CORDENONS SOCIALISTA

di Daniele De Piero

Coordinatore Socialismo XXI Friuli Venezia Giulia |

Per le elezioni provinciali, nel mandamento di Pordenone il Psi elegge 5 dei dieci consiglieri provinciali complessivi. Uno è Antonio De Anna, eletto pure in Consiglio Comunale a Cordenons, dove il Psi ottiene la maggioranza, sostituendo l’amministrazione di Sebastiano Brascuglia che governa dal 1913.
I popolari (che eleggono pure in Consiglio Provinciale il loro unico rappresentante del mandamento, Angelo Del Zotto) non si presentano autonomamente in Comune, ma fanno parte della lista di minoranza con i liberali.
Ma l’agibilità politica della nuova Giunta socialista eletta in novembre e guidata da Alicardo Pajer, viene subito ristretta dalle autorità militari locali, che impediscono l’esposizione della bandiera rossa.

Nei primi tempi una parte dell’opposizione collabora con l’amministrazione socialista.
Provvedimenti della nuova amministrazione:
● nel dicembre 1920 il Consiglio approva un aumento del 20% delle retribuzioni dei dipendenti comunali in pianta organica e la concessione della seconda indennità di caroviveri, nella considerazione che gli attuali stipendi di questi impiegati sono troppo modesti e non rispondenti agli odierni bisogni della vita;
● nel dicembre 1920 si decide inoltre di affidare all’ing. Pasqualini (consigliere di opposizione) la progettazione, insieme ad una commissione di consiglieri, dei canaletti di irrigazione del canale principale che dal Biccon giunge alla frazione di Villasgraffa;
● nel dicembre 1920, si decide la ristrutturazione della casa ex Foenis donata dalla Filatura Makò, per costruirvi dieci aule, da destinare otto a scuola elementare delle borgate di Sclavons e Romans e due ad asilo infantile. Iniziativa che per qualche mese sarà poi sospesa, per il tentativo della Filatura di imporre al comune una destinazione come Casa di Riposo, cui il Comune ha già provveduto in altro modo (destinandovi lo stabile ereditato da Luigi Martin);
● sempre nel dicembre 1920 si decide di mettere all’asta la caserma comunale, per pagare i debiti contratti con i lavori per i disoccupati; nel novembre 1922, non essendo riusciti a vendere per una cifra accettabile, si decide un anno dopo di concederne in affitto la parte abitabile a varie famiglie del paese che ne hanno fatta richiesta, con precedenza per i maestri;
● nel gennaio 1921 il finanziamento alla Lega dei Comuni Socialisti, per «istituire a Udine un ufficio di consulenza e di sorveglianza per tutti i comuni socialisti della Provincia» (presidente Guido Rosso; segretario per poco tempo Mauro Scoccimarro).
Polemica dell’opposizione liberale e popolare, che accusano in modo razzista i socialisti di essere popolani ignoranti e privi del reddito per fare politica;
● nel gennaio 1921 si vota un inasprimento progressivo di imposte per finanziare il bilancio comunale, cercando «di non gravare eccessivamente la sovraimposta sui terreni e fabbricati». Vengono invece aumentate, in forma progressiva e nella misura massima prevista, la tassa di famiglia (esentando i redditi operai) e quelle sulle vetture, i domestici, per gli esercizi e le rivendite, perché troppo basse, essendo state approvate addirittura il 17 maggio 1903. Ed infatti, le tassazioni sulle vetture aumentano fino a quattro volte, quelle per i domestici passano da 5 a 10 lire per ogni uomo e da 3 a 5 per ogni donna.
Viene aumentata inoltre la tassa sugli animali: ma, per non gravare sull’agricoltura, questa viene portata al massimo solo per cavalli, muli ed asini;
●nel febbraio 1921 si aumenta la tassa per i posti riservati nel cimitero lungo i muri di cinta (quindi i posti riservati alle famiglie più ricche) a lire 70 l’uno, superando le precedenti delibere del 1898 e 1899; più tardi sono approvate sovraimposte su alcool e carni;
● nell’aprile 1921 si approva il nuovo Regolamento organico del personale comunale, che tiene conto delle innovazioni legislative, come l’assicurazione obbligatoria contro l’invalidità e vecchiaia introdotta per legge nel 1919;
● nell’ottobre 1921 si accorda all’unanimità un contributo di 150 lire al Segretariato di Emigrazione di Pordenone, tenuto conto del lavoro utile svolto nel campo del collocamento e dell’assistenza agli emigranti, che sono ben un terzo degli abitanti del comune e che si servono della sua opera. Come nel caso di altre amministrazioni socialiste, anche a Cordenons si sostiene il segretariato di don Lozer, evidentemente riconosciuto – nonostante le feroci polemiche – uno strumento utile alla classe operaia migrante;
● nel maggio 1922 il contributo di 200 lire a favore dell’Associazione Nazionale “Le Terre Sacre” con sede presso il municipio di Trieste, con lo «scopo altamente civile e patriottico della cura e sorveglianza dei cimiteri permanenti, ossari, monumenti e ricordi di ogni specie riguardanti i caduti in guerra».
L’amministrazione viene ostacolata dalla burocrazia governativa, che tende ad frenare le iniziative urgenti prese per fronteggiare la disoccupazione, ed a bocciare le tassazioni che gravano sui maggiorenti del paese.