LE PREVISIONI DEL PIL NEL MONDO

di Renato Costanzo Gatti

Socialismo XXI Lazio |

Le previsioni del Pil nel mondo per il 2024 danno i seguenti risultati:

PRODOTTO INTERNO LORDO
percentuali sull’anno precedente20242025
Mondo3,23,3
India6,76,8
Cina4,84,6
USA2,42,1
Area Euro0,81,4
Italia1,01,1

Quindi il mondo viaggia al triplo della velocità dell’Europa (e dell’Italia) trascinato da economie come India e Cina che viaggiano ad una velocità rispettivamente de 6 e 5 volte quella europea. Gli USA si piazzano in mezzo con una velocità doppia rispetto alla nostra.

Quali sono le ragioni di queste differenze? I paesi emergenti, partendo da livelli inferiori realizzano facilmente crescite più marcate, ma attenzione né India né Cina vanno più considerate economie in via di sviluppo.

Un’altra ragione va ricercata negli investimenti in R&I, nelle nuove tecnologie, dai computer quantistici all’Intelligenza Artificiale. Su questo fronte il rapporto Draghi ha scritto cose fondamentali, ispirato da una visione Schumpeteriana, che preludono, se non si cambia strada da subito, ad una lenta agonia del nostro continente. Non conosco appieno le potenzialità dell’India, ma è chiaro che USA e Cina primeggiano sul fronte dell’innovazione tecnologica guidate l’una dal Pentagono, l’altra dal partito comunista.

Certo c’è da chiedersi se il modello socialdemocratico europeo caratterizzato da un capitalismo ansimante corretto da una redistribuzione sociale sempre più senza spazio, non sia un modello da riconsiderare; certo che le cose, per il futuro non si prospettano rosee.

Una proiezione al 2050 ci presenta la seguente situazione:

Pos.Nome PaesePrevisioni PIL in $ (2050)Quota % sul PIL mondiale
1Cina42,96 trilioni19,10%
2India38,68 trilioni17,21%
3Stati Uniti26,58 trilioni11,82%
4Indonesia6,60 trilioni2,93%
5Russia5,69 trilioni2,53%
6Giappone5,20 trilioni2,31%
7Germania4,92 trlioni2,18%
9Regno Unito3,74 trilioni1,66%

E per quel che riguarda il nostro paese cosa prevede l’articolo di Money.it?

L’Italia è al 14° posto, proceduta da Brasile (10°), Vietnam (11°), Egitto (12°) ed Etiopia (13°), e seguita da Australia (15°), Spagna (16°), Arabia Saudita (17°), Pakistan (18°), Polonia (19°) e Myanmar (20°).

Il PIL italiano nel 2050 si stima varrà 2,16 trilioni di dollari, per un peso sul PIL mondiale dello 0,96%, mentre la popolazione ci si attende scenderà a 52.250.000 (dagli attuali 58.990.000).

Certo, non è corretto comparare tassi di crescita con risultati assoluti, ma alcune considerazioni vanno fatte.

I paesi Brics dominano la situazione. La dedollarizzazione sarà un fenomeno che muterà gli scenari futuri; sarebbe il caso di cominciare a pensarci.

I paesi a regime socialista competono con quelli a regime capitalista, anzi avanzano nella classifica; voglio prendere ad esempio il Vietnam, colonia francese ove gli USA, subentrati nella difesa della democrazia, hanno subito una sconfitta storica. La guerra degli USA era per esportare democrazia e benessere in Vietnam contro il regime del nord di quel paese. Sembrava una guerra tra due mondi: da una parte libertà e progresso, dall’altra dittatura e miseria. Ora il Vietnam, con una economia socialista, ci sorpassa (è all’undicesimo posto contro il nostro quattordicesimo), è diventato luogo di turismo e di crescita, tutto pare tranne che il paese del male.

La Banca Mondiale ha scritto nel suo rapporto che: «Il Vietnam è stato una storia di successo nello sviluppo economico. Le riforme economiche avviate nel 1986 con il Đổi Mới (Rinnovamento), insieme alle tendenze globali positive, hanno contribuito a far passare il Vietnam da una delle nazioni più povere del mondo a un’economia a medio reddito in una sola generazione. Tra il 2002 e il 2022, il Prodotto interno lordo pro capite è aumentato di 3,6 volte, raggiungendo quasi tremilasettecento dollari. Il tasso di povertà (3,65 dollari al giorno, 2017 PPA) è sceso dal quattordici per cento del 2010 al 3,8 del 2020». Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) prevede che il prodotto interno lordo del Vietnam aumenterà del 5,8 per cento nel 2024, collocandosi al secondo posto nella regione. La crescita del Vietnam non ruota più solo intorno all’agricoltura, ma si è posizionata in settori ad alta tecnologia, tra cui l’Industria 4.0, i chip semiconduttori, l’IA e l’idrogeno, e sta attirando capitali internazionali. (Rainer Zitelman La logica del mercato)

Non sto chiedendo di instaurare il socialismo in Italia, sto solo considerando che servirebbe una politica industriale, specie se a livello europeo. Che c’è, nella legge di bilancio 2025, a questo proposito? Regali alle imprese 5.0 senza che siano corrisposte allo stato partecipazioni, vendita dei gioielli di famiglia (Poste, Eni etc.) appelli a Elon Musk,  al Black Rock e a Microsoft.

 La Schlein continua a richiedere REDISTRIBUZIONE, ma de che? Non è tempo di redistribuire ciò che non c’è, è tempo di costruire, investire, innovare, fare ricerca, guidare (affiancando o sostituendosi ad esso) un capitalismo ansimante che vede il crollo del suo idolo torinese, la famiglia Agnelli, che abbandona l’Italia (dopo tutti i soldi ricevuti), abbandona l’auto, non mantiene gli impegni e evade l’imposta di successione.

A mio parere, un partito socialista degno del suo ruolo dovrebbe far proprio l’approccio (non necessariamente tutte le conclusioni – mi riferisco alla difesa) del documento Draghi: o l’Europa cambia o è destinata a sparire.

Quel documento denuncia l’incapacità del nostro capitalismo ad avere uno ruolo nel futuro dell’Europa, servono 800 miliardi l’anno per dieci anni, non certo da erogare in sussidi e crediti di imposta, ma da investire e l’investimento è di chi ci mette i fondi (li trova e li deve restituire), lo Stato europeo. In fondo è una implicita risposta alla semplice domanda: ma siamo sicuri che affidare gli investimenti al capitalismo che sceglie e decide non in base ai bisogni del paese o in base ad un piano, ma in base al profitto che ne può ricavare, sia una scelta razionale? Mi pare che ciò che succede al mondo stia dando una risposta definitiva.