LA SANITA’ PUBBLICA TRA INNOVAZIONE E DIRITTI

di Luigi Ferro

Presidente di Socialismo XXI

La sanita’ pubblica e’ un pezzo fondamentale dello stato sociale. Una conquista delle socialdemocrazie europee con la finalita’ di soccorrere le fasce deboli della societa’. Una societa’ giusta e libera e’ una societa’ veramente inclusiva .
La salute e’ un diritto. La nostra Costituzione all’Art. 32 tutela la salute quale diritto fondamentale dell’ individuo. Si tratta di un bene costituzionalmente protetto per garantire le cure mediche a tutti, in primis ai meno abbienti. La salute non e’ soltanto un diritto fondamentale dell’ individuo, ma della collettivita’.

Un diritto universale che significa mantenere un sistema di assistenza sanitaria in cui a tutti e’ garantito l’accesso gratuito.
Cio’ premesso, la tendenza odierna e’ quella di privatizzare la sanita’ pubblica e di esautorare il diritto alla salute. Gli attacchi di questi governo allo stato sociale, quindi anche alla sanita’ pubblica, sono oramai quotidiani e mettono in discussione il principio universalistico delle cure e dell’assistenza sanitaria. Vi sono pronto soccorso (es.Bergamo) dove alcune prestazione sono a pagamento. E il fenomeno sembra allargarsi ovunque a macchia d’olio. Il personale sanitario e’ stato ridotto. E’ demotivato e sottopagato. Tra prepensionamenti e fuga verso il privato, la sanita’ pubblica rischia di collassare. Nel silenzio della politica.

Certo, ci sono stati errori commessi in passato anche dal centrosinistra, specie l’aziendalizzazione delle strutture sanitarie pubbliche, ma e’ chiaro il disegno di questo governo: privatizzare e assicurarsi, come negli Stati Uniti o in Inghilterra.
Dopo l’emergenza sanitaria da COVID 19, la classe politica si affrettava ad affermare che occorreva migliorare la sanita’ pubblica italiana.
Ma quali risultati sono stati raggiunti?
In Italia abbiamo circa 59 milioni di abitanti , una popolazione piu’ giovane al sud; piu’ vecchia al nord.
Nel nostro Paese abbiamo 1004 istituti di cura di cui 51,4% pubblici e il 48,6% privati accreditati.
Il SSN dispone di circa 235.000 posti letto (89,2% nel pubblico). A livello nazionale sono disponibili 4,3 posti letto ogni 1000 abitanti.
Negli ospedali pubblici lavorano 131.436 medici ( in Campania e in Lombardia un medico ogni 1000 abitanti).La sanita’ pubblica e privata impiega circa 323.135 infermieri.

In dieci anni sono stati chiusi 125 ospedali. Dopo il COVID, altro che implementazione, sono stati tagliati 20.000 posti letto.
I medici di famiglia erano 46.900 nel 2011; oggi sono 40.250. Le ASL sono passate dalle 145 nel 2011 alle 99 del 2021.
Il rapporto SVIMEZ sulla sanita’ del 2023 registra un tasso di mortalita’ per tumori piu’ elevato al sud rispetto al nord e maggiori flussi migratori per motivi di salute dal Sud verso il Nord. In Campania, ad esempio, per patologie quali l’obesita’ e l’ortopedia che si possono curare restando in loco, i cittadini campani si rivolgono agli ospedali di Bologna o di Milano con costi non sempre sostenibili.

Le cifre sono allarmanti e c’è chi soffia sul fuoco e spinge per la privatizzazione del settore sanitario nazionale.
Noi vogliamo una societa’ giusta e libera, inclusiva. Da socialisti non possiamo tollerare nuove forme disuguaglianze sociali e la cancellazioni dei nostri diritti, nati dopo anni di lotte e di rivendicazioni. Una situazione che si aggraverebbe ulteriormente con l’autonomia differenziata
E allora quale futuro per la sanita’ pubblica italiana nonostante gli attacchi concentrici del governo in carica? Come garantire in futuro cure ed una sanita’ pubblica moderna ed efficiente?
Occorre discontinuita’ e difendendo a spada tratta il diritto alla salute e il principio universale dell’ assistenza sanitaria gratuita, è necessario muovere questi passi subito:

1 – Tornare dalle regioni allo Stato, per l’ inadeguatezza delle stesse a gestire i fondi e la spesa nel settore sanitario locale.

2 – No alla autonomia differenziata che aggraverebbe la situazione.

3 – Abolizione o sospensione per alcuni anni dei test di ammissione alle facolta’ di medicina, psicologia e veterinaria, per rinforzare il personale sanitario.

4 – Chiedere al governo di investire adesso e non nel 2026 i fondi del PNRR destinati alla sanita’ pubblica.

5 – Sblocco del turnover nella sanita’.6 rifondare la medicina territoriale la cui assenza affollla i pronto soccorso.

6 – Smaltire le lista di attesa rapidamente.

Una battaglia di civilta’. Una battaglia socialista in difesa del diritto alla salute. Per una sanita’ moderna ed efficiente, plurale ed inclusiva. Vicina ai suoi cittadini. A tutti i suoi cittadini, nessuno escluso.

IN UNA PAROLA: Giu’ le mani dalla sanita’ pubblica!