FASCISMO E PIAZZA DELLA LOGGIA

di Franco Astengo |

Ricordare, a 50 anni di distanza, l’attentato di Piazza della Loggia deve rappresentare un impegno di grande importanza nell’attualità.

Lo scopo di mantenere la memoria deve essere quello di combattere sempre e comunque il revanscismo fascista.

Il revanscismo fascista è tornato come forza di governo con comportamenti, atteggiamenti, linguaggio davvero di altri tempi che molti si erano illusi non ritornassero più.

Invece ci troviamo di fronte davvero ad una mala pianta che dobbiamo combattere oggi come allora, come avvenne negli anni’70 quando lo stragismo rappresentò una pericolosissima presenza costante nelle vicende italiane: a partire dalla prima strage, quella fondamentale di vera e propria “svolta” rappresentata, il 12 dicembre 1969, dagli ordigni esplosi nella Banca dell’Agricoltura a Milano.

All’epoca era l’Italia che cercava una via faticosa e complessa di crescita della democrazia nell’attuazione ancora non compiuta della Costituzione Repubblicana: Costituzione poi messa in discussione varie volte nel corso degli anni e che oggi è nel mirino della destra che punta a modificare la forma di governo per assecondare le proprie pulsioni di visione personalistico – autoritario.

Il 12 maggio di quello stesso anno 1974 il voto popolare aveva sancito il diritto al divorzio: una legge di civiltà verso la quale si erano scatenati i corifei del clerico – fascismo poi pesantemente sconfitti nelle urne.

Le stragi dovevano servire a fermare quel processo di avanzamento popolare e, in verità, alcuni di quegli scopi reconditi furono raggiunti: tanto è vero che in epigrafe di questo testo abbiamo già scritto del presentarsi, oggi, di forme di vero e proprio revanscismo fascista.

Torniamo però al ricordo di quella tragica giornata:

L’orologio segnava le 10:12 del 28 maggio 1974 quando un’esplosione scuoteva Brescia.

Una bomba era esplosa in pieno centro città, precisamente a piazza della Loggia mentre era in svolgimento una manifestazione sindacale contro il terrorismo fascista.

Il terrorismo neofascista in quel momento colpiva ancora una volta in Italia.

La bomba era stata nascosta in un cestino dei rifiuti e fu fatta esplodere al passaggio del corteo. Otto le persone che persero la vita: tra di loro due operai, cinque insegnati e un pensionato che nella sua vita era stato anche partigiano.

Il processo per quanto riguardò quella strage fu molto lungo anche a causa di alcuni depistaggi come di consueto in casi del genere.

Al termine delle indagini, fu accertato che l’attentato era stato opera del gruppo neofascista dell’Ordine Nuovo. La condanna definitiva all’ergastolo per Tramonte e Maggi è stata emessa nel 2015.

Ricordando la tragedia di Piazza della Loggia vale la pena rammentare come proprio negli stessi giorni del maggio 1974 Savona iniziasse a sperimentare il peso degli attentati fascisti che proseguirono nel tempo fino ai primi mesi del 1975: attentati contrastati con grande efficacia da una mobilitazione di vigilanza popolare che rimane come esempio di coraggio civico e di una stagione di grande partecipazione popolare.

Per non dimenticare mai e per combattere sempre il fascismo in qualsiasi veste esso cerchi di mascherarsi.