di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |
Investire in nuove attività produttive quando i fattori della produzione non sono completamente occupati, quando cioè non si è in fase di piena occupazione, è possibile, anzi, secondo Keynes, è doveroso. Se ci sono fattori della produzione non occupati, se c’è disoccupazione un’economia sana e cosciente che bada al benessere e non solo al profitto, farebbe bene attuare progetti di investimento per dare occupazione e contribuire allo sviluppo del Paese.
L’investimento, tuttavia, comporta un problema economico da non sottovalutare; esso comporta il fatto che si utilizzano fattori della produzione che, essendo remunerati, richiedono una maggior produzione di beni di consumo, mentre l’investimento in sé per un periodo di tempo più o meno lungo, dipendendo dal tipo di opera che si vuol realizzare, non è produttivo di beni o servizi consumabili. Si crea cioè una discrasia tra domanda e offerta di beni di consumo. Se siamo in uno stato di non piena occupazione la discrasia è sanabile attingendo alla disoccupazione, in caso contrario ci troviamo di fronte a possibili spinte inflattive.
Vediamo allora di creare un esempio utilizzando i seguenti dati:
Addetti agli investimenti a 10.000
Disoccupati d 700
Consumi degli addetti c 4
Consumi dei disoccupati rispetto a c e 2/3
Produzione addetti ai consumi p 52
Addetti ai consumi b = c*(a+de)/(p-c) = 872
La situazione di equilibrio quand’anche in situazione di non piena occupazione si può riassumere nella seguente tabella:
A | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.000,00 | 4,00 | 40.000,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 700,00 | 2,67 | 1.866,67 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 872,22 | 4,00 | 3.488,89 | 52,00 | 45.355,56 |
Totale | 11.572,22 | 3,92 | 45.355,56 | 0,00 | 45.355,56 |
Questa situazione di equilibrio può, e deve, essere modificata ricercando la massima occupazione dei fattori della produzione incrementando gli investimenti in attività produttive che permettono di assorbire unità lavorative dalla disoccupazione determinando quindi un aumento dei consumi (gli occupati consumano più dei disoccupati) e di conseguenza la necessità di aumentare la produzione dei beni di consumo richiamando a questo settore ulteriori unità lavorative.
Supponiamo, ad esempio, di aumentare gli addetti alla produzione di beni di investimento di 600 unità, ciò richiederà di aumentare di ulteriori 17 unità gli addetti alla produzione di beni di consumo così come appare dalla seguente tabella (attenzione la differenza tra prodotto e consumato va da un minimo di 0 ad un massimo di (p-c) non potendo operare con frazioni di unità produttive).
B | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.600,00 | 4,00 | 42.400,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 83,33 | 2,67 | 222,22 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 888,89 | 4,00 | 3.555,56 | 52,00 | 46.222,22 |
Totale | 11.572,22 | 3,99 | 46.177,78 | 44,44 | 46.222,22 |
La situazione degna di attenzione poiché produttiva di stimoli inflattivi si determina nel caso in cui l’aumento degli investimenti assorbe più della disoccupazione esistente causando di conseguenza un aumento dei consumi maggiore della capacità produttiva del settore di produzione dei beni di consumo.
Vediamo ad esempio che succede se gli addetti alla produzione di beni di investimento superano la disponibilità di fattori della produzione non occupata. Nella tabella seguente viene avviata la produzione di beni di investimento richiedenti l’occupazione di 900 unità produttive; richiesta che oltre ad assorbire tutta la residua disponibilità di fattori della produzione richiede di assorbire unità di fattori della produzione dal settore che produce beni di consumo. Il risultato è che la domanda di consumi eccede l’offerta degli stessi creando uno stimolo inflattivo. Mostriamo quindi i dati di questa situazione:
B | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.900,00 | 4,00 | 43.600,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 0,00 | 2,67 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 672,22 | 4,00 | 2.688,89 | 52,00 | 34.955,56 |
Totale | 11.572,22 | 4,00 | 46.288,89 | -11.333,33 | 34.955,56 |
In questa situazione ci sono tre possibili vie d’uscita:
1 – Si riducono i programmi di investimento in misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio;
2 – Si riducono i consumi unitari nella misura necessaria a raggiungere l’equilibrio (ciò non garantisce tuttavia un equilibrio sociale stante i sacrifici chiesti ai fattori della produzione);
3 – Si aumenta la produttività dei fattori della produzione permettendo di raggiungere l’equilibrio (ma l’azione sicuramente positiva comporta che l’aumento della produttività crei la necessità di aumentare le retribuzioni ai fattori della produzione e quindi i conseguenti consumi).
Vediamo allora di ricercare il modello che deriva dal punto 1: se si riducono le unità aggiuntive richieste per i nuovi investimenti al numero di 682, otteniamo un risultato di equilibrio che annulla le unità disoccupate in quanto il settore produzione di beni di consumo richiede 18 unità che aggiunte alle 682 richieste dal settore investimenti azzera la disoccupazione.
Ecco la tabella conseguente:
B | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.682,00 | 4,00 | 42.728,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 0,00 | 2,67 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 890,22 | 4,00 | 3.560,89 | 52,00 | 46.291,56 |
Totale | 11.572,22 | 4,00 | 46.288,89 | 2,67 | 46.291,56 |
Se invece attuiamo quanto detto al punto 2 dovremmo ridurre i consumi a 3.47 per trovare un equilibrio, così come esposto nella tabella seguente:
B | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.800,00 | 3,47 | 37.476,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 0,00 | 2,31 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 772,22 | 3,47 | 2.679,61 | 52,00 | 40.155,56 |
Totale | 11.572,22 | 3,47 | 40.155,61 | -0,06 | 40.155,56 |
Passiamo infine all’equilibrio che si può raggiungere ai sensi di quanto previsto al punto 3. Notiamo però che nonostante un aumento della produttività del 10% (da 52 a 57.2) serve una lieve riduzione dei consumi da 4 a 3.82 per ottenere un equilibrio che permetta quell’accelerazione di unità nel settore investimenti. Vediamo allo la tabella del caso 3:
3 | Persone | c | Consumo | p | Produzione |
Investimenti | 10.800,00 | 3,82 | 41.202,00 | 0,00 | 0,00 |
Disoccupati | 0,00 | 2,54 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Beni cons. | 772,22 | 3,82 | 2.946,03 | 57,20 | 44.171,11 |
Totale | 11.572,22 | 3,82 | 44.148,03 | 23,08 | 44.171,11 |
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.