DIMINUIRE L’IVA, COME FA LA GERMANIA, E’ LA COSA GIUSTA?

 

di Renato Costanzo Gatti Socialismo XXI Lazio |

 

A chiusura degli Stati Generali dell’Economia ecco il botto del tappo dello champagne: diminuire l’iva.

Ci sono almeno quattro motivi per non concordare su questa proposta; vediamo:

● Si parla di una revisione totale del sistema fiscale, anche se non è ancora chiaro quale sia la scelta di fondo di questa revisione. Si tratte solo di semplificare un sistema che ogni anno richiede mille pagine di istruzioni; o si tratta di introdurre massivamente la flat tax; o al contrario eliminare tutte le tasse fisse per passare ad una costituzionale progressività; oppure si pensa ad una patrimoniale o almeno ad un allineamento a livelli europei delle imposte di successione? Andare a diminuire l’iva prima di sapere quale indirizzo prenderà la riforma fiscale mi pare quanto meno inopportuno.

● I soldi che ci saranno dati, se ci saranno dati, con il Next Generation EU sono finalizzati a riforme ecologiche, green economy, digitalizzazione, ripartenza della produttività, riforme importanti nell’apparato dello stato. L’infelice uscita di Di Majo che al solo annuncio del Recovery plan propose di abbassare le tasse si sta dimostrando contagioso; la Confindustria ha voluto l’eliminazione del saldo e della prima rata Irap, il piano Colao è gremito di sconti fiscali quali strumenti di governo dell’economia. Sia chiaro che se programmiamo di usare i prestiti europei per ridurre le tassa, il nostro programma sarà bocciato e non vedremo un €.

● L’automatismo tra abbassamento dell’iva e aumento dei consumi è tutto da dimostrare. Quale vantaggio in termini di consumo si pensa di ottenere se un prodotto da 12,2€ scende a 12,1€? E siamo sicuri che automaticamente i prezzi scenderanno senza che i rivenditori ne approfittino? Sapete che molti rivenditori hanno aggiunto una “tassa” Covid negli scontrini? E lo sapete che il bonus-bici andrà a incrementare le nostre importazioni dalla Cina (per la serie, prima di dare bonus studiamone gli effetti).

● Ultimo punto. Se la diminuzione di un punto dell’aliquota principale vale ben 4 miliardi, varrebbe la pena confrontare il ritorno economico pensando in alternativa di investire ad esempio la stessa cifra all’Ilva per produrre acciaio pulito nel mezzogiorno. E’ questione di moltiplicatore keynesiano, non di propaganda elettorale o personale.