di Renato Costanzo Gatti
Socialismo XXI Lazio |
Lo Stato sociale tende a diminuire le differenze e disuguaglianze reddituale dei cittadini fornendo pubblici servizi, tra cui fondamentali la scuola e la sanità, con prezzi non determinati dal meccanismo del libero mercato. Il finanziamento della spesa pubblica è finanziata dalle imposte che, come recita la Costituzione, sono informate al principio di progressività.
L’ossimoro dei programmi politici dei partiti consiste nel promettere più servizi e meno imposte (volgarmente il motto berlusconiano “meno tasse per tutti), è evidente che maggiori servizi richiedono maggiori imposte, anche se una maggior efficienza del servizio pubblico (il corrispondente della produttività nell’economia produttiva) e una maggior equità nel sistema fiscale potrebbero, congiuntamente, realizzare, almeno in parte, quella contraddizione. Nella realtà, invece, si assiste a minor efficacia dei servizi (pensiamo alle liste di attesa) e peggioramento del disservizio fiscale.
E’ su questo secondo aspetto che vorrei approfondire l’analisi al fine di fare della LOTTA FISCALE il punto uno di un programma politico. Di fronte ad un principio costituzionale che indica l’imposizione progressiva su tutti i redditi che determinano la capacità contributiva, abbiamo i seguenti maggiori elementi che rendono il sistema fiscale iniquo e discriminante:
● Evasione fiscale: si aggira sui 90 miliardi di € annui che sfuggono a contribuire al gettito fiscale. Il lavoro autonomo fa registrare una evasione di circa il 65%.
● Il lavoro autonomo che non evade, gode di una tassazione con una flat tax del 15% (o del 5% per i primi 5 anni delle nuove attività) nel caso di un fatturato fino a 85.000€. Per esempio per un professionista che fattura 80.000€ si calcola un reddito pari al 78% ovvero pari a 62.400€ su cui si paga il 15% ovvero 9.360€. Per un lavoratore dipendente o un pensionato che ha un reddito di 62.400€ si paga l’Irpef e le addizionali regionali e comunali per un importo di oltre 20.000€. Inoltre quando un soggetto che opta per la flat tax ha raggiunto gli 85.000€ di fatturato trova un nuovo cliente e quindi un nuovo fatturato che portandolo al di là del massimale cui applicare la flat tax (con un fatturato di 85.001€ si passa da 9.360€ di flat tax a 20.000€ tra Irpef e addizionali) che fa? Rinuncia al lavoro? Evade? Non serve se fa aprire al figlio o a un collega una nuova partita iva che paga una flat tax del 5% per i primi 5 anni.
● Il lavoratore autonomo che fattura più di 85.000€ e che quindi paga con la progressività di imposta come il lavoratore dipendente o il pensionato, c’è un nuovo regalo. Sul reddito dichiarato in più rispetto all’anno precedente invece di pagare l’aliquota marginale del 43% si applica la flat tax incrementale per cui paga il solo 15%.
● Alcuni redditi invece di pagare l’Irpef e le addizionali, pagano una imposta sostitutiva che per le locazioni immobiliari è del 21% ridotta al 10% in caso di locazioni concordate; per i redditi da capitale la tassa fissa varia tra il 12,5% al 26%.
● I redditi sui fabbricati sono basati su dati catastali decisamente iniqui, tali da generare entrate fiscali ridicole e discriminatorie. Il governo Draghi ne aveva tentato una revisione che anche quando assicurò che non avrebbe avuto conseguenze fiscali ma statistiche, fu bocciata senza indugio.
● Oltre all’evasione e all’iniquità dobbiamo rilevare il fatto che anche se i redditi sono dichiarati, così come abbiamo visto, c’è una enorme incapacità del fisco di riscuotere quanto dovuto. Ciò non succede certo per i lavoratori dipendenti e i pensionati cui il sostituto d’imposta trattiene da stipendio o pensione quanto dovuto all’erario. Per gli altri contribuenti il non incassato si aggira sui 1.000 miliardi cumulati dall’inizio del secolo, con poca speranza di poterne recuperare qualcosa di significativo. Per affrontare la situazione questo governo ha preso due provvedimenti: a) il contribuente che non ha fondi per pagare le imposte, può chiedere una rateizzazione in dieci anni (cosa che il dipendente o il pensionato non può fare); b) dopo 5 anni i crediti fiscali vanno in prescrizione e sono persi per sempre.
A settembre, in occasione della legge di bilancio abbiamo il problema della fiscalizzazione del cuneo fiscale ed il rispetto della nuova legge europea di stabilità. Sono decine di miliardi di euro che dobbiamo trovare o riducendo i servizi o innalzando le imposte o facendo le due cose in contemporanea. Non vedo nessun partito (ed in particolare quelli al governo) in grado di prendere questi provvedimenti. L’eliminazione della flat tax, oltre a essere assolutamente contraria al programma di governo che voleva estenderla a tutti i redditi, farebbe perdere grosse quote di elettorato. L’unica soluzione che posso anticipare è il ritorno ad un governo tecnico; un ritorno a Monti o all’uomo del trolley, Cottarelli.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.