Intervista del giornalista Vito Fiorino a Daniele Delbene |
Daniele Delbene, già presidente della Costituente nazionale Pse ed esponente del Tavolo Nazionale di Concertazione del socialismo italiano. Nei mesi scorsi avete lanciato un manifesto sugli Stati Uniti d’Europa incentrato su un nuovo modello di giustizia sociale. Manifesto che peraltro, oltre ad essere stato sottoscritto da oltre 700 uomini e donne consapevoli ed impegnati sul territorio, ha riscosso un grande successo e migliaia di interazioni tra i giovani sui social. Il vostro appello sembra non sia stato colto dalle forze politiche. Nella campagna elettorale in corso, il dibattito sul tema si è limitato a qualche slogan superficiale ad uso e consumo del marketing politico.
“Abbiamo lanciato un Manifesto per una nuova visione del mondo e del futuro. Le forze politiche e la maggior parte delle attuali classi dirigenti, al contrario, non sanno guardare o non vogliono guardare oltre la prossima legge di bilancio. La grande condivisione del Manifesto da parte dei giovanissimi dimostra che non è vero che questi ultimi sono distanti dalla politica e dalla voglia di contribuire a costruire il loro futuro, bensì che l’attuale sistema fa di tutto per tenerli distanti dalla partecipazione. Ancora oggi, parte della politica, dell’economia e della finanza sono in mano a classi dirigenti formatesi 50-60 anni fa. Come farebbero a mantenere il controllo se vi fosse una forte partecipazione dei giovani che non conoscono e che non saprebbero come gestire?”
Cosa non ha funzionato?
“Più che cosa non ha funzionato direi che purtroppo la maggior parte dei leader politici sono da una parte fagocitati dal vecchio sistema che come dicevo stenta a lasciare spazio, come dovrebbe essere, alle nuove generazioni, e dall’altra sono evidentemente privi di capacità di visione. I leader non sono quelli che ricoprono incarichi ricevuti per ragioni varie, tecnicismi o perchè funzionali al disegno di qualche elite, ma quelli in grado di coinvolgere facendo sognare in particolar modo le nuove generazioni. I leader sono quelli che hanno la capacità di immaginare ed anticipare il futuro, proponendo quindi la strada migliore per costruirvi la società ed il modello auspicati. Di fronte alle elezioni che ritengo tra le più importanti al mondo, non sentiamo altro che richiami al passato fascismo e comunismo, o discussioni su temi nazionali o ancora peggio di basso livello. Ad esempio, chi è antifascista oggi non ha neppure bisogno di proclamarsi tale, perchè è nel suo modo di essere, di porsi, di opporsi e di partecipare che dimostra quello che è e contrasta ciò che non deve essere. Diversamente, soprattutto i giovani (e non solo) non comprendono e cambiano canale”.
La campagna elettorale non è andata oltre le questioni di politica interna o le polemiche sulle candidature dei leader di partito che anche se eletti non sceglieranno il seggio europeo. Grande assente la giustizia sociale.
“Quando trovi come capolista candidati come la Salis e Vannacci, ti rendi conto del livello raggiunto dalla politica. Non è un giudizio sulle persone in sè (che non conosco), ma sull’approccio di strumentalizzazione scelto dalle forze politiche. Se la sinistra è quella che candida come capolista una persona “sconosciuta” non per le proprie idee ma solo perchè, a torto o a ragione, è in carcere, è evidente che la sinistra non esiste più o comunque che si tratta di un’area ben distante dalla cultura politica essenza del nostro manifesto. Se a questo aggiungiamo le candidature dei leaders, che se eletti non andranno al Parlamento Europeo, ci rendiamo conto del perchè stanno crescendo esponenzialmente l’astensione e il disinteresse. La politica e i politici con la “P” maiuscola sono i grandi assenti, e si cerca di sopperire alla mancanza di idee e proposte con la personalizzazione e la sola immagine”.
I risultati di queste elezioni saranno comunque un test sugli equilibri dentro e fuori i partiti.
“Certamente e sarebbe naturale se questo fosse un test sulle proposte, sulle idee, sulle finalità e sulla condivisione dell’azione dei partiti. Ma purtroppo, per come si sono costruite le liste e per come si sta svolgendo la campagna elettorale, il vero obbiettivo nella maggior parte dei casi è solo ed esclusivamente quello di prendere voti per pesare di più o per salvaguardare la propria leadership. Altro che Europa e futuro del mondo”.
Perché avete deciso di non dare indicazioni di voto?
“Le indicazioni di voto le danno le forze politiche organizzate o i singoli, mentre i promotori di un manifesto trovano una convergenza elettorale solo se vi è una formazione che faccia propri in modo credibile gli auspici proposti. E purtroppo ad oggi non ci sono formazioni che assolvano a questo ruolo. Ovviamente si tratta di elezioni troppo importanti per non partecipare al voto e quindi l’appello è quello di recarsi alle urne, votando con coscienza per quelle formazioni e quei candidati che più di altri dimostrino e abbiamo dimostrato di avere davvero a cuore il futuro dell’Europa e del mondo. L’invito è a scegliere chi esprime buon senso, uso della ragione, valori forti, ma senza pregiudizi e posizioni puramente dogmatiche. Come abbiamo scritto nel nostro manifesto XGLU.IT, forze politiche e uomini animati dal senso di giustizia sociale, libertà e umanesimo socialista”.
Ci sarà spazio dopo questa competizione elettorale per rilanciare il confronto sui punti del vostro manifesto?
“Assolutamente sì. Dopo il 9 giugno si dovrà prendere atto, purtroppo, della grande astensione, soprattutto dei giovani, e non si potrà fare a meno di guardare alla costruzione di un nuovo modello sociale. Questo porrà la necessità di andare oltre le attuali formazioni politiche.
Guardando al nostro Paese, si apriranno delle incolmabili crepe nella compagine di governo, che avrà vita breve. Le forze sociali, sindacati in primis, saranno tra i primi a sollecitare il superamento o la rivisitazione delle formazioni politiche esistenti, non più all’altezza delle grandi sfide che ci attendono.
E’ giunto il tempo, di costruire una grande formazione politica, che ispirandosi appunto ai valori di giustizia sociale e libertà, ed animata da un forte e consapevole umanesimo socialista, si candidi a governare il presente nell’ambito di un progetto ben più ampio e lungimirante che riguarda il futuro dell’intera umanità.
L’autunno sarà l’occasione per gli uomini, i leader e le formazioni consapevoli e che hanno realmente a cuore il futuro della società di sedersi intorno ad un tavolo. A quel tavolo non faremo mancare le nostre idee e il nostro contributo. Con il nuovo anno ci saranno le condizioni per contribuire alla costruzione di un mondo sempre più giusto, libero ed umano con la nascita di un grande forza socialdemocratica”.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.