Lindh, il ministero fu affidato provvisoriamente al ministro per la Cooperazione Internazionale, Jan Olov Karlsson, che lo tenne per un mese. Il 10 ottobre 2003 si insedio´ la nuova ministra degli Esteri, la socialdemocratica Laila Freivalds.
Nell´aprile dell´anno dopo fu assegnato ad Anna, „alla memoria“,, dall´Istituto EastWest (EWI)[14] il „Premio allo Statista dell´anno“, il cui lavoro nell’arena pubblica ha dato un contributo significativo per influenzare positivamente la qualità della vita dei cittadini in ambiti quali i diritti umani, la risoluzione dei conflitti e la sicurezza globale.
Nello stesso 2004 fu costituita la Fondazione Anna Lindh, un’organizzazione internazionale, il cui scopo è avvicinare persone, organizzazioni e società civili di entrambe le sponde del Mediterraneo.
Anna Lindh è stata un’icona per noi giovani donne socialdemocratiche. Irradiava calma e forza. Ci sono molte altre persone di talento all’interno del partito oggi. Ma nessuno con la stessa luminosità. (Louise Asenfors, consigliere regionale SAP).
“Eccezionale“ era la parola giusta per Anna. Eccezionale come madre, eccezionale come leader politico, perché era coraggiosa e schietta. Ed era onesta. (Margot Wallstroem, commissaria europea SAP).
[1] Olov Palme (1927-1986), a lungo leader del Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia (SAP) e Primo Ministro, fu uno dei leader piú prestigiosi del socialismo. Morí assassinato la sera del 28-2-1986. Per questo la sua figura puó essere accostata a quelle di Giacomo Matteotti e di Salvador Allende.
[2] Il SAP, in seguito alla guerra russo-ucraina, ha deciso di abbandonare la politica di neutralitá. Nel maggio 2022 la Svezia ha presentato domanda di adesione alla Nato.
[3] La Monarchia é rimasta, ma con un ruolo di pura rappresentanza, poiché il re non nomina piú il Capo del Governo e non é il Capo delle forze armate.
[4] Il congresso inaugurale del SAP si svolse dal 19 al 22 aprile 1889 con l´unificazione di 70 organizzazioni locali, al congresso rappresentate soprattutto da sindacalisti. Da ció lo stretto legame tra il partito SAP e il sindacato LO (Confederazione dei Sindacati Svedesi), ufficialmente costituitosi nel 1898.
[5] Fu eletto Hjalmar Branting, che nel 1908 il congresso eleggerá presidente del partito e che nel 1920 diventerá il primo Capo di governo socialista.
[6] Albin Hansson (1885-1946) fu leader del SAP e due volte primo Ministro, nel 1932-46, con un piccolo intervallo. Fu lui a gettare le basi della “societá del benessere”.
[7] Tage Erlander (1901-1985) fu leader del SAP e Primo Ministro dopo la morte di Albin Hansson (1946), fino al 1969. Durante i suoi governi fu ampliata la costruzione dello stato sociale.
[8] Il Riksdag viene eletto ogni 4 anni col sistema proporzionale e lo sbarramento al 4 %, esercita il potere legislativo e puo´ sfiduciare i ministri. Il Presidente del Riksdag (non piú il Re) nomina il Primo Ministro.
[9] Il Partito della Sinistra, nato nel 1917 da una scissione della sinistra socialdemocratica favorevole all´adesione all´Internazionale Comunista, attraverso varie scissioni ed evoluzioni, è oggi diventata un partito socialista di sinistra, ambientalista, femminista e repubblicano.
[10] Fu eletta nella Contea di Sodermanland.
[11] Bo Holberg (1942-2010), dopo aver ricoperto cariche nella sua contea, dal 1982 era stato ministro degli Affari Municipali e poi degli Affari Sociali nel governo Palme. Fu membro del Riksdag dal 1988 al 1996, quando fu nominato governatore del Sodermanland (1996-2005).
[12] Il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori (SAP) ottenne 161/349 seggi e il Partito della Sinistra 22/349. I Verdi entrarono per la prima volta nel parlamento svedese con 18/349 seggi.
[13] Ingvar Carlsson (n. 1934) era stato il vice di Olov Palme, di cui condivideva la filosofia politica. E´ stato due volte primo Ministro: dal 13-3-1986 al 4-10-1991 e dal 7-10-1994 al 22-3-1996. Il suo governo promosse l´adesione all´Unione Europea. Gli successe Goran Persson.
[14] Goran Persson (n. 1949), subentró a Carlsson il 22-3-1996. Lascerá la carica di Primo Ministro il 6-10-2006, in seguito a una sconfitta elettorale. Rimase alla guida del SAP fino al marzo 2007, in occasione del congresso del partito.
[15] Il SAP era sceso a 131/349 seggi, ma poté continuare a governare grazie alla presenza nel Rikstag dei 43 deputati del Partito della Sinistra e dei 16 dei Verdi, che toglievano alla destra la possibilitá di sfiduciare il governo coi soli suoi voti.
[16] In seguito alla guerra russo-ucraina, la Svezia – Primo ministro e leader del SAP Magdalena Andersson – il 18-5-2022 ha formalmente presentato domanda di adesione alla NATO.
[17] La Svezia aderisce all´UE dal 1°- 1-1995.
[18] Accordi di pace del 13-8-2001 tra il governo della Macedonia settentrionale e i rappresentanti della minoranza albanese.
[19] Il SAP conquisto´ 144/349 seggi, il Partito della Sinistra 30/349 e i Verdi 17/349. Il resto andó a varie formazioni di centro e di destra.
[20] Vincerá il NO col 57,09 % dei voti.
[21] Stupisce come, dopo quello accaduto a Palme, non sia stata assegnata a un politico di primo piano come la Lindh una guardia del corpo dai servizi di sicurezza.
[22] L´assassino, un venticinquenne di nome Mijailo Mijaliovič, subito dopo il misfatto, era fuggito, ma sará arrestato il 24 settembre 2003. Reo confesso, il
2-12.2004 é stato condannato all´ergastolo, in via definitiva, dalla Corte Suprema svedese, per l´omicidio di Anna Lindh.
[23] L´elenco dei socialisti assassinati é assai lungo: Giacomo Matteotti, Giuseppe Di Vagno, Carlo Rosselli, Jean Jaurés, Jo Cox, Rosa Luxemburg, Olov Palme, Yitzhak Rabin, Inejiro Asanuma, Salvador Allende, Bruno Buozzi…
[24] Istituto fondato nel 1980 per la risoluzione pacifica dei conflitti internazionali.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.