CONVEGNO: I CERTIFICATI DI COMPENSAZIONE FISCALE

Convegno di Socialismo XXI. Perugia 25 gennaio 2020

 

di Renato Costanzo Gatti Socialismo XXI Lazio |

 

Sabato 25 gennaio, nel pomeriggio, si è tenuto a Perugia un convegno sui Certificati di Compensazione Fiscale (CCF) organizzato da Socialismo XXI secolo. Ha aperto i lavori il Presidente di Socialismo XXI secolo Aldo Potenza e Renato Costanzo Gatti (Socialismo XXI secolo Lazio), con la proiezione di slides, ha presentato e commentato il progetto dei CCF Fiscale mentre Stefano Sylos Labini (membro del gruppo che ha elaborato la proposta della moneta fiscale rappresentata dai CCF) ha approfondito la presentazione e risposto alle molte domande poste dagli intervenuti.

Dalla presentazione e dalla discussione si sono tratte alcune conclusioni che riassumo:

● I CCF sono uno dei pochi strumenti, attuabili in breve termine, per aiutare il Paese ad uscire dalla stagnazione in cui si trova dalla crisi del 2007. Lo strumento dei CCF permette, senza infrangere le regole europee, di ridare al nostro Paese un minimo di autonomia finanziaria atta a superare il difficile momento economico.

● La valenza tecnica rappresentata dalla moneta fiscale, trova però una sua collocazione più consona ai principi socialisti, quando venga utilizzata all’interno di una ripresa della politica economica improntata alla programmazione.

● Utilizzare ad esempio i CCF per cofinanziare i fondi strutturali europei per la ripresa del mezzogiorno (dove peraltro il moltiplicatore keynesiano è doppio rispetto al resto d’Italia) , attrezzando le regioni di una qualificata capacità programmatoria, costituirebbe una svolta nelle politiche seguite in questi anni dai nostri governi. Quest’ultimo governo, inoltre, è stato limitato nella sua politica economica dal dover riassorbire le clausole di salvaguardia che per il 2020, ma anche per gli anni a venire impediscono qualsiasi programma di sviluppo. Senza sottacere che, dopo la crisi (ma anche prima) si sono penalizzati gli investimenti pubblici privilegiando la spesa corrente alla ricerca del consenso elettorale.

● Ridare alla politica il suo ruolo di programmatore dell’economia nazionale, senza indulgere in una incondizionata fiducia nelle capacità del mercato, puntando ad un soggetto europeo programmatore e proiettato al futuro, richiede la creazione di un soggetto italiano e poi, necessariamente, europeo capace di ridare all’Europa quella missione ispirata al progetto elaborato nell’isola di Ventotene.

● Prendere spunto dall’analisi dei CCF per rivedere criticamente le posizioni miopi e dogmatiche insite nei parametri neo-liberistici e nella logica europea, per contestare anche a livello teorico ma soprattutto pratico, la egemonica conduzione mercantilistica della politica economica europea, onde a fare dell’Europa un modello socialmente propositivo nella globalità di un mondo capitalisticamente soffocante.

Riteniamo quindi di approfondire questa tematica, grazie anche al consenso avuto dai partecipanti al convegno, per elaborare un progetto di programmazione economica europea corroborata dal parer di economisti e portata su un tavolo di discussione operativa con i confronto con le forze politiche italiane.