di Massimo Lotti – Socialismo XXI Puglia |
Era il 20/05/1970 quando il Parlamento (con la astensione del Partito Comunista), su impulso dei parlamentari socialisti Gino Giugni e Giacomo Brodolini, approvò la Legge n. 300, meglio conosciuta come “Statuto dei Lavoratori”.
Una legge che arrivava dopo diverse leggi in materia di tutela del lavoro, ma che finalmente scriveva parole chiare in termini di diritti dei lavoratori a non essere discriminati (e quindi licenziati) dal datore di lavoro, per le loro idee politiche, sessuali o religiose.
Una legge, insomma di conquista della Classe operaia e del Partito Socialista Italiano.
Quest’anno ricorrono i cinquanta anni da quella legge, ed è giusto domandarsi quanto di essa è rimasto.
Veramente, a mio giudizio, molto poco, dacché è solo grazie al Governo Renzi che si è proceduto a svuotare quella legge di quell’Articolo 18 che ne era un pilastro portante.
Oggi, i lavoratori di fatto sono ritornati ad essere ostaggio dei datori di lavoro, per diversi ordini di fattori:
a) la globalizzazione ha reso possibile de localizzare le unità produttive in paesi con salari più bassi e minori tutele dei lavoratori;
b) esaurimento della funzione delle organizzazioni sindacali degne di queste nome, perché nel frattempo sempre più preoccupate ad occupare le poltrone nei consigli di amministrazione delle aziende a partecipazione statale o a costituire centri di potere nella erogazione dei sussidi di volta in volta stabiliti dallo Stato.
A questo si aggiunga che, causa lo sviluppo tecnologico sempre più marcato e il dramma della crisi da Coronavirus, centinaia di migliaia di lavoratori rischieranno di rimanere disoccupati perché considerati “obsoleti” o “rottamabili” dal sistema produttivo; e senza che nel frattempo venisse avviata una poderosa e seria riforma dei Centri dell’impiego che avrebbero dovuto essere i centri per la erogazione di quei corsi di formazione necessari per aggiornare quei lavoratori che avessero voluto stare al passo con i tempi.
Insomma, a cinquanta anni da quel 20 maggio ’70, il quadro sullo “Statuto dei lavoratori” è veramente tragico e desolante.
Occorrerebbe che di questo problema se ne faccia carico una nuova forza politica che ritorni, prepotentemente, a riappropriarsi di quella parola “Lavoro” da troppo tempo dimenticata.
Anche per questo i Socialisti della “Associazione XXI Secolo” si danno appuntamento a Genova, (insieme a tutti coloro che lo vorranno), per ricostituire, come nell’agosto del 1892, un partito che riparta dal lavoro e dai bisogni della classe lavoratrice.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.