I FONDI UE E IL TEMA DEL RISANAMENTO DELLA GIUSTIZIA ITALIANA

 

di Luigi Ferro Socialismo XXI Campania |

 

I 209 miliardi stanziati dalla UE in favore dell’Italia per il rilancio della sua economia devastata dalla crisi pandemica rappresentano uno straodinario volano di sviluppo e di intervento in settori che da anni attendono delle riforme organiche. Un’occasione irripetibile, imperdibile. Tra questi settori, vi è anche il comparto giustizia.La commissione europea presieduta dalla Von der Leyen ha più volte invitato l’Italia a riformare in particolare la giustizia civile.

Da anni, da troppo tempo la CEDU, ma anche la Corte di Giustizia, hanno più volte condannato il nostro Paese per la lentezza dei suoi processi, fattore che rallenta soprattutto gli investimenti stranieri, o per avere violato i diritti più elementari degli imputati. L’accesso ai fondi UE, se spesi bene, consentirebbero di superare la crisi della giustizia italiana sia penale che civile secondo i parametri fissati dal dossier della commissione europea sullo stato della giustizia in Italia e in Europa.

Il dossier va dalla denuncia dei gravi ritardi nella resa di giustizia fino all’individuazione di un tasso di credibilità della giurisdizione dei singoli paesi dell’unione.

In Italia occorre subito trovare una quadra per un processo celere e giusto attraverso alcuni punti inderogabili: regolare l’eccesso di dilazioni temporali delle indagini preliminari condotte dal P.M., titolare dell’azione penale; aumentare l’organico dei magistrati; contenere al minimo il sistema delle notificazioni; assunzione di personale amministrativo; completare il processo di digitalizzazione dell’intero comparto giustizia; riforma carceraria. Sono solo alcuni punti per indicare tutto quello che può avere una ricaduta positiva sul piano dell’organizzazione degli uffici giudiziari e dei Tribunali.

I fondi UE permettono di inserire il problema della riorganizzazione del processo penale e civile nelle formali richieste collegate alle motivazioni relative alle risorse economiche da liberare per il nostro Paese.

Oggi la Giustizia italiana, con il suo bilancio che si esaurisce nella cosiddetta spesa corrente, è in affanno proprio perché non è in grado di trovare quelle risorse adeguate per attuare le riforme necessarie.

La speranza è che il Ministero Della Giustizia in tempi certi possa avanzare proposte urgenti di riforma da inserire nel progetto che il Governo a ottobre dovrà presentare alla UE per accedere ai fondi previsti di recente al fine di rivitalizzare la funzione giudiziaria italiana attualmente in una mortificante condizione di forte depressione.

Il comparto giustizia deve avere la giusta attenzione, il giusto peso, essendo a pieno titolo garanzia di uno sviluppo economico del Paese e termometro per la misurazione del grado di civiltà di una intera nazione.

E’ una occasione di rilancio da non perdere.