L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE

di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |

La legge delega sulla riforma fiscale predisposta dal governo Meloni ed approvata dal Parlamento prevede, per quel che riguarda la lotta all’evasione fiscale, l’utilizzo di tecnologie digitali, anche supportate dall’intelligenza artificiale, al fine di ottenere, attraverso la piena interoperabilità tra le banche dati, la disponibilità delle informazioni rilevanti e garantirne il tempestivo utilizzo al fine di individuare l’attività di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale.

L’attuazione della riforma in questo campo ha subito ritardi nell’avvio dei lavori dovuto al confronto con il Tutore della Privacy con cui si sono concordate le regole cui il fisco deve attenersi a tutela della riservatezza dei dati ed inoltre per garantire l’osservanza del rispetto dello Statuto del contribuente.

Traggo da un articolo di S.Weisz il seguente esempio di operazione che può essere svolta grazie all’utilizzo di tecniche di Intelligenza Artificiale (d‘ora in poi I.A.)

Esempio di analisi basata su algoritmo AI

Tra le imprese individuali che operano nel settore del commercio al dettaglio, in un ambito merceologico che il Fisco ipotizza essere tipicamente caratterizzato da elevati margini, vengono selezionate quelle che, relativamente a uno specifico anno fiscale, manifestano una serie di peculiarità. Eccole:

dall’analisi dei dati della fatturazione elettronica e dei corrispettivi emerge che la differenza tra i ricavi conseguiti nell’attività di impresa e i costi sostenuti è inferiore al 5% dei costi;

il valore aggiunto calcolato sulla base delle dichiarazioni fiscali presentate risulta estremamente esiguo in relazione al numero di dipendenti dell’impresa (criterio applicato nel solo caso in cui l’impresa abbia personale dipendente);

il valore della variabile reddito d’impresa per addetto è inferiore al decimo percentile della corrispondente distribuzione riferita alla totalità dei soggetti che operano nel medesimo settore economico.

Ai titolari delle ditte individuali identificati in base alla presenza congiunta di tutte le condizioni sopra esposte, vengono successivamente abbinate le informazioni desumibili dall’archivio dei rapporti finanziari. Qui l’analisi inizia a scendere nel dettaglio: per le singole posizioni si considera l’ammontare complessivo dei flussi in avere risultante dai conti correnti e dagli altri rapporti finanziari.

A questo punto, si selezionano i soggetti con le seguenti caratteristiche: entrate non inferiori a 300mila euro e superiori di almeno il 150% rispetto ai ricavi dichiarati.

Da questa platea, vengono automaticamente eliminati i contribuenti per i quali risultino atti che possano giustificare incrementi patrimoniali compatibili con le risultanze dell’archivio (vendita di immobili, donazioni e/o eredità ricevute, redditi sottoposti a tassazione sostitutiva).

Siamo in presenza di un uso mirato affidato all’I.A.; una ricerca di casi che evidenziano parametri anomali rispetto alla generalità dei casi; l’algoritmo prescelto va alla ricerca di anomalie all’interno di chi presenta una dichiarazione iva e/o una dichiarazione dei redditi.

In un passato remoto, all’interno della dichiarazione, era richiesta una serie di informazioni del tipo: che auto hai, hai un cavallo, hai una barca o un motoscafo, e simili che tendevano ad evidenziare incongruenze, tra stile di vita e reddito dichiarato, tali da far sospettare una possibile evasione di imposte dovute. Ma anche in quel caso la primitiva indagine, poi abbandonata, era fatta all’interno di chi presentava una dichiarazione fiscale.

Con il livello di evasione che abbiamo in Italia oltre alla ricerca di evasori all’interno dei dichiaranti sarebbe auspicabile anche una ricerca apposita sull’evasione totale, ricerca che richiede un approccio all’I.A. ben più sofisticata di quanto appare nell’esempio sopraricordato, un approccio che parta non dalle dichiarazioni presentate ma affronti il problema con presupposti completamente diversi, più congeniali alle potenzialità dell’I.A.

 La potenza dell’I.A. nasce dall’abbandono dell’idea illuministica di ridurre il mondo a regole meccanicistiche per sostituirla con l’osservazione di milioni di dati mediante reti neuronali atte a cogliere connessioni intricate, comprese quelle che sfuggono all’osservazione umana.

L’esempio del gioco degli scacchi può dare un’idea di come opera l’I.A.. Invece di fornire, da parte dei maggiori scacchisti, le regole e le strategie del gioco, si forniscono le informazioni sul come si muovono i vari pezzi e si avvia la fase di apprendimento dell’I.A. mediante la simulazione di infinite partite che vanno a creare un modello di comportamento continuamente aggiornato dalle successive informazioni generate durante il processo. Il “machine learning” è quindi un apprendimento continuo continuamente perfezionato che può ritrovare connessioni ignorate dagli scacchisti, tanto che Kasparov dopo esser stato sconfitto da AlphaZero affermò che “Il gioco degli scacchi è stato rivoluzionato da AlphaZero”. E ciò perché tra le connessioni elaborate nella fase di apprendimento, l’I.A. aveva ritrovato connessioni assolutamente ignorate dall’uomo fornendo modi impensati per vincere la partita. Per esempio nella strategia di gioco di AlphaZero era possibile il sacrificio della regina, cosa che difficilmente uno scacchista potrebbe concepire.

Estendendo il concetto esposto nel caso del gioco degli scacchi, la filosofia dell’I.A. consiste nel ritrovare connessioni e relazioni causali tra gli accadimenti che la ragione umana non ha mai ritrovato e che probabilmente è, per sua limitata natura, incapace di elaborare e in molti casi incapace altresì di comprendere. La realtà può essere conosciuta utilizzando connessioni create dall’I.A. di cui ignoriamo il razionale, ponendoci un problema di fiducia su quell’elaborato, se possiamo cioè fidarci a sacrificare la regina.

Finito l’apprendimento, il modello non è più modificabile e si entra nella fase di inferenza, ovvero di utilizzo del modello elaborato. Estrema importanza nella fase di apprendimento è costituita dai data base forniti al sistema; poiché l’elaborazione del modello avviene sulla base dei dati forniti al sistema stesso, è facile comprendere che il modello opererà sulla base dei dati forniti, ignorando possibili connessioni ottenibili con un diverso o addizionale data base. Lo stesso dicasi dell’algoritmo che è sempre indicato dal gestore del sistema e che ne orienta la ricerca delle connessioni.

Allora la lotta all’evasione fiscale non parta dalle dichiarazioni fiscali presentate ma parta dall’anagrafe dei residenti: esaminando i miliardi di dati raccolti nelle banche dati di ogni natura, non solo finanziaria, elabori una serie di connessioni in continuo miglioramento ed affinamento che sia in grado di identificare quelle situazioni con elementi contradditori e sospetti tali da raccomandare una analisi più approfondita finalizzata all’accertamento fiscale.

Il mio timore è che questa delega fiscale ponga obiettivi condivisibili ma che, nella prassi, ridicolizzi tali obiettivi. Esempio lampante è la dichiarata e meritevole volontà di perseguire l’equità orizzontale. Tale equità vorrebbe che a parità di reddito si paghi lo stesso importo di imposte indipendentemente dalla natura del reddito. Verrebbe subito da dire che tutte le imposizioni tramite flat tax infrangono palesemente l’equità orizzontale discriminando i redditi da lavoro dipendente e da pensione rispetto ai redditi di capitale, dei fabbricati, del lavoro autonomo etc. Un lavoro enorme. Nella prassi questo governo indica come prioritario elemento di equità orizzontale l’equiparazione dell’importo da prendere in considerazione ai fini della no tax area che è di 8.174€ per i lavoratori dipendenti e di 8.500€ per i pensionati. Una vera rivoluzione.

Nell’utilizzo dell’I.A. ho la netta impressione che l’algoritmo utilizzato dal governo per la lotta all’evasione sia estremamente povero e limitato a casistiche preordinate; ci si affida alla fornitura di data base limitate e preordinate con criteri di razionalità meccanicistica, mentre la potenzialità dell’I.A. consiste nella libera ricerca di connessioni su un infinito campo di ricerca; la sua evidente caratteristica, che oltrepassa anche le migliori deduzioni umane, consiste nel ricercare connessioni impensabili aprendo prospettive inesplorate, capaci di fornire soluzioni altrimenti impensabili da parte del cervello umano.

Vedremo, nella pratica attuazione della delega fiscale, quali saranno le vie imboccate da questo governo.